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Tumori gastrointestinali, la chirurgia mininvasiva preserva la qualità di vita

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Francesca 7 Giugno 2023
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In Lombardia e in provincia di Cremona, i tumori gastrointestinali contano un’incidenza pari a 40 casi su 100 mila abitanti, significativamente più alta rispetto alle altre zone d’Italia: la chirurgia endoscopica mininvasiva e la diagnosi precoce sono gli strumenti a disposizione degli specialisti dell’Ospedale di Cremona per intervenire in modo mirato e tempestivo, trattando casi che fino a pochi anni fa avrebbero richiesto approcci più invasivi e radicali. 

Tumori gastrointestinali e chirurgia mininvasiva

Come spiega Roberto Grassia (Direttore della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva all’Ospedale di Cremona) «Le resezioni endoscopiche avanzate sono procedure terapeutiche che consentono di asportare neoplasie superficiali dell’apparato gastrointestinale (stomaco, esofago e colon). Spesso si tratta di polipi benigni o maligni, ma qualora si sospetti un’infiltrazione più profonda è necessario ricorrere alla chirurgia. Grazie alle nuove tecniche di cui disponiamo, oggi possiamo rimuovere queste lesioni per via endoscopica, evitando di asportare l’intero organo».

TECNICHE MININVASIVE

Le mucosectomie (EMR) e più recentemente le dissezioni sottomucose (ESD) consentono di asportare lesioni anche di notevoli dimensioni (anche oltre i 5-6 centimetri). Nello specifico, le dissezioni sottomucose prevedono una particolare manovra microchirurgica che consente di “scollare” gli strati superficiali per intervenire solo sul tessuto interessato. Ciò consente di ridurre al minimo l’entità dell’intervento, preservando le funzionalità d’organo ed evitando il ricorso alla chemioterapia.

All’Ospedale di Cremona queste metodiche complesse sono in uso da diversi anni, con ottimi risultati in termini di efficacia e impatto sulla qualità di vita dei pazienti. «Eseguiamo in media cinque mucosectomie a settimana e tre dissezioni sottomucose al mese su pazienti diagnosticati nelle strutture del’Asst di Cremona o provenienti da altri presidi», prosegue Grassia. «Si tratta di procedure ordinarie svolte in regime di degenza giornaliera o ricovero, con assistenza anestesiologica nei casi più complessi. Se eseguiti correttamente, questi interventi permettono ai pazienti di tornare alle proprie abitudini quotidiane in una  o due settimane, mantenendo comunque nel tempo una sorveglianza attiva».

TORNARE ALLA VITA DI PRIMA

«Se penso a ciò che ho potuto evitare, mi sento fortunato», afferma Guido, uno degli ultimi pazienti presi in carico dalla Gastroenterologia dell’Ospedale di Cremona. Una gastroscopia effettuata nel 2017 aveva portato alla diagnosi di gastrite atrofica, correlata allo sviluppo di una lesione neoplastica superficiale, asportata radicalmente. A distanza di cinque anni, l’ultima visita di controllo ha evidenziato una nuova lesione tumorale a fianco della cicatrice lasciata dall’intervento precedente.

«Questo impediva lo scollamento tra la tonaca muscolare e la sottomucosa – spiega Grassia – nessuna tecnica tradizionale avrebbe consentito un’asportazione “pulita” della lesione. Fino a pochi anni fa, casi di questo tipo richiedevano la rimozione di metà stomaco. Dopo aver discusso il caso in equipe multidisciplinare con la Chirurgia generale di Cremona (diretta da Gian Luca Baiocchi) abbiamo optato per una dissezione sottomucosa, al fine di preservare l’organo e le sue funzionalità. Grazie all’esperienza maturata e alle strumentazioni a disposizione, siamo riusciti a tagliare il tessuto cicatriziale fibra per fibra, in modo da consentire una asportazione radicale del tumore con margini puliti senza intaccare i tessuti sottostanti».

L’esame istologico effettuato successivamente dall’Anatomia Patologica (diretta da Marco Ungari) ha confermato la completa asportazione del tumore, avviando il percorso di guarigione in collaborazione con il centro TAO (diretto da Sophie Testa) per impostare le terapie necessarie al caso. «Oggi sto benissimo – conferma il paziente – Nelle settimane successive alla dimissione ho seguito le indicazioni dei medici e proseguirò con i controlli di routine. Mi sento tranquillo: ringrazio l’équipe che si è presa cura di me e mi ha permesso di tornare alla vita di tutti i giorni, non è scontato».

Fonte: www.asst-cremona.it

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