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Intolleranza al lattosio: come funziona il breath test

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Redazione 23 Agosto 2022
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Si chiama breath test, letteralmente ‘test del respiro’, ed è un esame semplice, indolore e non invasivo grazie al quale è possibile avere la conferma se si è realmente intolleranti al lattosio

“L’intolleranza al lattosio è una delle intolleranze alimentari più diffuse. Si manifesta con crampi allo stomaco, gonfiore, meteorismo, nausea che compaiono quasi immediatamente quando si ingeriscono latte e derivati, sintomi comuni però anche ad altri disturbi intestinali e di stomaco che la rendono, a volte difficile da identificare. Per questo la certezza può darla solo il breath test al lattosio” osserva il dottor Francesco Negrini, responsabile del servizio di gastroenterologia ed endoscopia digestiva del Policlinico San Marco e gastroenterologo di Smart Clinic. 

Intolleranza al lattosio: perché viene

L’intolleranza al lattosio riguarda quasi 1 italiano su 2 ed è legata alla una carenza di lattasi, ovvero dell’enzima deputato alla digestione, che ha il compito di scindere il lattosio nei suoi due composti più semplici, glucosio e galattosio. 

“Una bassa o assente percentuale di lattasi può essere causata da un difetto congenito: si verifica già dalla prima infanzia ed è permanente. In altri casi può essere causata da infezioni o lesioni del tratto gastrointestinale e mutazioni dietetiche repentine. 

Nella maggior parte delle persone, però, si tratta di un processo fisiologico: l’enzima è presente alla nascita e la sua quantità rimane elevata nel primo anno di vita per poi diminuire gradualmente negli anni a cominciare dal dopo svezzamento”, spiega lo specialista.

Quanto dura e come funziona  il breath test per l’intolleranza al lattosio 

“Il Breath test al Lattosio (BTL) dura circa 4 ore e consiste nel fare espirare i pazienti in un sacchetto una prima volta prima dell’assunzione di lattosio e poi ogni 30 minuti nelle 3 ore successive – continua l’esperto – . Una sofisticata apparecchiatura dedicata analizza poi la composizione del respiro con l’obiettivo di rilevare la quantità di gas espirata prima e dopo l’assunzione di lattosio. Si ricerca in particolare il picco di idrogeno (gas) nell’aria espirata, la cui presenza è spia di fermentazione intestinale del lattosio non assorbito da parte della flora batterica del colon”. 

In presenza di un deficit di lattasi, infatti, il lattosio non può essere scisso, e quindi digerito, e viene fermentato dai batteri del colon, provocando la produzione di gas e di altre sostanze. “Trattandosi di un test non invasivo e per nulla pericoloso possono sottoporvisi anche i bambini e le donne in gravidanza”, aggiunge il medico. .

La preparazione 

Per eseguirlo nel modo corretto, è importante attenersi ad alcune indicazioni per periodo precedente al test. “Tra queste:

  • non aver assunto antibiotici nelle ultime 4 settimane; 
  • non aver assunto fermenti lattici e lassativi o praticato clisteri di pulizia intestinale nelle ultime 2 settimane; 
  • consumare, la sera precedente al test, una cena leggera costituita unicamente da riso bollito e condito con olio di oliva e carne (o pesce) ai ferri o bolliti (sono vietati frutta, verdura, patate, pane e pasta); 
  • osservare il digiuno la mattina dell’esame (è concessa solo dell’acqua naturale non gasata); 
  • lavare accuratamente i denti con lo spazzolino e dentifricio e risciacquare il cavo orale con un collutorio (clorexidina). 

Infine se il paziente è un fumatore, deve astenersi dal fumo almeno dalla sera precedente il giorno in cui eseguirà il test”, conclude il dottor Negrini.

Fonte: www.grupposandonato.it

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