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Approfondimenti Medicina

Pressione alta e reni: qual è il legame?

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Francesca 19 Maggio 2023
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Pressione arteriosa e reni sono legati a doppio filo: i reni controllano la pressione sanguigna e regolano il volume circolante (regolando l’eliminazione di acqua e sodio), la vasodilatazione e la vasocostrizione, determinando così rispettivamente l’abbassamento e l’innalzamento pressorio. D’altra parte, anche l’elevata pressione sanguigna nuoce ai reni danneggiandone i vasi sanguigni, in particolare il glomerulo, il centro della funzione renale. 

Ma quali sono i valori ideali della pressione e le malattie renali collegate all’ipertensione? Come accorgersi che qualcosa non va e come intervenire? Ne parliamo con la dottoressa Chiara Lanzani e il dott. Marco Simonini, nefrologi presso l’Unità di Nefrologia e Dialisi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal Professor Giuseppe Vezzoli.

Quali sono i valori ideali e ogni quanto misurare la pressione

Le linee guida della società europea di ipertensione (ESH) considerano la pressione arteriosa ottimale quando è minore di 120 (sistolica, o pressione massima) e 80 (diastolica, o pressione minima) mmHg. Al di sopra di 130 mmHg di massima e 85 mmHg di minima si parla di pressione ‘borderline‘ o ‘pre-ipertensione’ e, superati i 140/90 mmHg, di ipertensione vera.

Tali valori si riferiscono alla pressione misurata ‘fuori dalle mura domestiche’, ovvero in condizioni di normale attività giornaliera. Poiché aumenta in conseguenza di attività fisica e stress di varia natura, è consigliabile misurarla seduti e dopo almeno 10 minuti di riposo.

È raccomandato per tutti misurare la pressione almeno 1 volta all’anno. Persone anziane, con familiarità per ipertensione, sovrappeso o obese, con problemi ai reni, diabetiche o che fanno una vita sedentaria, e donne che assumono estroprogestinici è importante che misurino la pressione con più frequenza. 

Le donne, inoltre, devono essere più attente ai loro valori pressori: 

  • durante la gravidanza, momento in cui la pressione deve essere monitorata strettamente;
  • dopo la menopausa, visto il normale aumento dei valori in questa epoca della vita. 

È importante che il paziente non sottovaluti un aumento di pressione e che comunichi al proprio medico eventuali variazioni, anche repentine, o sbalzi.

Come la pressione alta influisce sul funzionamento dei reni

Il legame tra funzionamento dei reni e pressione è molto stretto: l’ipertensione è causa e conseguenza dell’insufficienza renale, poiché la pressione alta danneggia e indebolisce i vasi sanguigni, inclusi quelli renali. 

I reni, a loro volta, esercitano un controllo sulla pressione attraverso l’azione degli ormoni renina-angiotensina-aldosterone e controllano i vasi sanguigni. Quando sono danneggiati, non riescono più ad eliminare alcune sostanze di scarto e a regolare l’eliminazione di acqua e sodio, che accumulandosi aumentano ulteriormente la pressione. Si tratta quindi di un vero e proprio circolo vizioso!

Quali sono le malattie renali che dipendono dall’ipertensione

La pressione alta è responsabile di una malattia dei reni chiamata ‘nefroangiosclerosi’, una delle principali cause di insufficienza renale cronica in Italia e nel mondo occidentale. Si tratta di una malattia renale causata dall’ipertensione arteriosa non controllata per anni, che si verifica quando l’ipertensione cronica danneggia i piccoli vasi, i glomeruli e il tessuto tubulo-interstiziale, causando un’insufficienza renale cronica e progressiva.

