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Nuovo Coronavirus su superfici: come evitare il contagio

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Redazione 18 Marzo 2020
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I virus possono restare attivi per diverso tempo dopo essere usciti da un organismo e prima di infettarne un altro: per questo, oltre a evitare contatti ravvicinati e lavarsi bene le mani (potrebbe interessarti il nostro articolo LEGGILO QUI), è importante pulire le superfici degli oggetti che ci circondano, soprattutto in questo periodo di emergenza Coronavirus.

A più di due mesi dallo scoppio dell’epidemia causata dal nuovo coronavirus, i punti di domanda sulle modalità e l’efficacia della sua trasmissione sono ancora molti. 

Le piccole gocce di saliva che produciamo quando parliamo, tossiamo o starnutiamo – potenzialmente contenenti il virus se siamo infetti – possono non solo raggiungere direttamente un’altra persona nelle vicinanze, ma anche depositarsi sulle superfici degli oggetti intorno a noi e sulle nostre mani, da dove possono raggiungere un altro individuo in un secondo momento.  

Basandosi infatti sulle informazioni provenienti da studi recenti, sappiamo che anche SARS-Cov-2, come tanti altri virus, rimane attivo per diverso tempo fuori dall’organismo, sulle superfici e sui tessuti.

Ma quanto tempo? Cosa possiamo fare per neutralizzarlo? E quali sono le superfici più soggette a contaminazioni? 

Il contatto stretto: la modalità di contagio principale

La modalità di trasmissione principale del nuovo coronavirus è rappresentata da piccole gocce di saliva che possono essere trasmesse da persona a persona se si ha un contatto stretto con un soggetto che ha contratto il COVID-19 (la malattia causata da SARS-Cov-2). 

Cosa si intende per ‘contatto stretto’? Secondo la definizione del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), per ‘contatto stretto’ si intendono tutte quelle situazioni in cui ci si trova nello stesso ambiente, a distanza minore di 2 metri, con persone che sono state contagiate dal virus.

In questi casi, la trasmissione può avvenire in modo diretto attraverso tosse e starnuti.

“Le goccioline emesse da uno starnuto o un colpo di tosse di una persona infetta possono cadere rapidamente a terra o sulle superfici. 

Tuttavia, può verificarsi un processo di evaporazione che ne riduce le dimensioni favorendo la loro dispersione nell’aria. 

Per questo si raccomanda di non frequentare posti affollati e mantenere le distanza di almeno 1-2 metri”, spiega Elisa Vicenzi, responsabile dell’Unità Patogeni Virali e Biosicurezza dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Aule, sale riunioni, cinema, centri commerciali e supermercati sono alcuni dei luoghi in cui i contatti stretti sono più probabili.

Per questo motivo, il governo ha deciso di limitare al massimo qualsiasi spostamento e forma di assembramento sociale. 

In ogni caso, ogniqualvolta ci si trovi in una situazione del genere, è di fondamentale importanza rispettare i decreti ministeriali riguardanti la distanza di sicurezza.

La trasmissione attraverso superfici contaminate

È possibile che il virus venga depositato sugli oggetti da un individuo infetto in maniera inconsapevole, sia attraverso starnuti e colpi di tosse non correttamente schermati, sia toccando le superfici dopo aver starnutito o tossito nella propria mano. 

Per questo si consiglia sempre di starnutire e tossire nel proprio gomito.

Le goccioline contenenti il virus depositate sulle superfici vengono poi raccolte da altri individui attraverso il contatto con le mani portate alla bocca, al naso e agli occhi anche a distanza di tempo. 

Le superfici più esposte a questo genere di contagio comprendono, per esempio: 

  • le maniglie delle porte
  • le pulsantiere degli ascensori 
  • i cellulari 
  • i sostegni per aggrapparsi sui mezzi pubblici.

Quanto resiste il nuovo coronavirus sulle superfici?

La capacità del nuovo coronavirus di resistere nel tempo all’esterno degli organismi è ancora in fase di studio. 

Informazioni preliminari suggeriscono che possa sopravvivere diverse ore, forse addirittura giorni. 

“Questo arco temporale può variare a seconda del tipo di superficie: quelle meno porose come la plastica e l’acciaio sono le peggiori perché assorbono meno facilmente le goccioline, preservando il virus attivo”, spiega ancora Elisa Vicenzi. 

“Ma anche le diverse condizioni ambientali possono incidere: la quantità di areazione dei locali e l’umidità, per esempio.”

Come disinfettare le superfici 

L’utilizzo di comuni disinfettanti è in grado di ridurre al minimo e annullare la capacità del virus di trasmettere l’infezione. 

In particolare, si consiglia di pulire le superfici utilizzando: 

  • disinfettanti contenenti alcol al 75%;
  • disinfettanti a base di cloro all’1%, come la candeggina.

Il sistema più valido per ridurre il rischio di contagio rimane comunque il lavaggio delle mani, spesso e bene, con acqua e sapone e per almeno 20 secondi. 

In ogni caso, soprattutto se non è possibile lavarsi le mani e ci si trova fuori casa – ad esempio al supermercato – è importante evitare di toccarsi la faccia con le mani, tenendole quindi lontane da naso, occhi e bocca.

Gli asintomatici possono trasmettere il virus?

Secondo i dati attualmente disponibili, sono le persone sintomatiche la causa maggiore di trasmissione del virus (perché i sintomi facilitano l’emissione delle goccioline e la diffusione del patogeno). 

Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità reputa possibile la trasmissione del nuovo coronavirus anche prima che si manifestino i sintomi.

Ci sono altre modalità di contagio?

Al momento non sono note altre modalità di contagio. Per esempio, non ci sono evidenze scientifiche che cani o gatti possano contrarre e diffondere l’infezione da coronavirus. In ogni caso, è sempre raccomandabile lavare le mani con acqua e sapone o con disinfettanti dopo il contatto con gli animali.

Inoltre, le malattie delle vie respiratorie non si trasmettono attraverso gli alimenti, che comunque devono essere sempre manipolati rispettando buone norme igieniche.

Fonte: www.hsr.it

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