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Ernie addominali: meglio un approccio multidisciplinare a 360 gradi

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Redazione 28 Luglio 2019
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“Le ernie della parete addominale (ernie addominali), e in particolare l’ernia inguinale – spiega il professor Giampiero Campanelli, Responsabile di Day & Week Surgery e Chirurgia generale dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio e direttore dell’Hernia Center di Milano presso Casa di Cura La Madonnina e Istituto Clinico Sant’Ambrogio – non sono altro che la fuoriuscita dell’intestino, del grasso che lo ricopre e/o di parte di esso ricoperti dalla membrana peritoneale (il sacco) attraverso dei canali preesistenti, quale quello inguinale o quello ombelicale e crurale, oppure attraverso lesioni, ferite, incisioni chirurgiche e/o sfiancamenti di tutta la parete dell’addome: questi ultimi prendono il nome di laparoceli. La causa è sempre una coincidenza tra una debolezza costituzionale e/o acquisita (come nel caso dei laparoceli) dei tessuti e l’attività fisica”. 


“È evidente che, prima di ogni cosa, vada posta una corretta e precisa diagnosi – precisa l’esperto – ben diverso è, infatti, il caso di una semplice ernia inguinale da quello di una sindrome dolorosa pubico-inguinale, da quello di un’ernia femorale o crurale o laterale della parete addominale e infine da quello, per esempio, di un’endometriosi inguinale nella donna. Soltanto una grande esperienza garantisce al paziente il miglior trattamento per il suo singolo caso. Ed è qui che si introduce un altro concetto essenziale nella chirurgia moderna: il trattamento su misura, la cosiddetta tailored surgery”.  Leggi di più sul sito del Gruppo San Donato

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