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Approfondimenti Medicina

Cause, sintomi e rimedi per l’ipotiroidismo

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Redazione 28 Febbraio 2023
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La tiroide è una ghiandola molto importante per il nostro organismo ed è situata alla base del collo: la più frequente condizione che interessa questa ghiandola è l’ipotiroidismo.

La tiroide importante perché produce gli ormoni tiroidei che regolano il metabolismo e la produzione energetica del nostro corpo e, quindi, anche la crescita durante la crescita e la fertilità nella donna in età giovanile. 

Diverse condizioni di malattia possono interessare la ghiandola tiroidea in tutte le fasce d’età. La più frequente è la condizione di ipotiroidismo in cui la ghiandola tiroide non riesce più a produrre un’adeguata quantità di ormoni tiroidei per il fabbisogno del nostro organismo. Le cause possono essere molteplici: dalla Tiroidite di Hashimoto fino ad alcuni trattamenti specifici per neoplasie.

La professoressa Sabrina Corbetta, responsabile del Servizio di Endocrinologia e Diabetologia all’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio spiega quali sono i sintomi, come arrivare a una corretta diagnosi e come trattare questa patologia nella maniera più efficace.

L’incidenza e le cause dell’ipotiroidismo

“L’ipotiroidismo è una condizione molto frequente soprattutto nei soggetti di sesso femminile; nelle casistiche delle forme più lievi, può interessare fino al 2% della popolazione

In questa specifica condizione, la tiroide non è più in grado di produrre gli ormoni FT3 e FT4 per soddisfare le esigenze del nostro organismo – spiega la prof.ssa Sabrina Corbetta -. Gli ormoni tiroidei, infatti, sono molto importanti per il controllo del metabolismo energetico, sia in termini di dispendio energetico, sia in termini di scorte energetiche sotto forma di grasso o di glicogeno nel fegato e nei muscoli. 

Le cause di ipotiroidismo sono molteplici e le più frequenti sono quelle acquisite. Tra queste vi sono: 

  • forme autoimmunitarie come la Tiroidite di Hashimoto (o tiroidite cronica autoimmune), processo infiammatorio autoimmune della tiroide dove il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule della ghiandola riducendo quindi la capacità di produrre ormoni tiroidei; 
  • alcune tiroiditi virali;
  • alcuni interventi chirurgici che richiedono la parziale o completa asportazione della ghiandola tiroidea (tiroidectomia totale); 
  • determinati trattamenti radiometabolici o con lo iodio anche per malattie tumorali benigne o maligne della tiroide”. 

Esistono anche forme congenite molto importanti perché non sono così infrequenti (1 caso ogni 2.000 nati circa). A questo proposito, da qualche anno, è stato introdotto (Regione Lombardia è stata una delle prime) lo screening alla nascita per la rilevazione dell’ipotiroidismo congenito, in cui viene misurato l’ormone ipofisario TSH, sulla goccia di sangue prelevata dal tallone, per identificare il più precocemente possibile quei bambini che nascono o senza tiroide o con emiagenesie della tiroide (presenza di metà tiroide), al fine di avviare subito la terapia di sostituzione per garantire loro uno sviluppo cognitivo idoneo, senza ritardi.

I sintomi dell’ipotiroidismo 

L’ipotiroidismo si manifesta con segni piuttosto aspecifici per cui spesso è difficile identificarlo e spesso varia da soggetto a soggetto. Tipici sintomi sono: 

  • profonda stanchezza, che a volte arriva persino a impedire le attività della vita quotidiana; 
  • tendenza ad aumentare di peso o a non perdere peso durante un trattamento dietetico; 
  • aumento dell’ipostenia (indebolimento) a livello muscolare; 
  • sonnolenza; 
  • intolleranza al freddo; 
  • a volte anche stipsi. 

“Le donne in età fertile con desiderio di gravidanza, soprattutto se soggetti con familiarità per ipotiroidismo oppure con altre malattie autoimmuni (es. artrite reumatoide, lupus, vitiligine, celiachia), dovrebbero controllare la loro funzione tiroidea prima di avere un concepimento proprio perché la tiroide deve lavorare bene in questa occasione, sia per l’andamento della gravidanza, sia per lo sviluppo dell’embrione prima e del feto dopo – continua l’endocrinologo -. Gli ormoni del nascituro iniziano a svilupparsi dal 4° mese in poi, prima utilizza quelli della mamma, per questo è importante che tutto funzioni al meglio.

Nei soggetti ipotiroidei, a livello di sintomi, sono frequenti alterazioni dei cicli mestruali, tra cui polimenorrea, cioè quella condizione in cui i cicli mestruali tendono ad accorciarsi.

Negli anziani, i sintomi sono di tipo neurocognitivo con decadimento che non è associabile alla classica demenza senile, bensì alla condizione della tiroide; mentre nei bambini, si verifica un’interruzione o un rallentamento della crescita in altezza”.

Come diagnosticare l’ipotiroidismo

Quando vi è un sospetto di mal funzionamento della tiroide, è bene effettuare un esame del sangue, quindi un prelievo ematico, tramite cui determinare le concentrazioni degli ormoni tiroidei, in particolare TSH, FT3 e FT4. 

Il TSH è un ormone prodotto dall’ipofisi che regola la funzione della ghiandola tiroide, ma è un marcatore molto sensibile in grado di mostrarci il funzionamento della tiroide stessa. Se si riscontrano valori aumentati di TSH e valori ridotti di FT3 e FT4 rispetto ai limiti di normalità, si è già di fronte a una diagnosi di ipotiroidismo conclamato che deve essere trattato. 

La terapia sostitutiva per l’ipotiroidismo

“Come trattamenti si ricorre a una terapia sostitutiva: laddove la tiroide non riesce più a produrre ormoni tiroidei a sufficienza, si sopperisce a questa mancanza fornendo questo tipo di ormone dall’esterno – specifica l’esperta -. Si ha a disposizione un ormone di sintesi assolutamente identico all’ormone mancante prodotto dalla ghiandola tiroide, per cui non viene riconosciuto come estraneo dal nostro organismo. È una terapia molto ben tollerata che riesce a sostituire in pieno quella che è la funzione della ghiandola tiroide, anche durante la gravidanza. 

Nelle donne ipotiroidee è assolutamente obbligatorio, per la salute dell’embrione prima e del feto poi, continuare la terapia sostitutiva soprattutto durante la gestazione

L’ormone tiroideo di sintesi – conclude Corbetta – è una terapia sicura. Una volta stabilito anche il dosaggio ottimale sono sufficienti controlli annuali per verificare che tale dosaggio sia sempre adeguato per la condizione del paziente. Attualmente sono disponibili diverse formulazioni che aiutano a individualizzare il dosaggio di L-tiroxina ottenendo un compenso ottimale in ogni soggetto”.

Fonte: www.grupposandonato.it

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