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Approfondimenti Medicina

Protesi d’anca e ginocchio: la chirurgia oggi è breve e senza punti

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Redazione 20 Gennaio 2023
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L’artrosi dell’anca o del ginocchio è una patologia sempre più diffusa e si stima che solo in Italia si facciano in un anno circa 210mila impianti di protesi per curare questa malattia che causa forti dolori: i metodi per guarirla non mancano e, con gli anni, sono diventati sempre più mininvasivi con significativi benefici per i pazienti nel post operatorio.

Ne parliamo con il dottor Augusto Palermo, responsabile dell’Unità Funzionale di Ortopedia – Chirurgia Protesica anca e ginocchio di Humanitas Gavazzeni a Bergamo.

Dottor Palermo, quando è necessario ricorrere alla protesi dell’anca o del ginocchio?

“Quando risultano non efficaci tutti i tentativi che si possono fare per curare la patologia, compresa la terapia farmacologica ed infiltrativa. Negli ultimi anni l’intervento di protesica è cambiato moltissimo, grazie all’utilizzo di tecniche mininvasive e protesi conservative di piccole dimensioni che comportano meno dolore durante l’intervento e, specialmente, nel post operatorio. Con una ripresa veloce e numerosi benefici per il paziente in termini di estetica e ritorno ad una vita normale. In Humanitas Gavazzeni portiamo avanti la tecnica della Fast Track Surgery“.

“Significa “chirurgia dal percorso breve”, che produce migliori risultati e un più veloce recupero fisico e psicologico. Siamo uno dei centri di studio per le suture avanzate con colla cutanea per cui dopo l’intervento di protesi d’anca e di protesi di ginocchio la cute viene chiusa semplicemente con una colla. A 20 giorni dall’intervento sarà sufficiente la semplice rimozione del cerotto per vedere la ferita chirurgica guarita”.

Quali sono i benefici di questa tecnica per i pazienti?

“Il percorso Fast Track nella chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio permette la ripresa della funzionalità degli arti in tempi rapidi. La particolare gestione del paziente in team prima, durante e dopo l’intervento, riduce fortemente l’impatto clinico-chirurgico e il dolore post-operatorio e agevola la mobilizzazione immediata post-chirurgica. La finalità del protocollo Fast Track è quella di abbattere tutti i microtraumi successivi alla chirurgia, pertanto il trattamento farmacologico successivo sarà tutto per bocca. Non vengono impiegati drenaggi chirurgici e non vengono effettuate suture cutanee con i punti tradizionali“.

Si tratta di un protocollo indicato per tutti i pazienti?

“Cerchiamo di farlo per tutti i pazienti, ma ci sono comunque delle eccezioni che non sono candidabili a questo servizio. Spetta allo specialista valutare caso per caso l’opportunità di applicare o meno il percorso, verificando con attenzione la presenza di altre patologie associate che potrebbero rendere più complicato il percorso operatorio”.

Fonte: www.gavazzeni.it

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