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Approfondimenti Medicina

Protesi al ginocchio, grazie al robot il recupero post-operatorio è più rapido

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Francesca 8 Gennaio 2024
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I casi di artrosi sono in costante aumento, in particolare nel mondo occidentale e, secondo gli studi recenti, tra tutte le forme di artrosi che colpiscono il nostro corpo, la più diffusa è quella al ginocchio: oggi, grazie all’utilizzo del robot, il recupero post-intervento di impianto si protesi è molto più rapido.

Protesi al ginocchio, grazie al robot il recupero post-operatorio è più rapido

Quali le cause? L’invecchiamento della popolazione, in primo luogo, la diffusione di condizioni fisiche contraddistinte da obesità e sovrappeso e la pratica di sport usuranti, tutte situazioni che contribuiscono, con il trascorrere del tempo, a provocare un’usura della cartilagine del ginocchio.

Da qui l’esigenza di ricorrere a quella che molto spesso si rivela essere l’unica soluzione a una condizione ormai troppo invalidante, ovvero il doversi sottoporre a un intervento di protesi di ginocchio, che oggi è sempre più personalizzatomininvasivo e preciso, grazie alla chirurgia robotica che sfrutta le potenzialità dell’intelligenza artificiale.

Ne parliamo con Gennaro Fiorentino, responsabile dell’Ortopedia e Traumatologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Quali sono le malattie che portano a doversi sottoporre a un intervento di protesi di ginocchio?

«Al primo posto ci sono le malattie degenerative della vecchiaia, cioè l’artrosi senile, ma anche artrosi secondarie a malattie infiammatorie o a quelle reumatiche. La causa, inoltre, può essere anche l’esito di un trauma o di alcune malattie ossee congenite. Tutte condizioni che possono procurare danni alla cartilagine e usura dell’articolazione, fino a provocare un dolore tanto intenso da non consentire lo svolgimento anche delle più semplici attività quotidiane».

La chirurgia artrosica si avvale oggi dell’utilizzo del robot. Come influisce la macchina sull’attività del chirurgo?

«La parola robot deriva dal termine “Robota”, una parola slava che significa “lavoro forzato”. Questo termine fu utilizzato per la prima volta circa 100 anni fa da uno scrittore Cecoslovacco in un suo romanzo di fantascienza, per descrivere degli automi che svolgevano alcuni lavori al posto degli umani. La tecnologia robotica in ortopedia, però, è uno strumento che non sostituisce l’uomo, ma integra l’attività della mano del chirurgo e consente di ridurre l’errore umano effettuando di fatto interventi più precisi, con salvaguardia del maggior quantitativo di osso possibile, quindi meno invasivi. Un grosso aiuto viene inoltre dalle immagini tridimensionali, che ci permettono di pianificare con precisione la dimensione esatta, il bilanciamento legamentoso corretto e il posizionamento preciso della protesi per quel determinato paziente».

Quali differenze ci sono con gli interventi eseguiti in modo “classico”, senza l’ausilio del robot?

«Grazie all’utilizzo del “braccio robotico” il chirurgo opera i dovuti tagli ossei secondo un piano precedentemente predisposto, con un intervento che diviene per questo assolutamente personalizzatomeno invasivo e meno doloroso. Resta inteso che la scelta della tipologia di intervento spetta sempre e comunque al chirurgo ortopedico – che deve essere esperto sia di chirurgia protesica classica, sia di chirurgia robotica di ginocchio – nell’ambito di un percorso multidisciplinare e dopo avere valutato le condizioni cliniche del paziente, avendo sempre presente l’esigenza di ritenere come prioritaria la soluzione ideale per quel paziente specifico e che gli offra un minor impatto fisico».

Come possono essere riassunti, in definitiva, i benefici per i pazienti?

«È ormai dimostrato da numerosi lavori della letteratura scientifica che la chirurgia robotica garantisce meno dolore post-operatorioridotta perdita di sangue durante l’intervento e un recupero più veloce. Spesso il paziente può muovere il ginocchio e camminare con le stampelle già poche ore dopo l’intervento. Va sottolineato che ad oggi il robot non può essere usato per tutti i tipi di pazienti, ma deve essere il chirurgo a candidare il paziente per questa innovativa tecnica chirurgica».

Per avere informazioni sul robot per la protesi di ginocchio

Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli hanno messo a punto uno strumento digitale informativo sul robot per la protesi di ginocchio. Si tratta di una landing page che prevede la compilazione di un form a seguito del quale la persona viene ricontattata dalla Segreteria clinica delle Unità di Ortopedia, Traumatologia e Protesica al fine di ottenere informazioni più dettagliate sul percorso di cura.

Fonte: www.gavazzeni.it

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