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Russamento: quando russare è pericoloso?

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Redazione 13 Luglio 2022
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Negli ultimi anni la ricerca medica si è occupata sempre di più di un tema apparentemente secondario anche se molto diffuso a tutte le età, spesso motivo di bonaria presa in giro da parte di chi dorme vicino a chi ne soffre, ma potenzialmente pericoloso: il russamento, o in termini scientifici roncopatia

“Il russamento non è da considerarsi né un sintomo né una malattia. Non deve allarmare se si verifica sporadicamente, ad esempio, quando si è raffreddati oppure si è mangiato o bevuto qualche bicchiere di troppo a cena. Se però si ripropone con una certa frequenza è importante indagarne le cause. Può infatti essere un segnale indicatore di alcune problematiche che meritano attenzione”, spiega il dottor Marco Baroni, pneumologo del nuovo ‘Centro per la salute del sonno’ di Palazzo della Salute Wellness Clinic – Istituto Clinico Sant’Ambrogio.

Cos’è il russamento 

ll russamento è un rumore roco o stridente provocato dal passaggio rumoroso dell’aria attraverso le vie aeree superiori, più spesso quelle nasali, a causa di complicati meccanismi di vibrazione delle mucose.

I pericoli legati al russamento

Oltre a rendere il sonno disturbato e poco riposante, con ovvie ripercussioni sulle attività quotidiane diurne, il russamento favorisce un’ alterazione della respirazione e la comparsa di episodi di apnea che possono durare anche 1 minuto e più. 

“Si tratta di interruzioni della respirazione, seguite da risvegli improvvisi, quasi sempre non percepiti dalla persona. Questa condizione, chiamata ‘sindrome della apnee del sonno’ (OSAS), attraverso meccanismi estremamente complessi, soprattutto se protratta per molto tempo, può:

  • causare alterazioni della saturazione dell’ossigeno nel sangue e della frequenza cardiaca;
  • aumentare la pressione arteriosa;
  • favorire la formazione di placche aterosclerotiche;
  • costituire un fattore di rischio aggiunto per eventi cardiovascolari maggiori, come infarto e ictus;
  • nei bambini può provocare ritardo nella crescita e iperattivismo.

La riduzione della saturazione di ossigeno e i frequenti risvegli improvvisi, inoltre, contribuiscono alla resistenza insulinica, ad alterazioni della glicemia e al sovrappeso”, spiega lo specialista.

Chi è più a rischio OSAS

Le persone più a rischio per la ‘sindrome delle apnee nel sonno’ sono:

  • coloro che presentano alterazioni anatomo-funzionali delle prime vie aeree, ovvero naso e gola; 
  • chi è in sovrappeso o francamente obeso; 
  • forti fumatori
  • giovani adulti sotto i 30 anni con ipertensione resistente alle comuni terapie. 

“Da un punto di vista epidemiologico si osserva una prevalenza nel sesso maschile: circa 50% contro il 23% in quello femminile. Nelle donne, però, tende ad aumentare dopo la menopausa e nella fase più avanzata della gravidanza”, sottolinea lo pneumologo. 

Quali sono i campanelli d’allarme per chi soffre di OSAS

Tra i campanelli d’allarme che possono far sospettare di soffrire di OSAS:

  • eccessiva sonnolenza diurna;
  • russamento abituale, tutte le notti da almeno 6 mesi;
  • apnee riferite dal partner; 
  • percezione di mancato sonno ristoratore;
  • cerchio alla testa mattutino;
  • risvegli eccessivi per recarsi in bagno;
  • incapacità di concentrazione.

Diagnosi e cura

Se pensiamo, o le persone che ci stanno accanto ce lo riferiscono, di essere dei russatori importanti e soprattutto costanti, vale la pena indagare il problema in modo più accurato rivolgendosi a un centro del sonno

“Qualora il medico intraveda la possibilità della presenza di una forma di OSAS, suggerirà di effettuare una polisonnografia, o meglio un monitoraggio cardiorespiratorio notturno al domicilio

In base al risultato, poi, verrà proposto un percorso terapeutico ‘su misura’ che tenga conto dei fattori individuali, degli aspetti psicologici e che, a seconda dei casi, può comprendere:

  • terapia fisica-nutrizionale finalizzata al dimagrimento, in caso di sovrappeso o di obesità;
  • programma educazionale rispetto ai fattori di rischio, come evitare o limitare le bevande alcoliche nelle ore serali, non fumare, consumare una cena leggera;
  • dispositivi odontoiatrici di avanzamento mandibolare;
  • chirurgia otorinolaringoiatrica o maxillo-facciale, qualora siano presenti alterazioni anatomo-funzionali di naso e bocca; 
  • utilizzo di ventilatore a pressione positiva, ossia la cosiddetta CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), una sorta di ventilatore da utilizzare mentre si dorme che eroga un flusso di aria in grado di mantenere una respirazione regolare e ristabilire una normale ossigenazione durante il sonno, qualora sia accertata la presenza di OSAS. Per il trattamento delle OSAS, infatti, non esistono terapie farmacologiche. 

L’approccio al russamento e alla sindrome delle apnee nel sonno appare complesso, ma l’esperienza conferma che, se adeguatamente trattati, i miglioramenti sulla salute e il benessere generale sono spesso di grande soddisfazione e permettono di incrementare sensibilmente la propria qualità di vita”, conclude l’esperto.

Fonte: www.grupposandonato.it

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