fbpx



Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Approfondimenti Medicina

Calcoli renali: perché aumenta il rischio in estate e cosa fare

blank
Francesca 8 Agosto 2023
blank

calcoli renali sono uno dei disturbi più frequenti dell’apparato urinario e colpiscono circa 1 persona su 10 con una prevalenza degli uomini sulle donne: cosa fare se un attacco di calcolosi improvvisa ci cogliesse mentre siamo in vacanza?

La presenza di calcoli, ovvero minuscole concentrazioni di calcio simili a piccoli sassi che si formano nei reni, possono provocare le cosiddette coliche renali, contrazioni molto dolorose e improvvise che il sistema urinario mette in atto per espellere i calcoli stessi.

Un ottimo strumento di prevenzione è rappresentato dall’idratazione, per questo in estate, dove si perdono molti liquidi a causa delle elevate temperature, è importante reintrodurli nel nostro corpo bevendo quantità adeguate di acqua. 

Cosa fare, però, se un attacco di calcolosi improvvisa ci cogliesse mentre siamo in vacanza? Il dottor Andrea Conti, urologo presso l’Unità Operativa di Urologia dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, ci spiega quali potrebbero essere le cause delle coliche, come eventualmente prevenirle e come trattarle.

Perché i calcoli renali aumentano in estate 

“Nella popolazione comune, in assenza di fattori di rischio predisponenti – spiega il dr. Conti – l’incidenza della calcolosi nella nostra fascia geografica si attesta intorno al 10% nella popolazione maschile e al 5% in quella femminile. 

Il periodo estivo può facilitare la formazione o l’accrescimento dei calcoli, anche in assenza di sintomatologia, perché un’aumentata sudorazione o una non adeguata idratazione possono portare a una iperconcentrazione delle urine.
In questo scenario, alterazioni dietetiche con diete ipercaloriche o iperproteiche, legate a qualche eccesso durante le ferie, possono portare alcuni componenti chimici a precipitare a livello urinario favorendo la nascita o l’ingrandimento di calcoli urinari. 

Alcuni dati di letteratura specialistica, ci dicono come il rischio di sviluppare coliche renali sia più alto durante i mesi caldi. Ma non solo, alcuni studi di popolazione hanno anche dimostrato come nelle fasce a temperatura maggiore a livello geografico (es. Nord Africa e Golfo Persico), la diffusione della calcolosi sia in percentuale maggiore rispetto alle aree temperate. 

Quello che può essere interessante capire è se ci sono fattori di rischio che, in qualche modo, possano favorire la formazione di calcoli”.

I fattori di rischio dei calcoli

Secondo le linee guida europee, si annoverano tra i fattori di rischio predisponenti: 

  • episodi, soprattutto in giovane età, di colica renale o di calcolosi renale: sicuramente, l’aver avuto una manifestazione precoce di calcolosi renale espone a un aumentato rischio nell’arco della vita di svilupparne ancora;
  • familiarità: vi sono alcune componenti genetiche per cui alcuni pazienti presentano una maggior probabilità di formare calcoli rispetto ad altri;
  • presenza di determinate patologie: legate al metabolismo, oppure di tipo anatomico o morfologico del rene, che possono portare la persona a produrre calcoli a volte anche infetti;
  • scarsa idratazione;
  • alimentazione irregolare;
  • sovrappeso/obesità. 

“Escludendo i fattori predisponenti, i principali fattori di rischio sono rappresentati da una scarsa idratazione e da abitudini alimentari sbagliate. Ideale sarebbe osservare una dieta che non ecceda in utilizzo di sale, calcio o proteine – continua -, una dieta equilibrata sia come quantità sia come qualità e un’abbondante idratazione, ovvero bere sempre un litro e mezzo di acqua, aumentando ad almeno 2 litri in estate”.

Il ruolo della prevenzione

“Un aspetto di fondamentale importanza, anche nell’ambito della calcolosi renale, è la prevenzione – sottolinea lo specialista -. Se ci sono stati episodi pregressi o se non si è mai stati colpiti in precedenza, un’ecografia dell’addome rappresenta uno strumento efficace e non invasivo che permette di rilevare e gestire l’eventuale presenza di calcoli in fase iniziale prima che possano dare origine a coliche o a problemi a livello del rene. 

A seconda delle dimensioni, della tipologia e della posizione nel sistema escretore, possono essere tenuti sotto controllo con un monitoraggio nel tempo, ripetendo eventualmente l’ecografia una volta l’anno che sarà poi lo specialista a valutare, oppure trattati per la loro eliminazione. 

Oltre all’ecografia, se necessario, si può approfondire ulteriormente con una TC che ci dà un dato morfologico più preciso rispetto a quello fornito dall’ecografia, ma anche un dato densitometrico, cioè relativo alla consistenza dei calcoli, che può indirizzarci verso il tipo di terapia più corretta”.

I tipi di calcoli

“I calcoli sono composti principalmente da:

  • ossalato di calcio;
  • fosfato di calcio;
  • acido urico;
  • cistina (legati a fattori genetici, più rari, si manifestano già dall’infanzia);
  • struvite (calcolosi che origina prevalentemente da infezioni urinarie).

La differenza tra i calcoli di ossalato o fosfato di calcio e di acido urico è la possibilità di questi ultimi di essere sciolti cambiando il pH urinario, motivo per cui conoscerne la composizione è molto utile poiché guida l’urologo nell’individuare il trattamento migliore. Esistono infatti più di 25 tipi di calcoli diversi, che vengono classificati in base alla composizione chimico-fisica basandosi sulla percentuale di alcune sostanze al loro interno”.

Come affrontare una colica renale in vacanza

Come comportarsi se, non avendo fatto prevenzione, in vacanza siamo colti da una colica inaspettata? 

“Innanzitutto, è necessario osservare la sintomatologia ed interpretarla: il sintomo tipico è il dolore, che parte a livello lombare posteriore, solitamente monolaterale, e può irradiarsi anteriormente verso l’inguine; solitamente non c’è una posizione che dia particolare sollievo. 

Il primo approccio è rappresentato dalla terapia antinfiammatoria, quindi iniziare con il paracetamolo e, nel caso non fosse sufficiente, passare ai FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) – conclude –, ricordando sempre che sarebbe necessaria una valutazione medica appena possibile onde evitare complicazioni.
Se il dolore non è responsivo e non si risolve e se compare la febbre, bisogna passare alla gestione in urgenza-emergenza e recarsi in Pronto Soccorso

Una volta che il calcolo è in movimento lungo l’uretere, l’unica cosa che si può consigliare è mantenere un’idratazione costante durante la giornata, senza concentrarla in momenti specifici, e riducendo l’idratazione sotto colica. Quando il dolore è forte, è preferibile bere meno perché il dolore aumenta così come la dilatazione”.

In ultimo, sono sconsigliate le terapie fai-da-te ed è sempre meglio consultare prima lo specialista. In ogni caso, il consiglio migliore rimane sempre la prevenzione, per non lasciarsi mai cogliere impreparati!

Fonte: www.grupposandonato.it

Tags: