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Zitromax introvabile: serve l’antibiotico per la cura del Covid?

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Francesca 17 Gennaio 2022
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Nelle ultime settimane molte persone hanno acquistato in farmacia l’antibiotico Zitromax (o azitromicina), convinti che possa aiutare a contrastare il Covid-19: oggi questo farmaco risulta introvabile in molte farmacie ed è quasi esaurito.
Ma serve davvero a contrastare il covid?

Antibiotico contro il Covid: Zitromax serve davvero?

L’azitromicina non è un farmaco di uso routinario per i pazienti Covid, gli antibiotici vanno infatti usati in meno nell’1% dei casi totali di Covid. Per tutto il resto della popolazione assumere un antibiotico, che serve nella terapia di infezioni batteriche, non serve a niente nella cura del Coronavirus.
Anzi, l’effetto prodotto può essere controproducente in quanto si può andare incontro ad antibiotico-resistenza: i batteri, venendo spesso a contatto con gli antibiotici, diventeranno più resistenti e, quando davvero ci sarà bisogno della loro assunzione, non faranno più effetto.

Il nostro consiglio, come sempre, è quello di evitare le cure fai da te, evitare le fake news e evitare l’assunzione di farmaci in seguito al passaparola e al sentito dire.

Leggi il nostro articolo “Giornata Europea degli Antibiotici: la resistenza agli antibiotici è una minaccia per la salute”

Azitromicina per la cura del Covid: il comunicato di AIFA

In merito alle recenti notizie di stampa relative alla carenza dell’azitromicina anche a seguito del suo utilizzo eccessivo e improprio per il COVID-19, AIFA precisa che l’azitromicina, e nessun antibiotico in generale, è approvato, né tantomeno raccomandato, per il trattamento di COVID-19.

Fin dall’inizio della pandemia, AIFA ha scoraggiato fortemente l’uso dell’azitromicina per il COVID. Come ampiamente dimostrato da numerosi e ben condotti studi clinici pubblicati sulle migliori riviste internazionali, non vi è alcuna evidenza che l’utilizzo dell’azitromicina abbia un effetto protettivo sulla evoluzione di COVID-19, né in termini di riduzione della trasmissione, né dei tempi di guarigione, o della mortalità. Esistono evidenze chiare e inequivocabili per non utilizzare più in alcun modo azitromicina o altri antibiotici nel trattamento del COVID-19, come chiaramente indicato da tutte le linee-guida internazionali per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2.

Si ricorda altresì che gli antibiotici non sono efficaci per il trattamento di nessuna infezione virale, inclusa l’influenza stagionale.

L’uso indiscriminato dell’azitromicina o di ogni altro antibiotico, oltre a non avere alcun fondamento scientifico, espone al duplice rischio di creare condizioni di carenza di antibiotici per i soggetti che ne abbiano effettivamente bisogno per trattare infezioni batteriche e di aumentare il rischio di sviluppo e diffusione di batteri resistenti agli antibiotici. A questo proposito, AIFA chiarisce che, dalle verifiche effettuate, la carenza attuale non deriva da esportazioni o altre anomalie distributive, ma dalla prescrizione del farmaco al di fuori delle indicazioni previste.

Premesso che l’AIFA ha già messo in atto, come sempre in questi casi, tutte le misure di contrasto alla carenza per assicurare il farmaco per gli usi autorizzati, l’Agenzia richiama tutti, prescrittori e cittadini, alla responsabilità di usare le terapie antibiotiche solo ove indicate. Utilizzare gli antibiotici con attenzione e prudenza deve essere un impegno e un dovere per tutti, dai professionisti sanitari alla popolazione generale, come principale arma di contrasto al problema della resistenza agli antibiotici che rappresenta, anch’essa oltre al COVID-19, una delle sfide principali a livello globale sia per la sanità che per l’ecosistema in generale.

Fonte: www.aifa.gov.it

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