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Approfondimenti Medicina

Tosse stizzosa: un disturbo con tante cause possibili

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Francesca 16 Maggio 2024
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Quando arriva, è fastidiosa e spiacevole ma la tosse, di per sé, è uno dei più importanti meccanismi di difesa di cui disponiamo per difenderci da agenti irritanti o per espellere corpi estranei entrati nelle vie aeree. 
In alcuni casi, però, da alleata la tosse può diventare una compagna fastidiosa: la tosse stizzosa, in particolare, riduce in modo significativo la qualità di vita delle persone e non andrebbe mai trascurata. Il primo passo per gestirla e trattarla in modo adeguato è una diagnosi accurata: un percorso che spesso richiede il contributo di più specialisti.

Ne abbiamo parlato con due esperti del centro per la tosse di Primus Forlì Medical Center: il Prof. Claudio Vicini, specialista in otorinolaringoiatria, e il Dott. Alessandro Zanasi, specialista in pneumologia.

Che si intende per tosse stizzosa?

La tosse si può dividere in due categorie: se è accompagnata da emissione di muco, si ha la tosse grassa (chiamata anche catarrale o produttiva); in caso contrario si parla di tosse secca. A quest’ultima categoria appartengono i casi di tosse stizzosa, che è una tosse secca particolarmente insistente, che non recede mai e che irrita in continuazione le vie aeree. La tosse stizzosa cronica può durare anche mesi o anni. 

Quali sono le cause più comuni?

La tosse stizzosa è generalmente legata a un’irritazione anomala dei recettori che attivano questa risposta di difesa. I recettori per la tosse sono sensori presenti nell’apparato respiratorio che percepiscono la presenza di un agente esterno o irritante: quando vengono attivati, si ha una contrazione brusca dei muscoli respiratori che porta poi a una violenta espulsione dell’aria, volta a detergere le vie aeree con l’espulsione di muco. 
Nel caso della tosse secca e stizzosa, però, si innesca un meccanismo diverso, dovuto a un’attivazione eccessiva dei recettori che provocano questa risposta di difesa. Con un’analogia, potremmo dire che il meccanismo della tosse stizzosa assomiglia a quello di un antifurto, il cui allarme si attiva anche se non c’è nessun tentativo di effrazione: si attiva semplicemente perché il sistema è troppo sensibile agli stimoli esterni. 

In quali casi questa tosse deve fare allarmare?

La tosse secca accompagna spesso i più comuni mali di stagione (lievi faringiti, laringiti o bronchiti), ed è da considerarsi un fenomeno normale che in genere si esaurisce nell’arco di un paio di settimane. Se invece la tosse si mantiene attiva per periodi più lunghi (oltre le 8 settimane), allora è importante indagare le cause sia di natura otorinolaringoiatrica sia polmonari. 

Quali sono le cause otorinolaringoiatriche della tosse stizzosa?

Per una corretta diagnosi, a livello otorinolaringoiatrico, è importante valutare questi aspetti: 

  • condizioni che alterano le funzioni del naso, come un setto deviato o la presenza di turbinati gonfi o rinosinusiti croniche; 
  • infiammazione del rivestimento della mucosa nasale e di tutte le vie aeree fino ai bronchi: se la mucosa nasale è infiammata, è probabile che anche quella della trachea e dei bronchi lo sia; 
  • scolo retronasale e vellichio: nei mesi invernali, alcune persone possono sviluppare un gocciolamento o scolo retronasale cronico; questo rivolo di muco ha una potente azione solleticante e rifornisce in modo continuo i bronchi di stimoli infiammatori che fomentano la tosse stizzosa;
  • rilascio di sostanze infiammatorie in circolo: l’infiammazione nel naso rilascia sostanze chimiche chiamate citochine che vengono riassorbite nel sangue e arrivano nei bronchi, dove mantengono attiva l’infiammazione;
  • alterazioni che riflessi naso-bronchiali: i principali meccanismi di difesa a livello nasale sono la secrezione, gli starnuti e il gonfiore, che permettono di trattenere ed espellere sostanze dannose; tuttavia, queste risposte innescano una risposta anche nei bronchi, che per riflesso si chiudono favorendo la tosse; 
  • reflusso gastro-esofageo: l’acido che risale dallo stomaco attraverso l’esofago favorisce l’irritazione delle vie aeree e la risposta difensiva della tosse;
  • apnee notturne dovute ad alterazioni del naso e della gola durante il sonno.

Quali sono le cause polmonari della tosse stizzosa?

Oltre agli aspetti precedenti, che riguardano le alte vie aeree e sono di pertinenza dell’otorinolaringoiatra, esistono altre cause da indagare a livello polmonare, in particolare:

  • presenza di patologie polmonari: le polmoniti, l’embolia, la tubercolosi e in generale tutte le patologie di origine polmonare si accompagnano a tosse;
  • asma bronchiale: in alcuni casi, ci sono persone in cui l’asma si manifesta solo con la tosse e non presenta altri sintomi ritenuti tipici (come sibili e affanno). In questi casi (detti “tosse come equivalente asmatico”), la diagnosi viene eseguita con un test con un broncocostrittore, che permette di confermare o smentire l’iperattività asmatica.
  • tosse di origine sconosciuta e non trattabile: circa il 30% dei soggetti – anche se studiati e trattati in modo accurato – non guarisce: il problema è legato a una reattività recettoriale anomala, cioè i recettori per la tosse sono estremamente sensibili a stimoli che normalmente non dovrebbero far tossire (parlare molto, cambi di temperatura, odori forti o sgradevoli, ecc.). In questi pazienti, la tosse innesca un circolo vizioso per cui si liberano sostanze infiammatorie che continuano a sostenere la tosse.

Come orientarsi tra tutte queste cause?

Una corretta diagnosi richiede la stretta collaborazione tra più specialisti: oltre all’otorinolaringoiatra e allo pneumologo, che in genere sono le prime figure a cui ci si rivolge in caso di di tosse stizzosa, è importante coinvolgere anche il gastroenterologo (per i casi di reflusso esofageo) o l’allergologo (se l’infiammazione ha una base allergica). 
Presso il centro per la tosse di Primus Forlì Medical Center, i pazienti possono trovare tutte queste figure professionali, insieme a dotazioni tecnologiche di tipo endoscopico con una caratteristica importante: gli esami diagnostici possono essere seguiti dal paziente (o dai congiunti) su uno schermo alla parete. Questo permette ai pazienti di visualizzare e comprendere il problema, motivandoli a seguire le terapie in modo puntuale e aumentando così le possibilità di risolvere il problema con successo. 

Fonte: www.gvmnet.it

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