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ASST Brianza, Nefrologia e dialisi a trecentosessanta gradi

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Francesca 12 Maggio 2023
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Sono circa 2000 i ricoveri registrati ogni anno presso la struttura di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Vimercate, in ASST Brianza: durante la stagione del Covid la sua attività non è stata mai ridotta o interrotta. Attualmente sono 190 i pazienti (con 20 nuovi casi all’anno) sottoposti ad emodialisi, per un totale di 24.000 trattamenti dialitici.

Nefrologia e dialisi di ASST Brianza: i numeri e l’attività svolta

Sono numeri significativi che danno un’idea della mole di attività organizzata quotidianamente dal team di medici e infermieri diretti da Graziana Battini, primaria dal dicembre scorso (dopo che, nei due anni e mezzo precedenti, ne aveva svolto la funzione).

In via Santi Cosma e Damiano dal 1987, la specialista (con tutti i propri collaboratori) si occupa di degenza, con 12 posti letto a disposizione, emodialisi (ospedaliera e presso i Centri di Assistenza Limitata, i cosiddetti CAL, ad Agrate e Carate), dialisi peritoneale domiciliare e offerta ambulatoriale.

I pazienti sono persone affette da insufficienza renale, nei diversi stadi: dal più moderato a quello terminale. Alla base c’è una malattia renale primitiva, in cui è coinvolto ” solo ” il rene (30-35%), sia, molto più spesso (50-55%), una insufficienza renale secondaria. “Infatti – chiarisce la primaria – le cause più frequenti di questa condizione sono le più comuni malattie della popolazione generale: l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, l’obesità, le malattie cardiache e vascolari”.

Le apparecchiature in dotazione alla struttura rappresentano lo stato dell’arte più aggiornato della tecnologia sanitaria.

L’attività ambulatoriale è particolarmente intensa: è organizzata 6 giorni su sette, mattina e pomeriggio. L’ultimo ambulatorio nato è quello dedicato alla nefrologia geriatrica. Complessivamente si contano circa 2.500 visite ambulatoriali all’anno

Contiamo sulla cartella clinica dialitica completamente informatizzata – racconta Battini – e disponiamo anche di sistemi di controllo dei trattamenti domiciliari mediante una connessione informatica, che intendiamo estendere, così da ridurre il numero dei accessi ospedalieri dei pazienti domiciliari.

La direttrice batte molto su questo versante complementare alla dialisi ospedaliera (tre sale, con una decina di letti ciascuna).

Sono 40 i pazienti in dialisi peritoneale, a domicilio: tutti adeguatamente addestrati dagli operatori della struttura. Una metà di essi segue una metodica manuale, l’altra una modalità automatica ossia in orario notturno.

“La dialisi peritoneale domiciliare – aggiunge Graziana Battini – ha un impatto minore sui pazienti: non obbliga a spostamenti dal proprio ambiente, consentendo di mantenere impegni lavorativi, relazioni sociali, di poter andare in vacanza e di ridurre l’impatto economico sia per il sistema sanitario sia per il malato”.

In Italia sono 2,5 milioni le persone affette da malattia renale, con 50.000 in terapia dialitica.

Alla luce di questi numeri sono cruciali la prevenzione e la diagnosi precoce.  “E’ fondamentale l’alleanza con i medici di famiglia e con gli specialisti cardiologi, diabetologi, reumatologi … perché i pazienti – dice la nefrologa – non giungano a noi quando l’unico provvedimento possibile è iniziare la dialisi. E’ dimostrato che la diagnosi precoce consente di ritardare questo traguardo anche di cinque anni, ponendo in atto tutte le strategie terapeutiche oggi possibili”.

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