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Approfondimenti Medicina

17 novembre, Giornata Mondiale della Prematurità

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Redazione 17 Novembre 2022
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Oggi,17 novembre, ricorre la Giornata Mondiale della Prematurità, manifestazione globale celebrata in più di 60 paesi, che dal 2011 ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e della malattia nei neonati, per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti.

Giornata mondiale della prematurità, i dati nel mondo

Nel mondo nascono in un anno circa 15 milioni di neonati prematuri, cioè bambini che vengono al mondo prima della 37° settimana di età gestazionale; a seconda dei paesi nasce da parto pretermine il 5-18% dei nati, ovvero circa 1 neonato su 10, e questo numero è in progressivo aumento negli anni.
La nascita pretermine è un’importante causa di morte nei bambini sotto i 5 anni di età, e molti di questi neonati potrebbero essere salvati da interventi di cura precoci ed efficaci. Anche tra i sopravvissuti alcuni hanno un rischio di disabilità a lungo termine, inclusi problemi di vista, udito, apprendimento. Richiedono cure assistenziali a volte anche molto complesse, grazie alle quali negli anni si sono ottenuti grandi miglioramenti in termini di sopravvivenza e di qualità di vita anche in neonati con prematurità elevata.

E in Italia?

In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale dei nati), dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 14% di nascite pretermine nella prima ondata (8 % attuale – medio 10%), come è emerso dal Registro Nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia nel 2020.

Quali cure per il pretermine?

La rete dei punti nascita italiani offre un elevato livello di assistenza per i neonati prematuri, garantendo cure specializzate a loro ed alle loro mamme, in un percorso che inizia in terapia intensiva e continua anche dopo la dimissione.

Nel Policlinico di Milano, all’interno nella Terapia Intensiva Neonatale diretta dal Prof. Fabio Mosca, vengono curati i piccoli prematuri fin dalle età gestazionali più basse: nel corso del 2021 hanno avuto in cura un numero elevato di neonati pretermine, di cui 122 neonati sotto i 1500g di peso e 49 cosiddetti “extremely low birth weight”, nati con peso alla nascita inferiore a 1000g. Anche neonati sotto i 1000g di peso alla nascita, possono avere oggi possibilità di sopravvivenza, anche senza complicanze a lungo termine.

La loro strada è un lungo cammino, che nelle Terapie Intensive percorriamo e viviamo, a fianco dei genitori.
Un cammino che non termina alla dimissione, ma prosegue anche una volta che il neonato torna a casa.

I nostri professionisti seguiono i piccoli prematuri nel corso della crescita, fino all’età scolare e per i più piccoli fino alla conclusione del ciclo della scuola primaria. Non solo followup per lo sviluppo neuroevolutivo, ma anche per un benessere a 360°, offrendo a loro ed alle loro famiglie un’equipe multidisciplinare individualizzata su ogni paziente: oltre alla presenza del neonatologo include esperti di riabilitazione, pneumologo, cardiologo, e qualsiasi figura sia necessaria per la cura del bambino, affiancando con competenze altamente specializzate il pediatra curante.

La vicinanza dei genitori

Il tema globale per la giornata mondiale del pretermine 2022 è: “L’abbraccio dei genitori: una terapia potente. Favorire lo skin to skin fin dalla nascita”.

La Società Italiana di Neonatologia ha portato avanti con forza il principio di “Zero separation”, campagna promossa dalla Fondazione Europea per la Care del Neonato (EFCNI) e supportata dalla SIN e da tante altre società scientifiche ed associazioni in tutto il mondo, anche durante l’emergenza Covid-19:  i genitori dei neonati prematuri non sono visitatori, ma parte integrante della cura.

Per i neonatologi sostenere la vicinanza dei genitori al neonato significa riconoscerne il ruolo non di visitatori, ma di capacità curante. Con un coinvolgimento precoce della famiglia si rafforzano quelle connessioni emotive fondamentali per lo sviluppo neuro cognitivo del bambino e si determinano effetti positivi sull’esito della salute neuro-comportamentale a distanza.

I benefici del contatto precoce con i genitori sono indiscussi e condivisi da tutta la comunità scientifica: benefici dal punto di vista nutrizionale, immunitario, auxologico, neuroevolutivo, di regolazione del ritmo sonno-veglia, psicoaffettivo.

Per questo anche durante tutta la pandemia l’Ospedale ha sempre tenuto aperta la Terapia Intensiva Neonatale ai genitori.

Il contatto con i genitori anche nel neonato pretermine può iniziare fin dai primi giorni di vita, con il tocco a mani ferme in termoculla per i prematuri più instabili, e con la cosiddetta marsupioterapia, che permette un contatto pelle a pelle con la mamma ed il papà anche per i piccoli ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale, fin dai primi giorni di vita; il contatto pelle a pelle coi genitori facilita il sonno, processo fondamentale per lo sviluppo adeguato del neonato, e migliora la sincronizzazione genitore-bambino.

Anche neonati prematuri di basso peso o in assistenza respiratoria non invasiva possono avere questo contatto precoce pelle a pelle con mamma e papà, guidati dal personale di assistenza in Terapia Intensiva Neonatale.

Come si festeggia la giornata del pretermine?

La prematurità ha un colore che è stato scelto a rappresentarla a livello internazionale: il viola. Negli anni scorsi in occasione della giornata del pretermine Sindaci e Amministrazioni comunali di tutta Italia hanno colto l’invito della Società Italiana di Neonatologia facendo illuminare di viola, colore simbolo della prematurità, i monumenti più rappresentativi nelle diverse città, e gli ospedali che curano i neonati pretermine.
Quest’anno, nel rispetto del risparmio energetico, verranno utilizzati materiali visivi alternativi all’illuminazione per continuare ad unire tutti a livello globale in un abbraccio solidale “virtuale” sotto il colore viola della prematurità.

Fonte: www.policlinico.mi.it

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