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Visita cardiologica pediatrica: in che cosa consiste e come si svolge

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Redazione 29 Luglio 2022
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Prevenzione e screening sono i primi passi per proteggere il nostro cuore: quando effettuare una prima visita cardiologica pediatrica e quali sono le cardiopatie più comuni nei bambini?

Come spiega la dott.ssa Pasqualina Bruno, Cardiologo Pediatra al Tiberia Hospital di GVM Care&Research: “Non sempre tutti i difetti cardiaci congeniti sono diagnosticati alla nascita; inoltre, anche nei bambini possono presentarsi sintomi meritevoli di approfondimento cardiologico”.

Sintomatologia delle cardiopatie nei bambini

“Tra i sintomi più diffusi che possono essere la spia di una problematica cardiovascolare vi sono il dolore toracico, la sensazione di affanno, tachicardie o palpitazioni – spiega la dott.ssa Bruno – o anche episodi lipotimici e sincopali. Si tratta di eventi in cui il giovane o il bambino manifesta un mancamento (nel caso di lipotimia) o una vera e propria perdita di conoscenza (nel caso della sincope)”

Le visita cardiologica pediatrica

Grazie alle visite cardiologiche, è possibile osservare il cuore in ogni suo aspetto, per mezzo di esami specifici. L’ambulatorio offre le seguenti prestazioni per uno screening di primo livello: 

  • visita cardiologica pediatrica 
  • ecocardiogramma transtoracico pediatrico 
  • elettrocardiogramma pediatrico

La visita cardiologica ha una durata media di circa 30 minuti, complessivi anche degli eventuali esami, e inizia dalla raccolta della anamnesi e dall’esame obiettivo completo dell’apparato cardiovascolare, per poi proseguire, laddove necessario, con gli esami più specifici.

Le differenze tra ecocardiogramma ed elettrocardiogramma 

Le due metodiche, entrambe non invasive e indolori, hanno funzione complementare poiché permettono al medico di avere una panoramica completa del cuore del paziente. Si tratta di esami fondamentali da eseguire nel caso di sintomatologia cardiologica che vale la pena approfondire oppure “su segnalazione del pediatra, che spesso individua il cosiddetto “soffio al cuore” o una irregolarità del battito cardiaco, che – specifica la dott.ssa Bruno – possono in alcuni casi essere indizio di patologie cardiache. La visita cardiologica serve perciò a verificarne la presenza o meno per poi eventualmente intraprendere il percorso di trattamento più opportuno. Tramite l’ecocardiogramma transtoracico, ovvero una ecografia che viene effettuata con una sonda ad ultrasuoni, andiamo ad analizzare valvole, vasi e contrattilità del cuore – spiega la dott.ssa Bruno Pasqualina –L’elettrocardiogramma (ECG), invece, permette di indagare l’attività elettrica cardiaca e si esegue posizionando alcuni elettrodi sul torace e sugli arti e permette di individuare anomalie dell’attività elettrica del cuore che possono predisporre ad eventi aritmici anche molto pericolosi”.

Fonte: www.gvmnet.it

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