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Spina calcaneare, cos’è e quali sono i trattamenti

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Redazione 14 Marzo 2022
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La spina calcaneare, in termini scientifici conosciuta come entesite calcifica, è la deposizione di sali di calcio all’origine dei tendini, nella fascia plantare, proprio sotto il tallone: parliamo di cause, diagnosi e trattamenti con il professor Antonio Serafin, responsabile del Servizio di Podologia all’IRCCS istituto Ortopedico Galeazzi.

Colpisce maggiormente soggetti di sesso femminile, dai 40 anni in sù, ed è più comune nelle donne in fase pre-menopausale, perché sono interessate da una modificazione a livello fisiologico della produzione del calcio (osteoporosi). 

Quali sono però le cause della formazione di queste spine? È possibile ricorrere all’intervento chirurgico o è meglio affidarsi a trattamenti conservativi?

Le cause 

“La causa della formazione della spina calcaneare va ricercata proprio da dove tutto comincia, ovvero nella fascia plantare che ha origine nella faccia anteriore del calcagno. I tendini che costituiscono la parte iniziale della fascia, se sottoposti a tensione anomala, tendono a stirarsi, a ‘strapparsi’ dalla loro origine. Il nostro corpo, a difesa, comincia a depositare sali di calcio per ‘rinsaldare’ la posizione naturale e per ripristinare l’equilibrio originale”, spiega il prof. Serafin.  

I sintomi

“Il problema, però, è che questi sali di calcio sono come cristalli, con bordi taglienti e irregolari – continua il podologo – se vanno a toccare o sono vicini alle terminazioni nervose nocicettive, provocano nel soggetto:

  • un dolore intenso, urente;
  • una sensazione di puntura continua a livello plantare-calcaneare, che gli impedisce di compiere i movimenti più semplici come, appunto, camminare. 

Il dolore si manifesta solo quando si esercita una pressione, quindi quella dell’intero corpo sul piede, ed è maggiormente avvertito all’inizio dell’attività: se si sta seduti a lungo, quando ci si alza, il dolore sarà molto più forte rispetto a quando si è nel bel mezzo della deambulazione”.

Nell’entesite calcifica, il dolore non è proporzionale alla grandezza della spina: a volte, spine anche lunghe 2-3 centimetri e asintomatiche vengono rilevate casualmente con radiografie effettuate per altri scopi. Mentre altre, magari lunghe pochi millimetri, possono causare dolori acutissimi. Dipende tutto da come questi sali di calcio vanno a incidere sulle terminazioni nervose del nervo nocicettivo.

Come si fa la diagnosi

La diagnosi di spina calcaneare si può effettuare clinicamente da parte di un ortopedico o di un podologo, grazie alla rilevazione di precisi segnali tipici della patologia (es. dolore). Per avere una maggiore certezza diagnostica, l’esame strumentale più preciso è rappresentato da una semplice radiografia, che dà contezza della presenza e delle dimensioni della spina stessa. 

Spina calcaneare, i trattamenti

Quando il dolore non è molto acuto, è più facile riuscire a conviverci, ma nel caso fosse intenso, come possiamo trattarlo? 

“L’indicazione chirurgica, in questi casi, non è frequente. Solo rarissimamente si interviene in questo modo. Di norma, i trattamenti sono conservativi”, sottolinea l’esperto. 

I rimedi

“Immaginiamo che il tallone sia come un pendolo, che si muove avanti e indietro –  spiega il professor Serafin – .  Posteriormente è trazionato dal tricipite surale (polpaccio), anteriormente è trattenuto dalle tre fasce plantari. L’obiettivo sarebbe quello di trazionare meno il calcagno, senza andare a incidere nell’inserzione della fascia plantare. Per fare questo sono necessari determinati ausili:

  • calzature adeguate;
  • plantari specifici;
  • onde d’urto”. 

Le scarpe adatte per la spina calcaneare

“Per quanto riguarda l’utilizzo di calzature adeguate, l’indicazione principale è quella di avere sempre un minimo di tacco

  • di altezza di almeno 2 cm per gli uomini 
  • di altezza di almeno 3-4 cm per le donne

Il tacco deve essere largo, perché più stabile e aiuta il tendine a distendersi e a disinfiammarsi. Le calzature con il tacco si possono indossare continuativamente per circa 6 mesi o un anno, a seconda delle esigenze della persona. Nel caso il tallone si dovesse infiammare nuovamente, si può ricominciare a portarle”, continua lo specialista. 

I plantari

“Quando invece il dolore è continuo – specifica il medico –  è necessario intervenire con ortesi (solette) specifiche a misura di paziente. Se ne possono trovare di diversi tipi: 

  • talloniere a guscio posteriore, con funzione ammortizzante, ripara il tallone dagli urti e diminuisce la sintomatologia dolorosa;
  • plantare su misura che ha lo scopo di regolare la formazione della volta plantare, ponendo il piede nella posizione più corretta. Oltre a questo, si inserisce un cuscinetto posteriore anti shock con lo scarico a virgola di Viladot utile a evitare l’infiammazione del tendine quando viene trazionato durante la deambulazione”.

Le onde d’urto

“Per quanto riguarda le onde d’urto, solitamente sono previste 3 sedute a ciclo (a distanza di una settimana dall’altra), successivamente 1 mese di riposo; ancora un altro ciclo, un altro mese di riposo e infine un ultimo ciclo.

Le onde d’urto agiscono andando a limare i bordi dei sali di calcio, arrotondandoli e rendendoli meno dolorosi. In questo modo, si andrebbe a togliere l’infiammazione. 

Ma attenzione: eseguire le onde d’urto senza però andare a combattere la causa che provoca il dolore, non è utile perché il tendine continuerebbe a infiammarsi. Per questo è necessario portare, in parallelo, anche le calzature con il tacco o le ortesi”, aggiunge ancora l’esperto.

I consigli del podologo

“Non esistono esercizi che si possono eseguire per una problematica di spina calcaneare – conclude Serafin -. Bisogna cercare di mettere a riposo la fascia infiammata, procedendo 2 volte al giorno con docce di acqua fredda (non pediluvi), localizzate solo nella zona dolorosa, per dare maggiore sollievo. Ma non solo:

  • è assolutamente vietato camminare a piedi nudi: anche se ci si alza di notte per andare a bere un bicchier d’acqua, bisogna necessariamente mettere le ciabatte con il tacco; anche in spiaggia è sempre meglio indossare calzature adatte perché il tallone sprofonda maggiormente, peggiorando ulteriormente l’infiammazione;
  • sono vietate scarpe troppo basse (es. ballerine): ci deve sempre essere un minimo di tacco (magari anche interno);
  • prestare attenzione al proprio peso: è evidente che il sovrappeso rappresenta una problematica importante per la spina calcaneare perché maggiore è il peso che si esercita sui nostri piedi, maggiore sarà il dolore provocato dalla spina calcaneare”. 

Fonte: www.grupposandonato.it

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