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Sciopero infermieri e personale sanitario non medico

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Redazione 31 Marzo 2022
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È in arrivo uno sciopero nazionale degli infermieri e di tutto il personale sanitario non medico afferente alle qualifiche del comparto Sanità, proclamato dall’associazione sindacale Nursing Up.

Sciopero infermieri e personale sanitario non medico

Si comunica che l’Associazione Sindacale Nursing Up ha proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata dell’8 aprile 2022 degli infermieri e di tutto il personale sanitario non medico afferenti alle qualifiche del comparto della Sanità operanti nelle ASL, nelle Aziende Ospedaliere e negli Enti della Sanità Pubblica.
Allo sciopero ha aderito l’Associazione Sindacale COINA.

Come prevedono le norme vigenti saranno garantiti i servizi minimi essenziali, in particolare le urgenze, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all’adesione allo sciopero.

Cosa chiedono gli infermieri

Lo sciopero parte dalla protesta contro l’aumento del Governo di soli 26 centesimi lordi per ogni ora di indennità lavoro notturno, ma non solo. Dal comunicato di Nursing Up:

CHIEDIAMO :

  1. Un‘area contrattuale infermieristica e per le altre professioni sanitarie che riconosca peculiarità,
    competenza e indispensabilità ormai evidenti di categorie che rappresentano oltre il 52% delle forze
    del Servizio sanitario nazionale e che, assieme alle altre professioni sanitarie non mediche
    raggiungono oltre il 76% degli organici delle professioni sanitarie.
  2. Una congrua integrazione dell’ ” indennità di specificità infermieristica “ e di quella “di tutela del
    malato e di promozione della salute” ,di cui all’articolo 1), commi . 409 e 410 della Legge n.
    178/2020.
  3. Adozione di specifiche disposizioni per una reale attività di contrasto della violenza verso gli
    infermieri nei luoghi di lavoro, aberrazione che ormai ha raggiunto l’acme nelle strutture sanitarie
    pubbliche, da realizzarsi anche attraverso l’introduzione di presidi di vigilanza da parte delle forze
    dell’ordine e/o strutture private , oltre al costante monitoraggio e prevenzione di tali fatti che mettono
    in pericolo l’incolumità psicofisica degli interessati.
  4. Risorse economiche sufficienti ed idonee direttive all’ARAN , per garantire il riconoscimento e
    valorizzazione sul piano economico le profonde differenze tra le professioni sanitarie ex legge
    42/1999 e le altre professioni che svolgono attività funzionali e/o strumentali nel comparto pubblico
    della Salute, differenza sempre esistite, ma rese ancora più evidenti da COVID-19.
  5. Immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella generalità dei
    presidi ospedalieri e sul territorio. Aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli
    accessi universitari , perché gli infermieri attuali non bastano, ne mancano ormai tra 80 mila e 100
    mila , ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso
  6. Immediata modifica del comma 464-bis , introdotto con l’articolo 20 del DL n. 41 del 22 arzo 2021 .
    convertito in legge del 21 maggio 2021, n 69 , garantendo che agli infermieri ed al personale delle
    altre professioni sanitarie di cui alla legge n 42/1999 , che intrattengono un rapporto di dipendenza
    con gli Enti e/o le strutture del SSN, venga garantito, al pari degli altri professionisti sanitari laureati,
    l’estensione dell’avvenuta la rimozione del vincolo di esclusività non solo per l’effettuazione delle
    vaccinazioni, ma a tutto l’alveo delle attività di loro competenza
  7. Direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del
    comparto, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore
    settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici .
    Direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti
    e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 ,e per la valorizzazione economico giuridica della
    funzione di coordinamento , valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati;

Il comunicato di Nursing Up

Il Presidente del Sindacato Nazionale Infermieri Nursing Up, Antonio De Palma, è infuriato: «Abbiamo dato alla politica il tempo che serviva, mettendo da parte, in attesa di riscontro, l’ascia di guerra che abbiamo brandito in occasione delle manifestazioni del Circo Massimo e in tutte le altre città italiane. Lo scandaloso silenzio del Ministro Brunetta e del Ministro Speranza, i loro vacui proclami, uniti alle vergognose proposte arrivate in sede di rinnovo del nostro contratto di lavoro, con i 26 centesimi l’ora di aumento per l’indennità notturna, aprono la strada ad una nuova calda stagione di
proteste. Non ci fermeremo!».

Abbiamo appena proclamato uno SCIOPERO DI 24 ORE!
Il giorno 8 di aprile 2022: si fermeranno gli infermieri e tutto il personale sanitario non medico,
afferenti alle qualifiche contrattuali del comparto della sanità – operanti nelle ASL , nelle aziende
ospedaliere e negli enti della sanità pubblica italiana, ivi compresi i territori delle province
autonome di Trento e Bolzano, con astensione dall’attività lavorativa per l’intera giornata del
giorno 08 aprile 2022, per i servizi organizzati in turni da inizio primo turno a fine dell’ultimo
turno del giorno 08 aprile 2022.

