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Approfondimenti Medicina

Formicolio alle mani di notte: perché viene e quali sono i rimedi

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Francesca 8 Settembre 2023
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Durante il riposo notturno e al momento del risveglio, può capitare di avvertire uno spiacevole formicolio e senso di intorpidimento, con perdita di sensibilità, ad una o entrambe mani. Quali possono essere le cause di questo fenomeno e come comportarsi? Abbiamo chiesto di spiegarcelo al Dott. Loris Pegoli, specialista in Chirurgia Ortopedica della Mano della Casa di Cura La Madonnina.

Perché si intorpidiscono le dita della mano di notte?

“Si tratta di una domanda che mi viene posta molto spesso”, spiega il dottore. 
Il formicolio e la sensazione di addormentamento notturno alle dita di una o entrambe le mani possono essere determinati da varie cause, ma generalmente sono indice di una compressione ai nervi, che sono le strutture deputate alla trasmissione delle informazioni sensitive e motorie al cervello e viceversa.

Questa compressione può verificarsi per diverse cause quali, ad esempio:

  • ernie cervicali, che comprimono il nervo all’uscita dal midollo spinale;
  • cisti sinoviali, cisti che compaiono alla mano, soprattutto sul polso, che possono andare a schiacciare le strutture nervose in essa presenti;
  • postura errata durante la giornata o nel riposo;
  • sforzi intensi e prolungati durante il giorno o lavori che sollecitano in modo continuativo i tendini della mano e del polso causando tendiniti, come, ad esempio, la scrittura al computer;
  • sindrome del tunnel carpale: è la causa principale, soprattutto se a perdere sensibilità sono le prime 3 dita (pollice, indice, medio e metà anulare). Questa sindrome genera una compressione ad uno dei 3 nervi principali del braccio: il nervo mediano, nel suo passaggio all’interno dello stretto canale all’altezza del polso definito, appunto, ‘tunnel carpale’.

Come mai proprio di notte 

La sensazione di schiacciamento alle strutture nervose può acerbarsi durante le ore notturne in quanto:

  • stando fermi a causa della gravità si crea anche una stasi di liquidi che in alcuni casi può comprimere maggiormente il nervo;
  • durante il riposo alcune posizioni possono schiacciare il nervo.

“Nelle fasi iniziali della sindrome del tunnel carpale, il formicolio si manifesta principalmente di notte, ma con il progredire della patologia si presenta anche durante il giorno, per arrivare, poi, ad interessare anche i muscoli e condurre a problematiche più complesse”, spiega il dottore.

Chi colpisce

Una compressione a carico di uno o più nervi può colpire chiunque, in particolare se si effettuano professioni che vanno a sollecitare molto la mano e le sue strutture.

Le donne over 40, poi, sono molto più predisposte degli uomini allo sviluppo della sindrome del tunnel carpale, per cause non ancora del tutto note.

Quando recarsi dal medico

È sempre opportuno consultare il medico per una valutazione del proprio stato di salute se la sintomatologia di intorpidimento notturno si presenta con costanza o in maniera continuativa.
Il nervo che resta compresso per lunghi periodi, infatti, non riceve un’adeguata vascolarizzazione e va incontro ad una progressiva degenerazione e morte che, se si interviene in una fase troppo avanzata, possono causare al soggetto una perdita di sensibilità e forza anche permanenti.

Con visita ed esame obiettivo, lo specialista procederà ad analizzare l’area d’interesse prescrivendo anche un’elettromiografia, che consentirà di fornire una diagnosi certa e misurare l’eventuale grado di sofferenza del/degli nervo/i. L’elettromiografia svolta dal neurologo, infatti, andrà a valutare:

  • la conduzione nervosa (elettroneurografia), tramite alcuni elettrodi superficiali; 
  • l’attività muscolare, tramite degli elettrodi ad ago posti sottocute.

I rimedi al formicolio e intorpidimento delle mani 

A seconda della causa scatenante, alcuni accorgimenti potrebbero aiutare a ridurre parzialmente il senso di addormentamento della mano, come:

  • materasso e cuscino in grado di fornire il necessario comfort e sostegno al corpo nonché alla colonna vertebrale;
  • dormire in posizione adeguata: evitare di riposare con le mani sotto al cuscino, con i polsi piegati o con le braccia in alto sopra la testa;
  • cercare di far riposare durante la giornata la mano e le strutture nervose e non sovraccaricarle, per quanto possibile.

La terapia conservativa

Se la sofferenza al nervo è in uno stadio iniziale, il medico può procedere prescrivendo una terapia conservativa con l’utilizzo di:

  • tutore notturno del polso, personalizzato e realizzato da terapisti della mano, in grado di mantenere l’arto in una posizione neutra; 
  • farmaci neurotrofici, che migliorano le funzioni delle cellule del sistema nervoso;
  • terapie fisiche e fisioterapiche con l’eventuale utilizzo anche di apparecchiature per aiutare in caso di percezione di dolore.

L’intervento chirurgico

Nei casi in cui la compressione alla struttura nervosa non riesca ad essere gestita con delle terapie conservative può essere, infine, richiesto un intervento chirurgico.

Per quanto riguarda, ad esempio, l’ernia cervicale, in base alla sua posizione il neurochirurgo ha a disposizione varie tecniche con un approccio chirurgico che può essere anteriore o posteriore, mentre il chirurgo della mano può occuparsi delle problematiche al polso.

La tecnica microchirurgica endoscopica, ad esempio, va ad eliminare la compressione esercitata dall’ernia senza demolire o danneggiare parti della colonna vertebrale, con tempistiche di recupero rapide e nessuna immobilizzazione. Solitamente, il giorno seguente quello dell’operazione il paziente può essere già dimesso e tornare alla propria quotidianità.

Per quanto riguarda, invece, il canale carpale, una procedura endoscopica condotta con una piccola telecamera fatta passare da una mini-incisione di circa 5 mm, consente al chirurgo della mano di liberare il nervo con poche gocce di anestesia locale al polso e senza punti di sutura.

La mobilizzazione di polso e dita e il ritorno alla quotidianità sono immediati, tanto che il paziente può usare le mani già il giorno stesso dell’intervento e guidare a partire dal giorno successivo.

Fonte: www.grupposandonato.it

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