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Detrazione e deduzione spese per l’assistenza domiciliare: come ottenerle

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Francesca 20 Aprile 2022
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Chiunque abbia in famiglia un parente non autosufficiente sa quanto possa essere difficile gestire tutte le azioni delle vita di tutti i giorni e spesso il compito di assistenza viene affidato a figure esterne, come ad esempio le badanti: vediamo come funziona la detrazione delle spese di assistenza domiciliare e chi ne ha diritto.

Detrazione e deduzione delle spese di assistenza domiciliare: chi ne ha diritto?

La detrazione è destinata alle persone non autosufficienti nello svolgimento di attività quotidiane, attestata da un certificato medico che ne attribuisce la causa a una o più malattie invalidanti.

Poiché l’assistenza domiciliare viene assimilata alle attività di colf o baby sitter, alcune forme di sgravio sono rivolte anche a persone che non hanno problemi di autosufficienza.

Più nello specifico si parla di:

  • Deduzione fiscale: l’onere specifico (in questo caso le spese di assistenza domiciliare) viene sottratto dal reddito primitivo andando ad abbassare il reddito imponibile: avremo quindi una riduzione delle tasse da pagare.
  • Detrazione fiscale: le spese che vengono portate in detrazione vanno a ridurre  la somma da corrispondere per un determinato tributo.

Le formule principali sono tre:

  • deduzioni fiscali per i servizi domiciliari;
  • detrazioni fiscali per l’assunzione di personale;
  • misure speciali destinate a spese mediche e di assistenza specifica.

Detrazione fiscale

Questa misura è strettamente legata al vincolo della non autosufficienza e consente di ottenere una detrazione pari al 19% dal reddito imponibile, fino a un massimo di 2.100€ l’anno.

Possono usufruirne solo i contribuenti che non abbiano dichiarato un reddito superiore ai 40.000€ annui.

I destinatari di questo sgravio possono anche portare in deduzione le spese sostenute per il pagamento dei contributi del personale assunto per i servizi di assistenza domestica.

La detrazione spetta anche nel caso di:

  • una casa di cura o di riposo (RSA);
  • una cooperativa di servizi;
  • un’agenzia interinale.

Sarà necessario presentare le ricevute di pagamento, i contratti di assunzione e i dati anagrafici del lavoratore e del datore di lavoro.

L’importo di 2.100 euro deve essere considerato con riferimento al singolo contribuente, a prescindere dal numero dei soggetti cui si riferisce l’assistenza. In pratica, se un contribuente ha sostenuto spese per sé e per un familiare, la somma sulla quale egli potrà calcolare la detrazione resta comunque quella di 2.100 euro.

Se più contribuenti hanno sostenuto spese per assistenza riferita allo stesso familiare, l’importo va ripartito tra di loro.

Deduzione fiscale

Riguarda i contributi versati da chi assume addetti ai lavori domestici e si applica al reddito imponibile. Le spese sono deducibili fino a un tetto di 1.549,37€.

Nonostante la misura non sia espressamente destinata all’assistenza domiciliare di una persona non autosufficiente, va comunque a beneficio di chi ha in carico un parente disabile e provvede a sostenere direttamente le spese per l’assunzione di personale specifico.

Per usufruirne bisognerà presentare e certificare:

  • il regolare svolgimento dell’attività prestata dall’assistente domestico con il dettaglio delle ore di lavoro;
  • i dati anagrafici di lavoratore e datore di lavoro.

Spese mediche

Citiamo anche le misure speciali dedicate a spese mediche e assistenza specifica (ad esempio interventi riabilitativi post infortunio o servizi fisioterapici a domicilio).

Questi interventi sono detraibili nella misura del 19%. In caso di comprovata condizione di disabilità (da parte di un’apposita commissione medica dell’Asl) è prevista la deducibilità dell’intera somma.

Fonte: www.agenziaentrate.gov.it

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