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Allergie respiratorie e Coronavirus: come distinguerli?

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Redazione 7 Maggio 2020
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Arrossamento degli occhi, congiuntivite, gonfiore delle palpebre, lacrimazione ma anche starnuti, congestione nasale, tosse e mancanza del respiro sono alcuni dei tipici sintomi riferiti da soggetti allergici a seguito dell’inalazione dei pollini: come distinguere i sintomi dell’allergia stagionale dai sintomi del nuovo Coronavirus?

Questi sintomi sono caratteristici delle allergie ma riconducibili anche a COVID-19, la malattia da nuovo coronavirus SARS-CoV-2, e possono per questo generare la preoccupazione di aver contratto il virus.

Per distinguere i due disturbi occorre prestare attenzione ai sintomi e questo vale soprattutto per coloro che soffrono per la prima volta di rinite e asma allergica. Per saperne di più abbiamo chiesto qualche indicazione alla dottoressa Marina Mauro, specialista in Allergologia e Immunologia Clinica e responsabile dell’unità operativa semplice di Allergologia di Asst Lariana.

“E’ importante sapere che la rinite allergica e l’asma non sono fattori predisponenti, cioè non sono fattori di rischio, per l’infezione da Coronavirus – spiega la dottoressa Mauro – ma se l’asma non è controllata, una sovrainfezione da virus e quindi anche da Coronavirus o da batteri, può portare a complicazioni ossia ad aggravare la malattia. Chi soffre di asma deve avere particolare attenzione”.

E’ quindi importante controllare la rinite e/o l’asma allergica con i farmaci sintomatici: antistaminici e cortisonici nasali nelle forme rinitiche, cortisonici e broncodilatatori per via inalatoria (spray) nelle forme asmatiche. “E’ bene ricordare – prosegue il medico – che il 50% dei pazienti che soffrono di rinite allergica sono anche asmatici e spesso non seguono adeguatamente le terapie suggerite, oppure le sospendono quando pensano di stare bene e non hanno più sintomi importanti. Quest’anno è più che mai importante tenere sotto controllo l’asma non autosospendendo la cura e contattando eventualmente il medico se si osserva un peggioramento del respiro nonostante si esegua correttamente la terapia”.

“I pazienti con asma grave che sono in terapia con cortisonici orali e con farmaci biologici non devono interrompere il trattamento. L’immunoterapia specifica (vaccino) sublinguale, che normalmente si esegue a domicilio, o l’immunoterapia specifica sottocute per pollini o acari (che si esegue negli ambulatori ospedalieri) possono essere proseguite durante l’attuale pandemia da COVID-19 se il paziente è asintomatico e senza esposizione o contatto con soggetti positivi al virus, oppure guariti dall’infezione e con esito negativo ai test per COVID-19”.

E ancora. “Per coloro che eseguono l’immunoterapia specifica sottocute per veleno di imenotteri (api, vespe, calabroni) non è consigliato interrompere il trattamento che è salvavita – sottolinea Mauro – Potrà essere allungato l’intervallo tra le iniezioni di richiamo che va valutata dal medico caso per caso. I soggetti, invece, con infezione sospetta o accertata da COVID-19 devono interrompere l’immunoterapia sublinguale e sottocute”.

Infine un suggerimento. “La mascherina chirurgica torna doppiamente utile: può diminuire l’inalazione di pollini, che sono ben più grandi dei virus, e quindi diminuire le fastidiose conseguenze. Usiamola quindi”.

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Fonte: www.asst-lariana.it

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