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Approfondimenti Medicina

L’importanza dei trapianti, una terapia salvavita

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Francesca 15 Aprile 2024
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I trapianti sono una terapia fondamentale per molti pazienti, e in tanti casi sono l’unica possibilità per trattare una determinata patologia, una terapia salvavita.

L’importanza dei trapianti, una terapia salvavita

“Anche per questo è indispensabile coltivare la cultura della donazione degli organi: perché senza donazione i trapianti non sarebbero nemmeno possibili, e tantissimi pazienti non avrebbero alcuna possibilità di cura a disposizione”. A ricordarlo è Alberto Zanella, referente per le donazioni di organi e tessuti del Policlinico di Milano, in occasione della Giornata Nazionale per la donazione di organi e tessuti promossa dal Ministero della Salute.

“Negli ultimi anni – spiega Zanella – le donazioni stanno aumentando, specialmente in Lombardia, ma non sono ancora tante quante ne servirebbero per le esigenze dei pazienti. Eppure la donazione è un importantissimo gesto altruistico, e in determinate patologie il trapianto è una vera e propria terapia salvavita, come avviene nel caso del cuore, dei polmoni o del fegato”. Inoltre, la qualità di vita del paziente che riceve un organo donato spesso migliora notevolmente: ad esempio quando può abbandonare la dialisi perché ha ricevuto un rene nuovo, quando (in casi al momento selezionati) guarisce dal diabete grazie ad un trapianto di pancreas, oppure quando recupera la vista che si era compromessa in seguito a una patologia delle cornee. 

Come scegliere di donare

La maggior parte delle volte la donazione degli organi e dei tessuti avviene dopo la propria morte, ma ci sono casi in cui è possibile una donazione da vivente (ad esempio nel caso del rene, di parte del fegato o del polmone, e del midollo). La cosa importante è esprimere la propria volontà alla donazione, e questo lo si può fare in tanti modi, tutti molto semplici e rapidi: al proprio Comune di residenza quando si rinnova la carta d’identità, recandosi alla propria ASL o ATS, o ancora contattando l’Associazione Italiana Donatori Organi (AIDO). “Ma è importante anche parlarne in famiglia – conclude Alberto Zanella – in modo che i propri cari siano informati della nostra volontà. Infatti, qualora questa volontà non sia stata espressa, i sanitari chiederanno agli aventi diritto cosa avrebbe voluto il loro caro. E la donazione, in caso di consenso, potrà avvenire comunque, contribuendo a salvare altre vite“.

Fonte: www.policlinico.mi.it

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