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Terapia focale, laser contro il tumore alla prostata: Humanitas Gavazzeni fa scuola

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Francesca 10 Luglio 2023
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Un ospite speciale ha fatto visita, negli ultimi giorni di giugno, all’équipe di Urologia di Humanitas Gavazzeni per assistere ad un intervento per il trattamento del tumore alla prostata utilizzando la terapia focale, coordinato dal dottor Vincenzo Altieri, urologo di Humanitas Gavazzeni.

L’ospite, arrivato dal Chelsea and Westmister Hospital di Londra, ha assistito in sala operatoria all’operazione con la specifica tecnica che viene utilizzata solo in pochi centri in Italia per poterla imparare e formarsi, per un continuo e proficuo scambio di competenze specifiche.

La terapia focale contro il tumore alla prostata: di cosa si tratta

La terapia focale è una tecnica che viene eseguita in pochi centri in Italia. Attraverso l’utilizzo di un laser multicanale a diodi permette di praticare necrosi coagulative nelle aree segnalate come sospette tumorali dalla risonanza magnetica e poi convalidate dalla biopsia. Questo significa che con degli speciali aghi ultrasottili è possibile raggiungere le aree sospette e andarle a “bruciare” con il laser, con il risultato di bloccare il tumore diminuendo il rischio di progressione della malattia e senza toccare tutto ciò che sta attorno.

Il tessuto bruciato in seguito viene riassorbito e sostituito naturalmente da tessuto cicatriziale o nuovo. La precisione della bruciatura permette di salvaguardare i nervi sessuali e di non incidere negativamente su aspetti legati all’impotenza, all’incontinenza urinaria o all’eiaculazione retrograda.

Il trattamento viene effettuato in una sola seduta in anestesia locale, della durata al massimo di un’ora, in regime di day-surgery e non ha alcuna controindicazione.

Il tumore alla prostata oggi

In Italia il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta il 18,5 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: le stime relative all’anno 2020 parlano di 36.074 nuovi casi l’anno a livello nazionale. Nonostante l’incidenza elevata, il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo e, rispetto al 2015, nel 2020 è stata stimata una riduzione dei tassi di mortalità del (-15,6 per cento).

Fonte: www.gavazzeni.it

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