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Noduli alla tiroide: quando preoccuparsi?

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Redazione 21 Aprile 2021
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Le persone che scoprono di avere dei noduli alla tiroide sono sempre di più e i casi si sono moltiplicati negli ultimi anni, ma non è il caso di preoccuparsi immediatamente: vediamo quali sono gli approfondimenti consigliati.

L’aumento dei casi è prevalentemente una diretta conseguenza del miglioramento e della diffusione delle tecniche diagnostiche, soprattutto dell’ecografia per la tiroide, un’esame di primo livello facile da eseguire per individuare la presenza di un nodulo tiroideo.

Noduli alla tiroide: quando preoccuparsi?

Al fronte dell’aumento di incidenza dei casi viene da chiedersi: quando preoccuparsi per i noduli alla tiroide? Si stima che i noduli alla tiroide siano presenti nel 40-50% della popolazione, ma solo nel 5% dei casi  viene riscontrato un tumore alla tiroide.  

Primo step: dosaggio ormoni tiroidei

Primo step  per lo studio di un nodulo è rappresentato  dagli esami del sangue per il dosaggio degli ormoni tiroidei (T3, T4TSH), indicatori necessari per capire come funziona la ghiandola, la tiroide, e se ci si trova di fronte ad una condizione di normale attività tiroidea, o, al contrario, di ipertiroidismo o di ipotiroidismo.

Ecografia e agoaspirato citologico per la tiroide

Un altro esame di primo livello è l’ecografia tiroidea. Questo esame può evidenziare caratteristiche ecografiche del nodulo che si associano a profili di maggior rischio. L’esito dell’ecografia è utile per valutare l’opportunità di ulteriori approfondimenti. Tra gli esami di secondo livello il più importante è l’esame citologico mediante agoaspirato per la tiroide, che attraverso lo studio di cellule aspirate all’interno del nodulo consente di definire la natura della lesione. 

Noduli alla tiroide benigni o maligni

L’esito può indicare una condizione di benignità (noduli benigni alla tiroide), di malignità (noduli maligni alla tiroide), dove si impone l’asportazione totale o parziale della tiroide, oppure di incertezza. E in questi casi di dubbia malignità spesso si ricorre comunque all’intervento chirurgico anche per avere un quadro definitivo sulla natura del nodulo.
Se l’esito dell’agoaspirato delinea caratteristiche citologiche di benignità e le dimensioni dei noduli tiroidei– in genere sotto i 4 cm– sono tali da non determinare problemi compressivi, come senso di costrizione, dovuto a gozzo in accrescimento, difficoltà respiratorie o alla deglutizione, ed in assenza di segni di iperattività del nodulo allora per il paziente è sufficiente un monitoraggio a cadenze prestabilite.

La chirurgia per la tiroide e gli altri trattamenti per i noduli

Nelle situazioni in cui alla presenza del nodulo tiroideo è associato un ipertiroidismo si attivano delle terapie, inizialmente  mediche, con i farmaci che portino al controllo dell’ipertiroidismo, in modo da assestare la situazione per poi intervenire con soluzioni definitive. Tra queste rientra la chirurgia e, in alternativa, tutte gli altri trattamenti per i noduli alla tiroide che hanno l’obiettivo di distruggere la formazione, come la termoablazione, l’alcolizzazione o il trattamento con il radioiodio.
Per quanto riguarda la chirurgia per la rimozione del nodulo tiroideo l’intervento viene condotto in anestesia generale con un’incisione a livello del collo. A seconda del caso si può procedere con l’asportazione del nodulo tiroideo o con la rimozione dell’intera tiroide, tiroidectomia. Rispetto al passato è cresciuta l’attenzione anche per quello che è il risultato estetico: oggi, infatti, con l’utilizzo di tecniche mininvasive per la chirurgia della tiroide, si riesce ad intervenire grazie ad accessi di dimensioni più piccole con buoni risultati anche dal punto di vista estetico.

A Niguarda un centro multidisciplinare per la tiroide

La diagnosi e soprattutto il trattamento delle patologie tiroidee richiedono nello sviluppo del programma di diagnosi e cura l’intervento di un team di diversi specialisti, ciascuno con una specifica competenza per seguire i problemi delle tiroidi: l’Endocrinologo, il Radiologo, l’Anatomo- Patologo  il Chirurgo, gli specialisti della Medicina Nucleare, più raramente l’Oncologo e il Radioterapista. A Niguarda è attivo un gruppo multidisciplinare di specialisti, il Centro Tiroide, con il compito di trattare la patologia tiroidea a 360 gradi, riservando ad ogni singolo paziente un approccio sempre più personalizzato e modulato sulla base delle caratteristiche, dell’estensione e della gravità della malattia tiroidea.

Fonte: www.ospedaleniguarda.it

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