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Reumatologia, che cos’è l’artrite e come si cura?

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Redazione 4 Febbraio 2021
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Sono circa 400.000 gli italiani che soffrono di artrite: il professor Carlo Selmi, Responsabile dell’Unità di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas e docente di Humanitas University, ci spiega cos’è e come si cura.

Con il termine “artrite” intendiamo un insieme di condizioni infiammatorie croniche che colpiscono il paziente a livello delle articolazioni, provocando dolore alle articolazioni, rigidità prolungata soprattutto al mattino e difficoltà nel movimento, oltre a manifestazioni legate ad altri organi.

Di artrite ha parlato in un’intervista a TV2000 il professor Carlo Selmi, Responsabile dell’Unità di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas e docente di Humanitas University.

Il dolore è il sintomo caratteristico dell’artrite, sintomo che però è presente anche nel caso di altre malattie delle articolazioni, come per esempio l’artrosi: “Artrite e artrosi sono due patologie differenti, accomunate da un sintomo, il dolore, che, però, ha caratteristiche diverse. In caso di artrite, infatti, si tratta di un dolore che migliora con il movimento e peggiora con il riposo, mentre un dolore di natura meccanica, come quello dell’artrosi, si manifesta, all’opposto, con il movimento e il carico dell’articolazione. L’artrosi è una condizione estremamente frequente, che riguarda soprattutto le persone sopra ai cinquant’anni di età, specialmente a carico del primo dito di mani e piedi, ginocchia e anche.

Come si cura lartrite?

“Per l’artrite abbiamo a disposizione terapie molto efficaci. Possiamo infatti utilizzare farmaci più classici, come i cortisonici, o farmaci intermedi, quelli sintetici, come il metotrexate, accanto a farmaci biologici o a piccole molecole orali che hanno buone probabilità di aiutare i pazienti a condurre una vita del tutto normale”, continua lo specialista.

Cosa sono i farmaci biologici?

“Sono farmaci che vengono prodotti da cellule: nella maggior parte dei casi sono anticorpi monoclonali, ossia creati per agire contro un unico e specifico bersaglio in modo da colpire solamente i mediatori dell’infiammazione, come il TNFalfa.

Questi farmaci di solito si assumono per via sottocutanea, con delle iniezioni che si possono fare anche in autonomia, e cadenza differente: alcuni sono settimanali, altri bisettimanali, mensili o addirittura trimestrali. I farmaci biologici vanno mantenuti a bassa temperatura in frigorifero e vengono distribuiti dagli ospedali, infatti hanno un costo piuttosto elevato per il Servizio Sanitario Nazionale e la loro prescrizione è molto controllata”, approfondisce il professore. 

Integratori e attività fisica possono aiutare a combattere la patologia?

“Per quanto riguarda gli integratori, la loro efficacia è limitata e non sostituiscono una dieta equilibrata. La dieta mediterranea è ben bilanciata e secondo vari studi può aiutare a ridurre il rischio di sviluppare alcune malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide. Bisogna quindi privilegiare un’alimentazione adeguata, che includa tutti i nutrienti e necessari. È anche importante controllare il peso, un grande nemico delle infiammazioni, che tendono a peggiorare nei soggetti sovrappeso.

L’attività fisica è centrale nel controllo delle malattie reumatiche e contribuisce anche a mantenere un giusto peso. Dev’essere un’attività adeguata, a basso impatto e che, dunque, non non provochi traumi alle articolazioni. Per esempio pratiche come pilates, yoga e tai-chi, sono raccomandate per i pazienti affetti da malattie reumatiche”, conclude il professor Selmi.

L’articolo è tratto da un’intervista del professor Carlo Selmi a Il mio medico (Tv2000) del 12 gennaio 2021.

Fonte: www.humanitas.it

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