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Ricerca, tumore al cervello: cura innovativa ha cancellato un glioblastoma

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Francesca 20 Marzo 2024
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Una innovativa possibilità per il trattamento del glioblastoma ricorrente (tumore maligno al cervello) potrebbe essere rappresentata da un nuovo approccio alla terapia CAR-T, secondo quanto emerso nello studio INCIPIENT di fase I, pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Ricerca, tumore al cervello: cura innovativa ha cancellato un glioblastoma

La ricerca va avanti e fa passi da gigante. Dopo anni di sostanziali fallimenti nel trattamento del glioblastoma, un letale tumore al cervello, nelle ultime settimane diversi studi hanno mostrato come l’utilizzo delle Car-T potrebbe cambiare il decorso della malattia. Nessuna cura definitiva, per ora, ma i risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine e Nature Medicine fanno ben sperare per il futuro.

Come nel caso di un malato di 72 anni che ha visto sparire il tumore maligno al cervello in pochi giorni e senza che si ripresentasse. Il glioblastoma (GBM) o glioblastoma multiforme è una malattia oncologica incurabile: ad oggi non esiste una cura, ma solo una serie di terapie in grado di rallentarne il decorso. Una speranza, però, arriva oggi da una rivoluzionaria terapia che ha funzionato in un paziente di 72 anni grazie al lavoro di un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Programma di immunoterapia cellulare e del Mass General Cancer Center del Massachusetts General Hospital, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Medicina dell’Università di Harvard Medical School e del Dana–Farber/Harvard Cancer Center (SN).

La terapia

La CAR-T sta diventando uno degli approcci di maggior successo nel trattamento dei tumori del sangue, ma come evidenzia questo studio una sua variante può essere efficace anche contro il glioblastoma.  I ricercatori, coordinati dai professori Bryan D. Choi e Marcela V. Maus dell’ospedale di Boston, si sono basati su una variante della terapia fondata sulle CAR-T, le cellule T del recettore chimerico dell’antigene (CAR). Da un prelievo di sangue del paziente i ricercatori hanno isolato e modificato i linfociti T, o globuli bianchi del sistema immunitario per potenziarle e renderle più brave a “dare la caccia” alle cellule cancerose. Dopo aver preparato e infuso le cellule nel paziente con una singola somministrazione, il cancro al cervello è sparito dalle scansioni delle risonanze magnetiche in pochi giorni, ma soprattutto non si è ripresentato.

Regressione del tumore immediata e rapida

Il team guidato da Maus e Choi ha usato le cellule T CARv3-TEAM-E, ovvero cellule T del recettore chimerico dell’antigene chimerico (CAR) progettate “per colpire il fattore di crescita epidermico antigene tumore-specifico variante III del recettore (EGFR), così come la proteina EGFR wild-type”, spiegano gli autori dello studio. Lo fanno “attraverso la secrezione di una molecola anticorpale che coinvolge le cellule T (TEAM)”, specificano gli esperti. “La regressione radiografica del tumore è stata immediata e rapida, verificandosi entro pochi giorni dal ricevimento di una singola infusione intraventricolare”, evidenziano gli studiosi.

I casi

In un uomo di 72 anni affetto da glioblastoma la rivoluzionaria terapia ha funzionato facendo sparire il tumore,  sottolineano i medici che lo hanno avuto in cura. In altri due pazienti però non ha funzionato completamente, pur avendo dato una risposta molto positiva. In un 74enne il glioblastoma è stato sensibilmente ridotto in dimensioni dopo la terapia, ma alcuni mesi dopo si è manifestato nuovamente. In una donna di 57 il tumore è regredito in modo notevole in una manciata di giorni, ma solo poche settimane più tardi si è ripresentato. 

Lo studio su Nature

Nel caso dello studio pubblicato su Nature Medicine, ad opera degli scienziati della University of Pennsylvania, i ricercatori guidati da Carl June hanno sperimentato queste cellule ingegnerizzate per colpire sia EGFR sia il recettore IL-13, altro bersaglio presente nel glioblastoma. In questo caso le Car-T sono state testate su 6 persone con un glioblastoma già in forma molto avanzata. Anche in questo caso si è verificata una riduzione della massa tumorale in tutti e 6 i pazienti. Un risultato anch’esso straordinario che si aggiunge a quello raggiunto dagli scienziati del City of Hpe di Los Angeles in cui, in un trial clinico di fase I, hanno dimostrato che una Car-T contro IL-13 è stata in grado di controllare la progressione della malattia in 29 pazienti su 58.

per la prima volta nel glioblastoma si comincia ad intravedere la possibilità di controllare la malattia.

Fonte: www.fondazioneveronesi.it

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