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Artrite e malattie reumatologiche, l’importanza della diagnosi precoce

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Redazione 18 Ottobre 2022
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In genere si ritiene che l’artrite e le malattie reumatologiche riguardino solo le persone anziane e invece non è così: parliamo dei sintomi e dell’importanza della diagnosi precoce con la reumatologa di Humanitas Gavazzeni.

È vero che esistono patologie reumatologiche tipiche dell’età più matura, come la polimialgia reumatica e le artriti microcristalline, ma è altrettanto vero che il paziente-tipo che si sottopone a una visita reumatologica è oggi una persona di età giovane-adulta che presenta patologie reumatologiche di tipo infiammatorio.

Anzi, a essere più precisi si tratta di una paziente-tipo, perché quelle reumatologiche sono malattie che colpiscono più la donna dell’uomo. Perché questo accade ce lo spiega la dottoressa Marta Riva, Responsabile della Reumatologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo: «La donna è più colpita perché ha un sistema immunitario che funziona in modo differente da quello dell’uomo. La donna ne ha uno più reattivo, più scattante, che protegge con più vigore dalle infezioni ma ha una minor tolleranza antigenica, rispetto all’uomo, e per questo è più soggetta alle allergie e alle malattie autoimmuni, come sono la maggior parte delle patologie reumatologiche».

Dottoressa Riva, le malattie reumatologiche sono note per la loro influenza sulle articolazioni. Ma i loro effetti si riducono a quelle parti del nostro corpo?

«Le malattie reumatologiche sono patologie molto complesse e riguardano, è vero, soprattutto le articolazioni. Ma non solo: sono malattie sistemiche, che riguardano dunque tutti gli organi del nostro corpo, in particolare la pelle, i polmoni e gli occhi. Sono caratterizzate da due elementi fondamentali: il dolore e l’infiammazione, che sono sempre presenti ma in proporzioni variabili, a seconda delle patologie».

Tra le malattie reumatologiche si distinguono quelle considerate di tipo infiammatorio e quelle di tipo non infiammatorio. Come si distinguono?

«Quelle di tipo infiammatorio sono caratterizzate da sintomi come malesserefebbricolastanchezza e da una rigidità articolare spesso presente. C’è in genere un’alterazione degli esami di laboratorio e a livello dell’articolazione colpita oltre al dolore si manifestano calore e gonfiore. Ne fanno parte le artriti, le più diffuse tra queste patologie, le malattie del gruppo delle connettiviti e alcune forme più gravi come le vasculiti. I disordini non infiammatori, invece, non presentano sintomi sistemici e nemmeno alterazioni a livello di esami di laboratorio. Si tratta in prevalenza di malattie degenerative della cartilagine, come l’artrosi, o di malattie caratterizzate da un dolore muscolo-scheletrico diffuso».

Parliamo dell’artrite. Sotto quale forma si può presentare?

«Quella più nota e diffusa è l’artrite reumatoide, ma ce ne sono anche altre forme. Tra quelle croniche ci sono le artriti associate a problematiche cutanee come la psoriasi, in questo caso parliamo di artrite psoriasica, le artriti che interessano prevalentemente la colonna e possono essere associate a problematiche anche extra-articolari come le malattie infiammatorie dell’intestino e poi ci sono le artriti infiammatorie oculari. Tra le artriti di più breve durata ci sono quelle virali, quelle parainfettive e quelle che appartengono al grande capitolo di artriti che sono legate a vari tipi di problematiche come quelle che riguardano il metabolismo dell’acido urico, tra cui la famosa gotta, che hanno un esordio spesso acuto. È un mondo davvero vario e complesso».

Come si può riconoscere un’artrite reumatoide in base ai sintomi provati?

«Il primo sintomo dell’artrite reumatoide è un dolore articolare che si sviluppa anche a riposo, fin dal mattino e a volte anche durante la notte. È un dolore di tipo “meccanico”, che peggiora con gli sforzi, con il movimento, e che a volte può essere conseguenza di un trauma o di interventi chirurgici o di altre procedure eseguite in precedenza. Al dolore si accompagna una certa rigidità articolare che rende difficoltosi i movimenti. Ma non sempre i sintomi sono così evidenti e per questo è importante sottoporsi a una visita reumatologica nel caso in cui si avverta un mal di schiena costante e presente la notte o un mal di schiena mattutino associato a rigidità o a una lenta ripresa dei movimenti».

In presenza di artrite è meglio fare movimento o mantenere una condizione di riposo?

«Il primo consiglio è sicuramente quello di fare movimento. È provato che le persone che si muovono di meno o che magari sono sovrappeso o addirittura obese hanno un peggioramento del quadro articolare infiammatorio. Il movimento, naturalmente quello mirato e proporzionato allo specifico stato di salute, aiuta a stare meglio. Dal punto di vista del peso, può capitare che il paziente che è sovrappeso tenda a fare sempre meno movimento perché ha dolore, ma anche perché socialmente si vergogna a mostrarsi. Questo crea un circolo vizioso errato, perché la mancanza di movimento peggiora la sua situazione e può anche contribuire, tra l’altro, ad aumentare il rischio cardiovascolare che nei pazienti che hanno un’artrite è già di per sé piuttosto alto».

Malattie reumatologiche, è possibile prevenire l’artrite?

«No, per quanto riguarda l’artrite purtroppo non si può parlare di prevenzione pura. Quello che si può fare è però prestare attenzione fin da subito ai vari sintomi che possono presentarsi, così da consentire al medico specialista di pervenire a una diagnosi precoce che è importantissima perché può condurre a una cura tempestiva ed efficace, in grado di rallentare quanto prima possibile la progressione della malattia».

Articolo ispirato a intervento nel programma “Il medico risponde” di Milanow

Fonte: www.gavazzeni.it

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