I sintomi a cui prestare attenzione

L’insufficienza renale non dà sintomi al momento della sua comparsa, ma in alcuni pazienti possono essere evidenti edemi alle caviglie, segno che il rene non elimina l’acqua in eccesso. Altri sintomi sono:

  • difficoltà nel controllo della pressione;
  • debolezza e affaticamento cronico;
  • scarsa memoria e capacità di concentrazione e irascibilità;
  • perdita dell’appetito, nausea e vomito (nei casi più gravi);
  • alito dall’odore sgradevole;
  • dolore addominale, debolezza muscolare e crampi;
  • prurito;
  • diminuzione della quantità di urine prodotta;
  • riduzione della libido; 
  • affanno. 

Anche la pressione alta è per lo più asintomatica. A volte, però, quando eccessivamente alta può causare:

  • mal di testa; 
  • perdita di sangue dal naso;
  • stordimento e vertigini;
  • ronzii nelle orecchie;
  • alterazioni della vista (ad esempio, dei punti luminosi davanti agli occhi o la visione sdoppiata);
  • sudorazione fredda. 

Attenzione all’alimentazione 

Assumere troppo sale danneggia il rene perché rende la pressione arteriosa incontrollabile. Lo studio REIN, infatti, ha dimostrato che i pazienti che consumavano quantità eccessive di sale, progredivano più velocemente verso uno stadio avanzato di malattia renale.

D’altra parte, gli studi effettuati sulla dieta a basso contenuto di sale (3-5 gr al giorno) ne dimostrano inconfutabilmente i benefici in termini di normalizzazione della pressione arteriosa e quindi riduzione della terapia antipertensiva, se necessaria.

Attenzione anche all’eccesso nel consumo di alcool: bere troppo aumenta la pressione arteriosa e, facendo urinare di più, altera l’equilibrio di sostanze come il sodio e il potassio, calcio e fosforo.

Anche un apporto eccessivo di proteine con la dieta (sia alimentare sia per l’utilizzo di integratori proteici per fini sportivi) può causare danno renale: uno studio, condotto dall’università di Singapore e pubblicato sul Journal of American Society of Nephrology, ha dimostrato che un consumo eccessivo di carne rossa aumenta il rischio di andare incontro a insufficienza renale. 

Da ultimo, l’utilizzo sconsiderato e senza supervisione medica di integratori proteici può portare allo sviluppo di nefrite interstiziale ed insufficienza renale cronica.

Come capire se i reni sono sani

La malattia renale agli stadi iniziali è spesso poco sintomatica. Per indagare lo stato di salute dei reni è necessario rivolgersi al medico in modo da effettuare accertamenti mirati: la malattia renale cronica inizialmente determina prevalentemente alterazioni dei livelli di alcune molecole nel sangue e nelle urine: creatinina e urea, per esempio, prodotti di scarto del metabolismo normalmente filtrati ed eliminati dai reni, sono aumentati. 

Gli esami principali, utilizzati per capire quanto i reni siano in condizioni ottimali, sono:

  • analisi delle urine, che può evidenziare molte anomalie come la presenza di sangue, di proteine e glucosio;
  • ecografia dell’addome, utile per avere una fotografia del rene: ci dice la forma dei reni, le sue dimensioni e la sua conformazione. Inoltre, può anche identificare la presenza di una ostruzione al decorso normale delle urine come calcoli o altre problematiche.

10 regole d’oro per salvaguardare i reni

Insieme agli esperti vediamo qualche consiglio per salvaguardare la salute dei reni:

  1. fai attenzione a non ingrassare, controlla il peso con l’attività fisica regolare e la dieta;
  2. limita l’assunzione del sale a casa a 5 g (un cucchiaino);
  3. evita i preconfezionati e arricchiti di sale e insaporitori salati;
  4. mangia più frutta e verdura;
  5. bevi in abbondanza, almeno 2 litri di acqua al giorno (salvo diversa indicazione dei tuoi curanti);
  6. non fumare; 
  7. limita il consumo di alcol;
  8. misura la pressione arteriosa almeno una volta all’anno (recandoti dal medico o in farmacia);
  9. sottoponiti a una visita e a esami del sangue almeno una volta all’anno;
  10. segui le indicazioni del medico: non modificare la terapia senza il suo consenso.

Fonte: www.hsr.it

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