Ma vi è di più. Abbiamo proclamato anche 6 GIORNI DI SCIOPERO DELLO STRAORDINARIO (dal giorno 8 al giorno 13 di Aprile), con interruzione delle attività di supporto alla libera professione, delle prestazioni rese al di fuori del normale orario di lavoro e rientri in servizio.

Le Delegazioni regionali del Nursing Up sono pronte a scendere nelle piazze con manifestazioni
di protesta da Nord a Sud.
Insomma, sbotta De Palma arrabbiato come non mai, non siamo più disposti ad affrontare emergenze
sanitarie, portati maldestramente sulla bocca di chi, prima ci annovera tra gli esseri trascendenti e
gli eroi, e poi si dimentica di noi nelle stanze dei bottoni, quando c’è da dare corpo alle promesse».

In sede di negoziato per il rinnovo del contratto della sanità, siamo stati costretti ad imbavagliarci per
raccontare il nostro dissenso, perché ci hanno proposto, in cambio dell’eccellenza che rappresentiamo,
pochi offensivi spiccioli. Appena 26 centesimi “lordi” in più, per ogni ora di indennità di lavoro
notturno. Poco meno di 1 euro di aumento per quella di pronta disponibilità. Una continua vessazione
delle nostre funzioni, con aziende che ci costringono a svolgere attività che non ci spettano, sino a
vere e proprie condizioni di demansionamento!

Stanno vessando, con la loro indifferenza, una professione che, assieme agli altri colleghi delle
qualifiche sanitarie, continua a rappresentare, da tempo, il perno della sanità italiana! Non possiamo e
non vogliamo tacere, per questa ragione, e come avevamo promesso, scenderemo di nuovo nelle
piazze!

E continueremo, a meno che non arrivano le modifiche al contratto che chiediamo, come la previsione di un meccanismo di carriera per gli infermieri e le altre professioni sanitarie, la creazione di incarichi che tengano conto non solo dei titoli di studio , ma anche dell’ esperienza e all’anzianità di servizio, come già accade per i medici , una revisione delle misere indennità che ci propongono, un congruo aumento di stipendio, norme che favoriscono la mobilità tra aziende sanitarie ecc ecc

Lo sanno, il Governatore Fedriga, il Ministro Speranza ed il Ministro Brunetta, come vengono
trattati gli infermieri italiani?
Lo sanno che la loro esperienza, la loro anzianità di servizio vale poco o nulla, e che mentre ad altre
categorie della dirigenza sanitaria, vengono attribuiti automaticamente incarichi dopo un certo
periodo di servizio, per tutti gli altri professionisti sanitari del comparto, se non si prendono
subito in considerazione le proposte che abbiamo avanzato, questo riconoscimento continuerà a
rappresentare pura utopia?
Sanno, per caso, a quanto ammonta quel lauto riconoscimento (indennità infermieristica) che
abbiamo ottenuto scioperando e manifestando a novembre di un anno fa?
Probabilmente non più di tre euro al giorno, e per di più lordi. Semplicemente vergognoso!

E nel nostro triste carnet non possiamo non menzionare le violenze che subiamo ogni giorno negli
ospedali, fisiche e psicologiche, quelle che abbiamo denunciato a gran voce, supportate dalla solidità
delle nostre indagini e asseverate da altri autorevoli report, chiedendo il ripristino dei presidi di pubblica
sicurezza, e ottenendo in cambio l’indifferenza e l’inutilità di leggi inefficaci. Solo poche
settimane or sono ad una collega di Roma è stata asportata una falange con un morso. Chi la
risarcirà per tutto questo?
E ancora i turni massacranti, il precariato dilagante e uno stipendio che ci vede tra le categorie
sanitarie più bistrattate d’Europa
, nonostante rappresentiamo, alla luce dell’esperienza maturata sul
campo e del nostro percorso di studi, il fulcro delle professionalità del Vecchio Continente, da cui
attingere a piene mani da parte di Paesi dove le retribuzioni e le possibilità di carriera sono lontane
anni luce dal nostro triste modus operandi.

