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Approfondimenti Medicina

Jet Lag, istruzioni per l’uso: quando si manifesta e come si affronta

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Francesca 3 Gennaio 2024
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Se siete di ritorno da un viaggio dopo le vacanze di Natale o siete in partenza, prestate attenzione: se durante il tragitto in aereo attraverserete 2 o più fusi orari, potreste incappare nelle conseguenze del cosiddetto jet lag

Come riconoscerlo? Quali precauzioni adottare per prevenirlo o ridurne gli effetti? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Marta Colombo, psicologa e psicoterapeuta del Policlinico San Marco.

Jet Lag, istruzioni per l’uso: quando si manifesta e come si affronta

Il jet lag o disturbo da fuso orario rientra tra i disturbi del ritmo circadiano e si manifesta in seguito al disallineamento dell’orologio interno (tipico ciclo sonno-veglia di una persona) rispetto al ciclo terrestre di buio (notte) e luce (giorno). 

“La causa di questa condizione fisiologica è l’alterazione dei normali ritmi circadiani dovuta alla variazione di fuso orario – spiega la dottoressa Colombo -. Il ciclo circadiano, che consiste in una specie di orologio biologico della durata di 24 ore, prevede cicli di circa 3 ore in cui si alternano stati di attività a stati di distensione, fino ad arrivare alla fase del sonno. 

Attraversare in tempi molto rapidi diversi fusi orari (almeno 2-3 meridiani, cioè circa 2-3 ore in più o in meno rispetto al fuso abituale) costringe il proprio orologio biologico a un veloce adattamento al nuovo  periodo luce/buio del paese di destinazione

Come si manifesta

Il jet lag si manifesta con una serie di ‘disturbi’ temporanei che solitamente compaiono nelle prime 24-48 ore dalla partenza e si risolvono da soli nel giro di qualche giorno. In particolare si ritiene che ci voglia circa un giorno di ripresa per ogni fuso orario attraversato. 

sintomi del jet lag solitamente sono:

  • stanchezza e affaticamento durante la giornata;
  • ansia e irritabilità; 
  • senso di malessere;
  • difficoltà nel rimanere vigili;
  • problemi digestivi e gastrointestinali;
  • impossibilità ad addormentarsi la sera e/o a svegliarsi al mattino;
  • scarsa qualità del sonno;
  • problemi di concentrazione e memoria.

Questi sintomi possono presentarsi con intensità variabile non solo a seconda di quanti fusi si attraversano, ma anche dalla direzione dello spostamento: il jet lag si verifica solo in caso di voli da ovest verso est e viceversa e non quando si viaggia lungo lo stesso meridiano (nord-sud). Inoltre, può farsi maggiormente sentire se si viaggia verso Est, perché si ‘perdono’ ore. 

Esistono poi anche altri fattori che possono influire sull’intensità del jet lag, tra cui:

  • l’età: sopra i 60 anni di età l’organismo può avere più difficoltà ad adattarsi al nuovo fuso orario rispetto alle persone più giovani;
  • la durata media abituale del sonno;
  • l’orario di partenza e di arrivo: la soluzione ideale per poter ridurre al minimo gli effetti del jet leg è viaggiare di notte in modo da poter riposare il numero di ore fisiologicamente necessarie in volo e svegliarsi all’atterraggio in un paese in cui è pieno giorno.

Come ridurre gli effetti del jet lag

Secondo gli esperti, per ridurre gli effetti del jet lag, è importante adottare una seria di accorgimenti sia prima della partenza, sia una volta arrivati nel ‘nuovo’ Paese, tra i quali: 

  • adattarsi progressivamente al fuso orario del Paese di destinazione già nei giorni prima della partenza, quindi posticipando (se si va ad ovest) o anticipando (se si va ad est) di un’ora al giorno l’orario in cui si va a dormire; 
  • una volta a destinazione, consumare i pasti nel rispetto dei ritmi locali e non facendo riferimento al proprio Paese;
  • evitare bevande alcoliche o eccitanti (tra cui il caffè), sia prima della partenza sia nei primi giorni dopo l’arrivo, per non intensificare lo squilibrio del proprio orologio biologico;
  • dormire le ore adeguate alla propria salute e abitudini (né in difetto né in eccesso), affrontando se possibile il viaggio nelle ore notturne per conciliare le proprie esigenze fisiche con il cambiamento; 
  • esporsi alla luce del sole, che aiuta a ristabilire i ritmi circadiani (responsabili dell’alternanza sonno-veglia);
  • concedersi un breve riposo (di circa 20-30 minuti) una volta arrivati a destinazione.

Fonte: www.grupposandonato.it

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