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Medicina

Prostata: a cosa serve e le principali patologie

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Redazione 5 Giugno 2018
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E’ essenziale per la riproduzione, ma quando si “ammala” può causare problemi ben noti a molti uomini, anche il cancro: la prostata e l’appuntamento con l’urologo sono due classici per i maschi in là con gli anni. Cerchiamo di dare un quadro della situazione, delineando le principali patologie.

La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile la cui forma può ricordare quella di una castagna. La sua funzione principale è quella di produrre ed emettere il liquido seminale, che confluisce nello sperma.

Composta di tessuto muscolare, ha forma piramidale nei soggetti sani ma può assumere una forma a mezzaluna o a ciambella (in caso di ipertrofia). Mediamente, ha un diametro di base di 4 cm, con altezza di 3 cm; in condizioni normali, pesa tra i 10 e i 20 grammi.

Tra le forme patologiche più comuni, ci sono l’iperplasia prostatica benigna (IPB), la prostatite e il cancro della prostata.

L’iperplasia prostatica (spesso detta in maniera imprecisa “ipetrofia”) è un ingrossamento della ghiandola, che aumenta di volume a causa di un incremento del numero delle cellule. Con il passare degli anni, microscopici noduli aumentano in numero e dimensioni, comprimendo l’uretra prostatica: da qui si genera un’ostruzione che ostacola la fuoriuscita dell’urina. Colpisce il 5-10% degli uomini di 40 anni nel mondo occidentale, ma il tasso può arrivare fino all’80% nella fascia di età tra i 70 e gli 80 anni.

La prostatite è un’infiammazione della ghiandola prostatica. La medicina ne distingue quattro varianti: la prostatite acuta batterica, la prostatite cronica batterica, la prostatite cronica abatterica (detta anche “sindrome dolorosa pelvica cronica”) e la prostatite asintomatica. Si tratta di un disturbo molto fastidioso, che può essere curato nella maggior parte dei casi con un completo recupero.

Il cancro alla prostata è la forma di tumore che si riscontra con maggiore frequenza nella popolazione maschile sopra i 50 anni. Grazie alle moderne tecniche diagnostiche e terapeutiche, la sopravvivenza a cinque anni arriva al 90% dopo la scoperta. Ma è importante non sottovalutare i sintomi del cancro alla prostata: molti uomini ritengono di “dover” convivere con il dolore quotidiano e non ne parlano con il medico: una scelta sbagliata, che può ridurre le opzioni di trattamento. Se un tempo infatti si procedeva più spesso all’asportazione della ghiandola (prostatectomia), oggi ci si può curare senza arrivare in sala operatoria. Importante per tutti i maschi dopo i 50 anni lo screening del PSA, un enzima la cui aumentata concentrazione nel sangue viene statisticamente associata al rischio di tumore alla prostata.

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