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Approfondimenti Medicina

Spondilite anchilosante, quali sono i sintomi e quali le terapie?

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Redazione 14 Febbraio 2023
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La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica che colpisce prevalentemente la colonna vertebrale a livello dorso-lombare e cervicale e le articolazioni sacroiliache: ne parliamo con il reumatologo.

L’infiammazione delle vertebre (“spondilite”), di cui è composta la colonna vertebrale, comporta dolore e limitazione funzionale, che tipicamente peggiora a riposo e migliora con degli esercizi per la spondilite anchilosante.

Spondilite anchilosante: i sintomi

Nonostante il mal di schiena (la lombalgia) rappresenti un’esperienza assolutamente comune, la sintomatologia del paziente affetto da spondilite anchilosante ha delle caratteristiche ricorrenti che possono orientare la diagnosi. La durata dei sintomi della spondilite anchilosante, infatti, deve essere superiore ai 3 mesi. Inoltre la lombalgia tende ad accentuarsi a riposo e durante la notte con risvegli notturni per il dolore. Tra le particolarità figurano anche il fatto che la lombalgia migliora con il movimento e con l’attività fisica e che al risveglio ci si sente rigidi e impacciati con un miglioramento della sintomatologia dopo circa un’ora.

Spondilite anchilosante e invalidità

Nelle fasi più avanzate il processo infiammatorio può risalire lungo la colonna vertebrale ed interessare anche la regione dorsale e cervicale, con tendenza nelle fasi più avanzate alla anchilosi vertebrale ossia la formazione di ponti ossei che saldano i due capi articolari. In questo caso si assiste ad una compromissione della normale curvatura della colonna. Quasi la metà dei pazienti affetti da spondilite anchilosante presenta anche un coinvolgimento delle articolazioni periferiche. In particolare possono essere interessate le articolazioni degli arti inferiori, come anche, ginocchia e caviglie; più raramente quelle degli arti superiori (in particolare gomiti e polsi). In questo caso le articolazioni sono dolenti, calde, tumefatte, condizioni che impediscono del tutto o parzialmente i movimenti, in questi casi si parla di casi con spondilite anchilosante ad alto impatto di invalidità.

La diagnosi

La diagnosi viene generalmente effettuata sulla base del quadro clinico, degli esami di laboratorio e degli esami strumentali. Negli ultimi anni i trattamenti per la spondilite anchilosante hanno fatto importantissimi progressi, oggi è possibile rallentare o talvolta addirittura arrestare il danno articolare.

Le cure con farmaci e fisioterapia

La terapia farmacologica si avvale dell’ausilio dei FANS (anti-infiammatori non steroidei) e, sempre più, dei farmaci biologici attivi contro una particolare molecola (TNFalfa). Ma tra le cure rientra anche la fisioterapia L’attività fisica è, infatti, parte integrante nel programma terapeutico. Ci sono degli esercizi per la spondilite anchilosante che se svolti quotidianamente aiutano a mantenere una postura corretta, contribuiscono a migliorare la mobilità articolare e svolgono un’azione antidolorifica.

Più colpiti i maschi

La patologia tende ad esordire in giovane età (20-30 anni), con particolare predilezione per i maschi – 3 volte più colpiti rispetto alle donne – e tende ad avere un’evoluzione molto lenta. Non è una patologia frequente, infatti tende a coinvolgere meno dello 0.5% della popolazione. La causa non è nota, come per molte patologie reumatologiche, anche se si ipotizza che il contributo di fattori genetici (gene HLA-B27 ed altri) ed ambientali (infezioni comuni) possano favorirne l’insorgenza.

Fonte: www.ospedaleniguarda.it

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