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Approfondimenti Medicina

Osteoporosi e fragilità ossea: si misurano con la MOC

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Francesca 5 Settembre 2024
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Per prevenire, intercettare e diagnosticare gli stati di fragilità ossea, si ricorre ad un esame specifico: la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). Ne parla la dottoressa Micaela Villa, medico internista a G.B. Mangioni Hospital di Lecco – struttura accreditata SSN, dove si utilizza un dispositivo MOC DEXA (Dual Energy X Ray Absorptiometry) a ridotta emissione di radiazioni.

La struttura ossea delle donne cambia con l’età e, proprio per questo, sin dall’infanzia è importante assumere sostanze come il calcio e la vitamina D per costruire un’ossatura robusta. L’accumulo di questi minerali continua fino all’età adulta, raggiungendo un picco attorno ai 25-30 anni.

Dopo i 30 anni, è necessario avere cura della salute delle ossa, attraverso l’attività fisica, il dosaggio della vitamina D e la vita all’aria aperta. È soprattutto con la menopausa che la fragilità ossea diventa problematica nelle donne: in questa fase, molte pazienti sono colpite da osteopenia (riduzione di massa ossea) che può sfociare nell’osteoporosi vera e propria.

Osteoporosi e fragilità ossea: si misurano con la MOC

La fragilità ossea può portare allo sviluppo di situazioni patologiche come l’osteoporosi. La patologia è progressiva: inizia con uno stato di osteopenia, ossia di carenza di massa del tessuto osseo, fino a sfociare nella osteoporosi vera e propria, in cui l’osso è poroso e può andare incontro a fratture spontanee. Le più frequenti sono quelle del femore e del rachide, che oltre ad essere molto dolorose sono anche invalidanti, con ripercussioni significative sulla qualità della vita e sulla salute psicofisica dei pazienti, soprattutto se anziani.

Le donne risultano maggiormente colpite, specialmente dopo la menopausa, quando cessa l’azione protettiva esercitata dagli ormoni. Secondo le stime nel mondo più di 200 milioni di donne soffrono di osteoporosi e la patologia causa circa 9 milioni di fratture ossee l’anno. I dati sono destinati ad aumentare entro il 2050 secondo le stime dell’OMS.
L’unico modo per intercettare la fragilità ossea prima che diventi patologica è sottoporsi periodicamente alla MOC.

In che cosa consiste l’esame MOC?

La MOC è un esame che consente di misurare la densità minerale delle ossa in g/cm2. Viene quindi utilizzato sia per prevenire e diagnosticare l’osteoporosi, sia per valutare i progressi delle terapie già in corso.

Si tratta di una procedura radiologica indolore e non invasiva. Il paziente si sdraia su un lettino e il dispositivo radiologico effettua una “fotografia” dell’interno dell’osso, consentendo al medico di valutare lo stato di fragilità ossea, osteopenia o osteoporosi.

Oggi la MOC è lo strumento più affidabile per eseguire valutazioni di questo tipo e mettere a punto le terapie più indicate per ciascun paziente.

Come si interpretano i risultati della MOC?

I risultati della MOC del paziente si interpretano comparandoli con i risultati di alcuni campioni statistici:

  • Z-Score è il campione statistico rappresentano da persone della stessa etnia e della stessa età;
  • T-Score è il campione statistico rappresentato da persone dello stesso sesso al picco della denstià ossea (es. donne tra i 25 e i 30 anni).

Il T-Score rappresenta il termine di comparazione più efficace dal punto di vista diagnostico: ad ogni punto di deviazione rispetto al T-score raddoppia il rischio di incorrere in fratture.
Nello specifico, per diagnosticare osteopenia o osteoporosi i range di riferimento sono i seguenti:

  • T-score compreso tra -1 e -2.5: Osteopenia;
  • T-score inferiore o uguale a -2.5: Osteoporosi.

Chi dovrebbe sottoporsi periodicamente alla MOC e con quale frequenza?

La MOC come strumento di prevenzione è consigliata ogni 2 anni per le donne over 65 e per gli uomini over 70. Ma i controlli dovrebbero iniziare anche prima se c’è familiarità con l’osteoporosi o in caso di menopausa precoce.

La prevenzione è cruciale perché una diagnosi e un trattamento precoce permettono di tenere sotto controllo l’osteoporosi evitando le conseguenze più significative, come la frattura del rachide o del femore.

Anche chi ha già ricevuto la diagnosi di osteoporosi o osteopenia deve sottoporsi regolarmente ai controlli periodici, secondo le indicazioni del medico.
Infine, la MOC può essere prescritta ai pazienti che devono affrontare un impianto protesico, per valutare la densità ossea e la capacità di osteointegrazione della protesi.

Ci sono altri modi per prevenire la fragilità ossea?

Alcuni comportamenti sani possono incidere sui fattori di rischio modificabili: fare sport, seguire un’alimentazione bilanciata con un corretto apporto di calcio sin dall’infanzia, dosare la vitamina D e assumere un integratore se carente, non fumare, trascorrere del tempo all’aria aperta e al sole. Tutto questo può contribuire a prevenire la patologia.

In conclusione, ci sono dei fattori di rischio non modificabili come età, etnia, familiarità con la patologia. In questo caso l’unica arma che abbiamo a disposizione è proprio la prevenzione strumentale attraverso la MOC. Ad oggi infatti è l’esame che permette di intercettare la fragilità ossea nelle sue prime fasi, evitando le problematiche più significative ed è dunque fondamentale.

Fonte: www.gvmnet.it

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