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Ortogeriatria, parte il percorso al Poma di Mantova

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Redazione 10 Maggio 2022
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Parte il percorso ortogeriatrico all’ospedale Carlo Poma di Mantova: la ASST ha infatti attivato quattro letti dedicati all’ortogeriatria all’interno del reparto di Medicina Generale per la gestione dei pazienti anziani con frattura prossimale del femore, che richiede un approccio multidisciplinare per l’elevata complessità clinica e funzionale di questi casi.

La frattura di femore negli ultra 65enni è una delle cause più frequenti di ospedalizzazione, di incremento di morbilità e mortalità, di perdita di autosufficienza. Un problema sociale ed economico destinato ad aggravarsi progressivamente.

L’ortogeriatria integra le competenze dei professionisti coinvolti in un progetto coordinato che segue il paziente dall’ingresso in ospedale fino alla dimissione. Nasce dall’esigenza di effettuare il trattamento chirurgico della frattura in modo tempestivo, sviluppando processi integrati al fine di prevenire il peggioramento della patologia o la morte, riducendo la durata della degenza e i tempi di recupero della funzionalità.

Seguendo il modello adottato, il chirurgo ortopedico e l’orto-geriatra – geriatra esperto nella gestione degli anziani con problemi ortopedici – condividono la responsabilità e la leadership dall’ammissione alla dimissione. I ruoli tradizionali vengono mantenuti con il chirurgo ortopedico che valuta il trauma e gestisce la frattura e il geriatra responsabile delle problematiche mediche. Insieme coordinano le dimissioni. Il team multidisciplinare coinvolge anche anestesista, fisiatra, terapisti, infermieri specializzati, nutrizionista e assistente sociale.

Le modalità organizzative: presa in carico ortopedica con consulenza internistica, che prevede la presenza quotidiana del medico internista in Ortopedia; presa in carico da parte del medico internista, con intervento dell’ortopedico sui pazienti fratturati ricoverati sin dall’inizio in Medicina Generale; trasferimento precoce del paziente dopo l’intervento dall’Ortopedia in Medicina Generale.

In ogni caso, il tempo che intercorre fra la frattura e l’intervento è considerato critico. Secondo le più recenti evidenze cliniche, non dovrebbe superare le 48 ore. Il percorso ha svariati obiettivi: rapido trasferimento dal Pronto Soccorso al reparto di degenza; migliore assistenza e gestione clinica del paziente fragile, con tempestivo inquadramento e intervento chirurgico entro 48 ore; riduzione delle complicanze internistiche e della mortalità a 30 giorni; valutazione fisiatrica in prima giornata postoperatoria con presa in carico riabilitativa; rapida pianificazione del percorso post-dimissione; terapia dell’osteoporosi e prevenzione delle cadute al fine di evitare fratture.

Secondo i dati 2021 i pazienti con frattura di femore trattati da ASST sono stati 378 nel corso dell’anno: 229 all’ospedale di Mantova e 149 nel presidio di Borgo Mantovano. Il 56 per cento di questi pazienti è stato operato a due giorni dal ricovero, il 50 per cento del totale aveva un’età uguale o superiore a 65 anni.

Il percorso si rivolge ai pazienti con età uguale o superiore ai 65 anni che raggiungono il Pronto Soccorso dell’ospedale di Mantova con frattura del femore, anche associata a frattura di polso o spalla.

Fonte: www.asst-mantova.it

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