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Cisti al seno: quali sono gli esami per la diagnosi?

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Redazione 27 Luglio 2021
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A partire dai 30 anni circa è possibile che molte donne si accorgano che il proprio seno ha attraversato alcuni cambiamenti e potrebbero avvertire durante l’autopalpazione l’eventuale presenza di noduli: questi noduli possono rivelarsi delle cisti di natura benigna dunque, prima di allarmarsi, è sempre opportuno rivolgersi a un medico specialista ed effettuare gli esami per la diagnosi.

Ne parliamo con il dottor Claudio Andreoli, senologo di Humanitas.

Che cosa sono le cisti?

Le cisti al seno si formano abitualmente dai 35 anni circa fino alla menopausa e si presentano come lesioni saccate a contenuto liquido. A seguito della menopausa, l’involuzione della struttura della mammella comporta una minore possibilità che si vadano a sviluppare ulteriori formazioni cistiche.

“Abitualmente, in una singola mammella possono formarsi più cisti, le cui dimensioni variano da pochi millimetri arrivando anche a diversi centimetri. In alcuni casi possono comparire rapidamente, provocando preoccupazione nelle pazienti che, autopalpandosi, riscontrano una tumefazione, spesso dolente, che pochi giorni prima non era presente. Le cisti di maggiori dimensioni e situate in una zona più superficiale si mostrano alla palpazione come noduli dalla superficie liscia e regolare, con consistenza teso-elastica e scarsa mobilità”, spiega il dottor Andreoli.

Cisti al seno: quali esami fare per la diagnosi?

Le cisti si identificano facilmente grazie all’uso ragionato e combinato di mammografia, ecografia e visita senologica.

“L’ecografia è l’esame più adatto per la diagnosi delle cisti. Infatti elimina ogni dubbio sulla natura solida o liquida dei noduli ed è in grado di stimarne le dimensioni ed escludere la presenza nella cavità cistica di eventuali lesioni, come papillomi, o i molto più rari carcinomi intracistici.

Nella mammografia le cisti vengono visualizzate come opacità tondeggianti dai contorni netti: quando, dunque, sono numerose e raggruppate possono nascondere la presenza di un’eventuale lesione maligna insorta in prossimità. Per questo è importante eseguire entrambi gli esami, che si completano a vicenda. Le pazienti dovrebbero sottoporsi a mammografia ed ecografia sia quando sono già a conoscenza della presenza di noduli, sia con regolarità (e anche in assenza di sintomi) una volta compiuti i 40 anni” approfondisce lo specialista.

Cisti al seno: come si curano?

In genere, una volta che le cisti vengono individuate con certezza non sono necessarie terapie. Tuttavia, se fossero voluminose o risultassero tese, o ancora fossero dolenti o provocassero fastidi, è possibile effettuare un intervento di aspirazione: si tratta di una manovra semplice, che non provoca alcun dolore alla paziente.

Il liquido che viene aspirato si presenta abitualmente limpido, a meno che la cisti non sia infiammata, eventualità per cui potrebbe risultare più denso o corpuscolato. Il colore del liquido può essere giallastro, verdastro o marroncino.

Se al momento dell’aspirazione si dovesse riscontrare anche la presenza di sangue, è bene procedere con l’esame citologico del liquido.

“A seguito dell’aspirazione del liquido, è possibile che si verifichino delle recidive: se questo dovesse succedere in modo continuativo, la situazione clinica della paziente andrà rivalutata con attenzione”, conclude il dottor Andreoli.

Fonte: www.humanitas.it

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