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La storia di Daniele: neonato operato al cuore a Bergamo, a casa per Natale

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Francesca 4 Gennaio 2024
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Daniele ha pochi giorni di vita ed ha già vinto la sua prima battaglia contro una rara cardiopatia congenita che lo ha costretto a lottare come un guerriero, fin dai primissimi battiti del suo cuoricino malato: operato al cuore a soli 9 giorni di vita, il neonato ce l’ha fatta e ha festeggiato il primo Natale a casa, in provincia di Brescia, reduce da due delicatissimi interventi e dopo oltre un mese trascorso all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La paura più grande è ormai alle spalle. Il regalo più bello per Natale è aver fatto rientro a casa con nostro figlio – racconta la madre trentenne del piccolo -. Abbiamo trascorso le feste in famiglia, con il nostro primogenito Filippo di 18 mesi e con i nonni, che non vedevano l’ora di conoscerlo e di abbracciare il nuovo arrivato. Certo, la paura era tanta, eravamo consapevoli dei rischi. Ma la speranza non ci ha mai abbandonato“. 

La storia di Daniele: neonato operato al cuore a Bergamo, a casa per Natale

Daniele soffriva di una rara malformazione cardiaca: la trasposizione dei grossi vasi a setto intatto. L’aorta e l’arteria polmonare del suo cuoricino erano invertite. Al secondo trimestre di gestazione, mamma Domenica è stata indirizzata dai ginecologici di Brescia all’ospedale di Bergamo, dove la gravidanza è stata seguita dallo staff della Medicina Materno Fetale, di cui è responsabile Luisa Patané, in collaborazione con il team dei cardiologi pediatri diretti da Francesca Raimondi. Nell’ultimo periodo della gravidanza la situazione si è fatta più complicata. Nel cuoricino del feto il forame ovale pervio, un foro che mette in comunicazione i due atri del cuore e permette al sangue di mescolarsi correttamente, stava restringendosi sempre di più. Tale condizione è piuttosto rara, spesso difficile da prevedere prima del parto. Se confermata alla nascita è incompatibile con la vita fuori dall’utero e necessita di un intervento immediato. Dopo aver visto la luce, ogni minuto sarebbe stato prezioso per il piccolo Daniele. 

L’intervento

Per questo, pochi minuti dopo la nascita, avvenuta con un cesareo in urgenza all’ospedale di Bergamo a metà novembre, il team dei cardiologi pediatri già allertati e presenti in sala parto ha sottoposto Daniele ad un intervento salvavita. Con un piccolo palloncino, in sala emodinamica è stata aperta la parete che divide l’atrio destro del suo cuoricino da quello sinistro. Questo ha permesso di mantenere in circolo un po’ di sangue ossigenato per qualche giorno, per poter arrivare nelle condizioni migliori all’intervento chirurgico programmato per correggere il difetto del cuoricino di Daniele. 

L’intervento chirurgico è stato effettuato il 20 novembre. Il bambino aveva una sola coronaria anziché due, anomalia diagnosticata già durante la vita fetale. Un’ulteriore complicanza che ha aumentato il rischio dell’intervento effettuato dai cardiochirurghi pediatrici Francesco Seddio e Federico Brunelli. L’aorta e l’arteria polmonare sono state riposizionate sul ventricolo corretto per condurre il flusso di sangue nei giusti vasi, permettendo così l’ossigenazione degli organi vitali di Daniele. Il bambino è stato poi ricoverato fino alle dimissioni, avvenute a ridosso delle festività natalizie, nella Patologia neonatale diretta da Giovanna Mangili, una struttura che ogni anno cura circa 600 bambini, molti dei quali affetti da patologie cardiache congenite

La trasposizione delle grandi arterie (TGA) colpisce nel mondo circa 20-30 bambini su 100 mila nati vivi e rappresenta il 5-7% delle cardiopatie congenite. Nel neonato è la causa più comune di malattia congenita cardiaca cianogena, riconoscibile dal caratteristico colore blu della pelle dovuto alla scarsa ossigenazione dei tessuti. Questa condizione può essere fatale nel volgere di poche ore, tuttavia l’intervento cardiochirurgico effettuato in genere entro la terza settimana di vita è correttivo e il neonato può riprendere una vita pressoché normale

“Per questo motivo è molto importante che questa malformazione sia diagnosticata già durante la gravidanza, grazie a un attento esame di ecocardiografia fetale, con particolare attenzione all’anatomia del forame ovale. Il parto può così essere programmato in ospedali specializzati ed attrezzati con team multidisciplinari per gestire tutte le fasi successive, dal primissimo intervento in urgenza subito dopo la nascita fino alla degenza pre e post-operatoria” ha commentato Francesca Raimondi, Direttore della Cardiologia 2 – cardiopatie congenite del bambino e dell’adulto dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. 

Fonte: www.asst-pg23.it

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