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Coronavirus e vaccino: a che punto siamo

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Redazione 6 Aprile 2020
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Come si ottiene un vaccino e quanto tempo servirà per svilupparne uno contro il nuovo coronavirus? La parola al Professor Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Sono molti i laboratori che in tutto il mondo stanno lavorando per trovare una soluzione all’infezione da nuovo coronavirus, ed è di pochi giorni fa la notizia dell’inizio della sperimentazione di un primo prototipo di vaccino su 45 volontari sani negli Stati Uniti.

Lo studio clinico americano fa ben sperare, ma ci vorranno comunque diversi mesi prima che il vaccino – se anche si rivelasse sicuro e potenzialmente efficace in questi primi soggetti trattati – possa essere reso disponibile alla popolazione. 

Ma come si realizza un vaccino? Quali sono le tempistiche di un suo sviluppo secondo gli esperti? E cosa dobbiamo fare nell’attesa di avere un vaccino approvato contro il nuovo coronavirus? 

Lo spiega il professor Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Come si realizza un vaccino

Grazie agli sviluppi delle conoscenze biomediche negli ultimi anni, oggi esistono diverse strategie per produrre un vaccino, che vanno dall’utilizzo di vettori virali fino all’uso di acidi nucleici (DNA o RNA) e proteine virali.

“Sebbene i vaccini possano essere prodotti in modi diversi sono accomunati dalla presenza, al loro interno, di alcune proteine del virus che inducono la risposta del sistema immunitario, gli antigeni virali. 

La scelta delle proteine virali che compongono un vaccino è critica. Sono queste proteine infatti che debbono guidare lo sviluppo di una risposta immunitaria protettiva”, afferma il professor Massimo Clementi.

É importante sottolineare che gli antigeni presenti nel vaccino sono studiati proprio per suscitare esclusivamente la risposta immunologica del nostro organismo, senza causare la malattia di cui sono responsabili.

“Il principio alla base delle vaccinazioni – continua l’esperto– sfrutta una capacità straordinaria del nostro sistema immunitario, chiamata memoria immunologica, ovvero la capacità di ricordarsi delle minacce che incontriamo oggi per poter reagire in modo più efficace in futuro”.

Quanto tempo serve per fare un vaccino

Le procedure previste per mettere in commercio un nuovo vaccino, così come accade per i farmaci, richiedono generalmente tempi molto lunghi.

Dopo aver costruito il vaccino in laboratorio (individuando gli antigeni in grado di stimolare la risposta del sistema immunitario), è necessario passare alle fasi di sperimentazione preclinica, utilizzando colture di cellule e modelli animali. 

L’obiettivo di queste fasi è innanzitutto valutarne l’eventuale tossicità e testarne il funzionamento. 

Solo se i risultati ottenuti indicano che il vaccino è potenzialmente efficace e sufficientemente sicuro, si può passare alla sperimentazione clinica sull’uomo.

Vaccino contro il nuovo coronavirus: un priorità per la salute pubblica

Essendo una malattia nuova, per l’infezione da SARS-Cov-2 non esiste ancora un vaccino, né sono efficaci i vaccini solitamente utilizzati per altre malattie virali come l’influenza stagionale, perché si tratta di virus completamente diversi tra loro. 

I tempi di sviluppo e di validazione sono quindi lunghi, e possono arrivare anche a 15-18 mesi. 

In una situazione di emergenza come questa però ci sono due fenomeni che potrebbero accelerare, almeno parzialmente, le tempistiche: da un lato c’è un dispiegamento di risorse senza precedenti a livello globale; dall’altro, è possibile che le autorità regolatorie consentano di passare a sperimentazioni cliniche in tempi più brevi rispetto a quanto avviene normalmente.

“L’urgenza di trovare una risposta, tuttavia, non deve andare a discapito della sicurezza nelle sperimentazioni. 

Per questo serviranno comunque parecchi mesi prima di poter avere risultati affidabili e definitivi – precisa il professor Clementi -. 

Insomma nel processo di ricerca non ci sono passaggi che si possono saltare, proprio perché dalla sua corretta esecuzione dipende anche il suo successo.”

Cosa fare nell’attesa di un vaccino per il coronavirus

In mancanza di un vaccino contro l’infezione da nuovo coronavirus e nell’attesa di sviluppare anche farmaci antivirali specifici, per fermare la pandemia diventa fondamentale seguire le misure di contenimento raccomandate dalle autorità italiane.

I virus, infatti, non si trasmettono da soli: dipendono da noi per replicarsi e dalla nostra interazione sociale per trasmettersi da individuo a individuo. 

Ecco perché con le nostre scelte individuali possiamo davvero cambiare la storia di questa pandemia.

Fonte: www.hsr.it

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