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Tumore ovarico: l’importanza di rivolgersi a centri specializzati

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Redazione 11 Maggio 2021
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In occasione della Giornata Mondiale del Tumore Ovarico 2021, che si è svolta lo scorso 8 maggio, gli esperti della Ginecologia Oncologica del San Raffaele, riferimento nel trattamento dei tumori rari ginecologici, fanno il punto sulla malattia e spiegano l’importanza di rivolgersi a centri specializzati. 

L’8 maggio 2021 si celebra la Giornata Mondiale del Tumore Ovarico, una neoplasia non frequente (circa 5.200 nuove diagnosi ogni anno in Italia), ma con un tasso di mortalità alto (circa 3.000 decessi all’anno) legato alla difficoltà di effettuare una diagnosi precoce. 

Facciamo chiarezza su questa patologia grazie ai nostri specialisti: il dottor Luca Bocciolone, responsabile della Chirurgia Oncologica Ginecologica presso l’Unità di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e la dott.ssa Giorgia Mangili, responsabile della Ginecologia Oncologica Medica presso la medesima Unità, diretta dal Professor Massimo Candiani. 

Tipi di tumore all’ovaio 

I tumori dell’ovaio sono di 3 tipi: 

  • i tumori epiteliali: rappresentano l’80% dei casi; i più frequenti sono i carcinomi sierosi di alto grado e insorgono perlopiù dopo la menopausa;
  • i tumori germinali: colpiscono invece le ragazze e le giovani donne;
  • i tumori stromali:sono più rari, sono diagnosticati generalmente in età perimenopausale. 

I sintomi

ll tumore dell’ovaio generalmente non dà sintomi nelle fasi iniziali e, quando presenti, possono essere vaghi aspecifici, ragione per cui si giunge spesso a una diagnosi tardiva.

Inoltre, per la popolazione generale (chi non presenta una storia familiare pregressa di tumore) non esistono programmi di screening ad hoc per la prevenzione della malattia. 

Come si cura il tumore ovarico

Il trattamento standard del tumore ovarico necessita dell’integrazione della chirurgia e delle terapie mediche poiché, nella maggior parte dei casi, la sola chirurgia non è sufficiente e deve essere integrata dalla chemioterapia.

Il chirurgo oncologo può decidere di effettuare diversi tipi di interventi, più o meno invasivi, in base a: 

  •  età della paziente;
  • stadio in cui la malattia viene scoperta

Ad esempio, alcune forme di neoplasia ovarica ad insorgenza in giovane età possono essere trattate grazie a un percorso di cura specifico, che preserva la fertilità e la funzione ormonale. 

Nei casi di malattia molto diffusa, invece, l’asportazione completa di tutta la neoplasia rappresenta il principale obiettivo del chirurgo ginecologo oncologo e può prevedere interventi complessi. 

Perché è importante rivolgersi a un centro specializzato

“I trattamenti per la cura di questa neoplasia sono complessi. Per questo motivo, è necessario che le pazienti si rivolgano a centri specializzati dove sono presenti équipe multidisciplinari in grado di offrire terapie all’avanguardia sia standard che sperimentali” spiega Luca Bocciolone. 

Inoltre, è necessario rivolgersi a centri specializzati anche perché esistono forme molto rare delle neoplasie dell’ovaio, come i tumori stromali e germinali, che necessitano di un’elevata esperienza clinica

La ginecologia oncologica del San Raffaele è riconosciuta a livello italiano ed europeo come centro di riferimento nel trattamento dei tumori rari ginecologici (EUROCAN: European network for rare adult solid cancer).

Quali sono le terapie più recenti 

Negli anni, anche per il tumore ovarico, si sono resi disponibili farmaci target come gli antiangiogenetici e i PARP inibitori

Questi ultimi, soprattutto per le pazienti che presentano mutazione dei geni BRCA, si sono rilevati molto efficaci come terapie di mantenimento al termine della chemioterapia.

I tumori BRCA mutati: l’importanza del test genetico

Grazie alla ricerca scientifica, una percentuale di donne può vedere un’effettiva diminuzione del rischio di ammalarsi.  Oggi sappiamo che circa il 20% dei casi di tumore dell’ovaio è associato ad alterazioni genetiche ereditarie. 

In queste donne si osservano mutazioni dei geni BRCA1 e 2 che aumentano la possibilità di ammalarsi di tumore della mammella e dell’ovaio o di altre neoplasie come il tumore del pancreas.

“Chi presenta questa mutazione patogenica ha un rischio aumentato di neoplasia ovarica fino a 50 volte superiore alla popolazione non mutata. 

È pertanto importante individuare tali alterazioni genetiche indirizzando le famiglie con casi di tumori della mammella e dell’ovaio e di alcune altre neoplasie a consulenze genetiche ed effettuazione di test”, afferma Giorgia Mangili.

“Individuare le portatrici di mutazioni genetiche permette di pianificare adeguate strategie di sorveglianza e prevenzione, inclusi interventi chirurgici profilattici come la rimozione delle tube e delle ovaie” spiega Luca Bocciolone. 

“Il punto essenziale quindi è far eseguire una consulenza genetica e il test a tutte le donne a rischio sulla base della storia familiare. In questo modo possiamo sperare in un futuro senza più pazienti con mutazioni di BRCA affette da tumore ovarico” conclude Mangili. 

Come preservare la fertilità in caso di tumore

Oggi le pazienti giovani affette da alcune forme di tumore ovarico, che devono intraprendere un percorso terapeutico che può determinare la riduzione o la perdita totale della fertilità, possono beneficiare delle più avanzate tecniche di crioconservazione (ovocitaria e tissutale) per preservare la capacità riproduttiva.  

All’interno dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia del San Raffaele, diretta dal Professor Massimo Candiani, gli specialisti di oncologia ginecologica lavorano in sinergia con ginecologi, biologi e psicologi del Centro Scienze della Natalità al fine offrire alle donne la possibilità di preservare la fertilità e procreare dopo la malattia.

Infine “non va trascurato il supporto psicologico, perché dalla diagnosi i momenti di difficoltà possono essere molteplici: dalla complessità della malattia e dell’iter da affrontare ai cambiamenti nella quotidianità e nelle relazioni sociali e familiari”spiegala dottoressa Giorgia Mangili, responsabile Ginecologia Oncologica Medica presso IRCCS Ospedale San Raffaele e presidente della onlus Salute allo Specchio la cui missione è supportare la donna in cura per patologie oncologiche.

Fonte: www.hsr.it

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