Lavori gravosi in pensione a 63 anni: nuove categorie proposte
Quota 100 sta andando verso il suo epilogo e al suo posto potrebbero subentrare importanti novità sulle categorie facenti parte dei lavori gravosi o usuranti, che se accettate consentiranno di andare in pensione anticipatamente a 63 anni (tramite Ape Sociale) a nuove categorie non ancora inserite nell’elenco.
Le categorie definite di lavori definiti gravosi o usuranti al momento sono 15. La commissione incaricata della revisione, presieduta da Cesare Damiano – già Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nel secondo governo Prodi ed ex deputato e sindacalista – ne porta il numero a 57, passando da 65 a 203 mansioni totali. La selezione è stata effettuata esaminando il numero di infortuni e l’insorgenza di malattie legate alla professione esercitata (sia di tipo fisico che psichico) e creando un indice univoco. Novità per i lavoratori dell’edilizia: sono già compresi nell’Ape sociale, e si ha intenzione di abbassare il numero dei contributi necessari dagli attuali 36 anni a 30. L’intenzione della commissione è quella di arrivare anche al risultato di eliminare i tre mesi di intervallo previsti dalla attuale normativa per coloro a cui cessa la disoccupazione antecedenti al percepimento dell’APE. Il prossimo step sarà una analisi approfondita della disparità di genere e più in generale della condizione delle donne nel mercato del lavoro, dei lavoratori notturni, e degli autonomi. (trovate un articolo molto interessante a firma Cesare Damiano su Il Giorno).
Un elenco parziale di queste nuove mansioni da includere tra i lavori gravosi per i nuovi calcoli sulla pensione comprenderebbe:
- Addetti alla custodia e alle pulizie dei locali scolastici
- Lavoratori agricoli
- Benzinai
- Cassieri e Commessi
- Falegnami – lavoratori edili
- Forestali
- Fornai
- Insegnanti elementari
- Macellai
- Magazzinieri e portantini
- Operatori sanitari qualificati
- Saldatori (o fonditori)
- Tassisti
- Tranvieri e autisti di autobus
- Verniciatori industriali.
L’elenco (che vi condivideremo una volta ottenuto il via libera definitivo), dovrà passare ora il vaglio del governo, più precisamente dei ministeri del Lavoro e dell’Economia.