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Approfondimenti Medicina

Alimentazione: ridurre il sale…tra il dire e il fare

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Francesca 27 Novembre 2023
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Molte volte abbiamo ricordato che il sale da cucina contiene sodio, e che il sodio favorisce l’aumento della pressione, principale causa di infarto e ictus. In altre parole, un consumo eccessivo di sale aumenta il rischio di patologie cardiovascolari correlate all’ipertensione arteriosa (ma anche quello di altre malattie cronico-degenerative). Ragion per cui tutti dovremmo ridurre sensibilmente il consumo di sale nella routine alimentare se vogliamo migliorare la salute del nostro sistema cardiovascolare. Ma tra il dire e il fare… 

Alimentazione e sale: come ridurre il consumo?

Tenendo presente che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), non dovremmo assumere più di 5 grammi di sale al giorno, vediamo allora come ci comportiamo nella realtà, e se facciamo davvero un consumo moderato di sale. 

In quanti facciamo attenzione a consumare meno sale

In Italia, più di 5 persone su 10 (56%) fanno attenzione a ridurre la quantità di sale assunta a tavola, nella preparazione dei cibi e nel consumo di quelli conservati, ma i livelli di consumo restano ancora lontani dai valori raccomandati: è decisamente troppo presto per darci una pacca sulla spalla. Fra chi ha almeno una patologia cronica, la percentuale di chi fa un uso consapevole del sale risulta più alta (74%), ma anche in questo caso non raggiunge i livelli attesi, e 1 paziente su 4 sembra non prestarvi attenzione.

Piuttosto buona, invece, la consapevolezza dell’importanza di assumere iodio attraverso il sale iodato: il 76% delle persone sceglie di utilizzarlo; moltissimi lo usano abitualmente (il 44% sempre e il 15% spesso), mentre il 18% riferisce di usarlo qualche volta. Sono questi gli ultimi dati sul consumo di sale (resi pubblici il 2 novembre 2023) che emergono dal Sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) promosso e finanziato dal Ministero della Salute e condotto dai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, coordinate dalle Regioni che si avvalgono del supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità. I dati si riferiscono alla popolazione adulta (18-69 anni) residente in Italia e al periodo 2021-2022.  

Donne e senior i più “virtuosi”

Sempre secondo quanto rilevato dal Sistema PASSI, l’uso consapevole del sale è più frequente fra le donne (61% vs 50% negli uomini), nelle persone meno giovani (63% fra i 50-69enni vs 43% fra i 18-34enni) e fra i residenti con cittadinanza italiana (56%, vs 49% fra gli stranieri).

Anche il livello di scolarizzazione ha un ruolo: gli individui più istruiti, in particolare laureati, hanno un’attenzione maggiore all’impiego di sale nell’alimentazione.

Infine, l’attenzione al consumo di sale è maggiore fra i residenti nelle Regioni del Nord (61%, vs 50% dei residenti nel Sud), con qualche eccezione virtuosa (in Basilicata gli adulti che fanno attenzione al consumo di sale sono il 71,5%, la percentuale più alta) e non (la Valle d’Aosta si ferma al 41%).

E tu, quanto sale usi?

E tu? Se non fai parte del 56% di coloro che già fanno attenzione a ridurre la quantità di sodio, prova a cambiare abitudini: ecco alcuni piccoli stratagemmi per diminuire il consumo di sale.

Meno sale, stesso gusto

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non dovremmo assumere più di 5 grammi di sale al giorno: il sale è ricco di sodio e il sodio in eccesso è dannoso per la salute, cuore compreso.

Le nostre abitudini alimentari, invece, ci portano a mangiare molto più sale del dovuto, ed è proprio qui che dobbiamo intervenire.

Una spesa poco salata

Quando facciamo provviste, a preoccuparci non dev’essere solo il conto ‘salato’, ma anche ciò che mettiamo nel carrello.

In generale, è bene leggere le informazioni sulla composizione dei prodotti ed evitare quei cibi preconfezionati, lavorati e preparati (ma anche alcuni cibi pronti) che hanno un alto contenuto di sodio.

Gli alimenti che ne contengono di più sono salumi e formaggi, ma a incidere maggiormente sulla nostra assunzione di sodio sono quelli che mangiamo più spesso: pane, crackers, grissini, ma anche merendine, biscotti e cereali per la colazione. Massima attenzione, inoltre, agli snack salati (patatine, arachidi e via dicendo) e ad alcuni condimenti.

I rischi della cucina

Rispetto al sale, la cucina è il posto più pericoloso della casa. La quantità principale di sodio che ingeriamo, infatti, proviene dal sale che usiamo per preparare i cibi.

Ma il nostro palato potrebbe non essere contento all’idea di ‘mangiare insipido’: come dargli torto?
Ecco, allora, due tattiche per tenere conto dei suoi diritti: ridurre il sale nella preparazione dei cibi gradualmente, in modo da abituarci ai nuovi sapori un po’ alla volta, e sostituire il sale con altri ingredienti che rendano comunque gustosi i nostri piatti.

Ad esempio, il succo di limone è perfetto per le insalate, come l’aceto di mele, adatto anche a sfumare la cottura; il gomasio (un mix di semi di sesamo tostati e sale marino) va bene sia nelle
preparazioni che nei condimenti; le erbe aromatiche sono ideali per aggiungere sapore e profumo a molti piatti.

Niente sale in tavola

E durante i pasti? Semplice: basta non portare in tavola la saliera!

Facciamoci caso: quante volte versiamo il sale su un piatto senza averlo prima assaggiato? Spesso aggiungere sale è solo un’abitudine: non dovrebbe essere difficile liberarsene, specie se il sale non è … a portata di mano.

Fonte: www.degasperis.it

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