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Approfondimenti Medicina

Cosa significa la presenza di albumina nelle urine

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Francesca 12 Dicembre 2023
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L’albumina è una proteina del sangue che svolge un ruolo fondamentale nel circolo venoso e, in un individuo sano, fisiologicamente non dovrebbe essere ritrovata nelle urine.

In alcuni casi, però, a seguito di un semplice esame delle urine, può avvenire questo riscontro. Cosa significa quando accade? 

A parlarcene la dottoressa Elena De Vecchi, biologa e Responsabile dell’Unità Operativa di Laboratorio di Analisi Chimico Cliniche e Microbiologiche all’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio

Cosa significa la presenza di albumina nelle urine

L’albumina è una proteina del sangue e costituisce il 60% circa delle proteine plasmatiche circolanti totalmente. Ha diverse funzioni fisiologiche, tra cui:

  • trasportare componenti essenziali nel circolo sanguigno (vitamine, ormoni,…);
  • mantenere un corretto equilibrio di scambio tra i fluidi e i tessuti del circolo sanguigno.

“Fisiologicamente non dovremmo trovarla nelle urine – spiega la dottoressa De Vecchi –. La sua presenza in esse può essere indicatore di un danno a carico dei reni”. 

Il ruolo dei reni e le cause dell’albumina nelle urine

I reni hanno il compito di: 

  • filtrare i prodotti di scarto del sangue; 
  • conservare le componenti preziose per il nostro corpo.

“Questa filtrazione avviene a livello glomerulare e tubulare:

  • il glomerulo è un filtro che trattiene le proteine plasmatiche più voluminose (l’albumina è una proteina con dimensioni grandi) all’interno del circolo e lascia passare quelle meno voluminose;
  • il tubulo è una struttura atta al riassorbimento delle proteine anche di piccole dimensioni. 

Quando queste 2 strutture presentano un danno, lasciano passare molte componenti, tra cui l’albumina”, spiega la biologa.

Un processo fisiologico complesso che può spiegare la presenza di albumina nelle urine e che può evidenziare, anche precocemente, un danno alle strutture del rene.

Raccolta delle urine: l’esame che identifica il danno renale precocemente

La determinazione a livello urinario delle proteine è il test adatto per il rilevamento di proteine, tra cui l’albumina.

“L’esame è banalissimo, non è invasivo, occorre solo raccogliere un campione di urine in un contenitore idoneo – afferma la responsabile del laboratorio –. Presso la nostra struttura dosiamo l’albumina su campione di urine delle 24 ore, in modo che l’esame non risenta eccessivamente di fattori esterni, come l’eccessiva idratazione pre esame”.

Esistono molteplici procedure per valutare l’albumina nelle urine, recentemente è stata introdotta la misurazione del rapporto tra albumina e creatinina, una molecola con presenza costante. 

“La concentrazione di creatinina nelle urine di solito è abbastanza costante nelle urine e il rapporto tra le 2 componenti fornisce una informazione corretta della presenza di albumina – specifica la biologa -. In quel caso si può utilizzare un solo campione delle urine del mattino”.

La presenza dell’albumina nelle urine viene utilizzata come: 

  • marcatore precoce di danno renale; 
  • esame di monitoraggio successivo a primo riscontro.

È un esame di laboratorio che viene prescritto, sia dal medico di base che da medici specialisti, per tutte le patologie che comportano un danno a carico delle strutture renali, come:

  • diabete;
  • ipertensione;
  • nefropatie.

“La raccolta di urine per identificare l’albumina è un esame di routine per patologie come diabete e ipertensione – sottolinea la dottoressa De Vecchi –. Nel paziente diabetico, ad esempio, viene raccomandato ogni anno, perché il diabete, soprattutto di tipo 2, porta a danni al micro e macro-circolo e di conseguenza renale”.

I valori di albumina: come leggere i risultati della raccolta delle urine

I risultati degli esami di laboratorio devono essere interpretati alla luce della condizione generale del paziente da parte di medici specialisti. 

Gli intervalli di riferimento del valore dell’albumina nell’esame delle urine delle 24 ore sono:

  • fino a 30 mg/l, valore nella norma;
  • da 30 mg/l a 300 mg/l, indicatore di microalbuminuria;
  • sopra i 300 mg/l, indicatore di macroalbuminuria.

“Il medico che ha prescritto l’esame, in funzione al quesito diagnostico iniziale, stabilirà in base agli esiti riscontrati sulla base dei range di riferimento: 

  • successivi controlli necessari; 
  • l’eventuale terapia da intraprendere

Sarà sempre il medico a indicare al paziente il giusto percorso da seguire” conclude la biologa.

Fonte: www.grupposandonato.it

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