Noi, che con i fatti abbiamo dimostrato di essere i primi attori di un film drammatico che ci ha visto e
ci vede lottare ogni giorno contro la morte, siamo oggi relegati, da un maldestro copione scritto da altri,
a ruolo di comparse. E consentiteci di ricordare a tutti, però, che questa è l’amara realtà quotidiana con
la quale dobbiamo convivere!».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, annuncia l’inizio di una nuova calda
stagione di proteste per gli infermieri italiani.
«Dopo il maldestro tentativo di proporci ipotesi contrattuali che prevedono meccanismi di carriera per il personale, che allo stato sono penalizzanti per gli infermieri e le altre professioni sanitarie, ammassati in un’unica area a loro dedicata, senza dargli le medesime possibilità di carriera riservate ad altre categorie, come chiede invece Nursing Up, siamo stati costretti a prendere di nuovo in mano elmetto, armatura e spada, che a ben dire portiamo sotto il braccio da circa 1 anno, cioè da quando abbiamo cominciato a lottare per il nostro destino professionale, ed abbiamo ufficializzato le nostre azioni di protesta, che peraltro avevamo pre annunciato di fronte al silenzio dei Ministri competenti.

E’ davvero questo il degno riconoscimento che gli infermieri italiani e gli altri professionisti
meritano dopo mesi e mesi di battaglie, con più di 183 mila professionisti infettati, per non parlare
nemmeno di quelli che ci hanno lasciato definitivamente abbracciando i doveri del proprio lavoro
nelle corsie degli ospedali?
E’ davvero questa la risposta del Governo e delle Regioni al percorso di valorizzazione che
abbiamo chiesto da tempo a gran voce?

Sono questi i tristi contorni del quadro, del desolante micro mondo, decisamente a tinte fosche, nel quale
ci ritroviamo intrappolati. Siamo prigionieri di un tunnel, all’apparenza senza uscita! Ma non
possono farci tacere, non possono pretendere, sulla nostra pelle, di disegnare per noi un presente
e un futuro chenon sono neanche degni di tal nome.
Incroceremo le braccia, assieme a tutti i colleghi delle altre professioni sanitarie che con noi
rivendicano i loro diritti, questa volta non con una semplice giornata di sciopero, ma con una
astensione estesa allo straordinario, alle attività di supporto alla libera professione, alle prestazioni rese al di fuori del normale orario di lavoro e ai rientri in servizio.
Siamo stanchi. Non ci sono ulteriori prove di appello! Non ne vogliamo più concedere!», chiosa
DePalma risentito.

CHIEDIAMO :

  1. Un‘area contrattuale infermieristica e per le altre professioni sanitarie che riconosca peculiarità,
    competenza e indispensabilità ormai evidenti di categorie che rappresentano oltre il 52% delle forze
    del Servizio sanitario nazionale e che, assieme alle altre professioni sanitarie non mediche
    raggiungono oltre il 76% degli organici delle professioni sanitarie.
  2. Una congrua integrazione dell’ ” indennità di specificità infermieristica “ e di quella “di tutela del
    malato e di promozione della salute” ,di cui all’articolo 1), commi . 409 e 410 della Legge n.
    178/2020.
  3. Adozione di specifiche disposizioni per una reale attività di contrasto della violenza verso gli
    infermieri nei luoghi di lavoro, aberrazione che ormai ha raggiunto l’acme nelle strutture sanitarie
    pubbliche, da realizzarsi anche attraverso l’introduzione di presidi di vigilanza da parte delle forze
    dell’ordine e/o strutture private , oltre al costante monitoraggio e prevenzione di tali fatti che mettono
    in pericolo l’incolumità psicofisica degli interessati.
  4. Risorse economiche sufficienti ed idonee direttive all’ARAN , per garantire il riconoscimento e
    valorizzazione sul piano economico le profonde differenze tra le professioni sanitarie ex legge
    42/1999 e le altre professioni che svolgono attività funzionali e/o strumentali nel comparto pubblico
    della Salute, differenza sempre esistite, ma rese ancora più evidenti da COVID-19.
  5. Immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella generalità dei
    presidi ospedalieri e sul territorio. Aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli
    accessi universitari , perché gli infermieri attuali non bastano, ne mancano ormai tra 80 mila e 100
    mila , ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso
  6. Immediata modifica del comma 464-bis , introdotto con l’articolo 20 del DL n. 41 del 22 arzo 2021 .
    convertito in legge del 21 maggio 2021, n 69 , garantendo che agli infermieri ed al personale delle
    altre professioni sanitarie di cui alla legge n 42/1999 , che intrattengono un rapporto di dipendenza
    con gli Enti e/o le strutture del SSN, venga garantito, al pari degli altri professionisti sanitari laureati,
    l’estensione dell’avvenuta la rimozione del vincolo di esclusività non solo per l’effettuazione delle
    vaccinazioni, ma a tutto l’alveo delle attività di loro competenza
  7. Direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del
    comparto, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore
    settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici .
    Direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti
    e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 ,e per la valorizzazione economico giuridica della
    funzione di coordinamento , valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati;

Fonte: www.nursingup.it

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