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Giornata del Fiocchetto Lilla, i disturbi dell’alimentazione

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Redazione 16 Marzo 2022
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Ieri, 15 marzo, era la giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: ne parliamo con il professore Lucio Rinaldi, UOC Psichiatrica Clinica e d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, ricercatore di Psichiatria all’Università Cattolica, campus di Roma. “Il Gemelli è tra le prime strutture in Italia ad adottare un Percorso Clinico Assistenziale dedicato. Negli ultimi due anni riscontrato un aumento di circa il 45% delle richieste di prime visite”.

Fiocchetto Lilla, i disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: le caratteristiche

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o da comportamenti connessi all’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica e/o il funzionamento psicosociale.
I DNA si riscontrano nel bambino (Pica, Disturbo da Ruminazione, Disturbo Evitante/Restrittivo dell’assunzione di cibo), ma acquisiscono una rilevanza maggiore in adolescenza e nella prima età adulta (Anoressia, Bulimia Nervosa). In Italia ne soffrono oltre 2 milioni di persone tra i 12 e i 25 anni; la diagnosi spesso avviene tardivamente, anche dopo 6 – 7 anni dall’esordio, quando i sintomi fisici e psichici sono divenuti particolarmente evidenti. I DNA si possono manifestare anche in età successive, come avviene ad esempio il “Disturbo da Binge-Eating”.
Complessivamente nel nostro Paese più di 3 milioni e mezzo di persone sono affette da DNA con 8500 nuovi casi all’anno. Le morti per Anoressia Nervosa, circa 3000 decessi all’anno, sono la principale causa di mortalità in assoluto tra le malattie psichiatriche.
Caratteristiche tipiche dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono la scarsa consapevolezza di malattia e la sottovalutazione della gravità dei sintomi clinici da parte dei pazienti.
I DNA sono patologie psichiatriche che per la natura stessa del disturbo possono arrecare importanti conseguenze al fisico sia a breve che a lungo termine. Tra le conseguenze a breve termine ci sono quelle proprie della malnutrizione che può raggiungere livelli estremi fino a condurre a morte per cause cardiache o infettive. Tra le conseguenze a lungo termine c’è l’arresto della crescita e degli eventi puberali nel bambino e le alterazioni della mineralizzazione ossea e della vita riproduttiva dopo la pubertà. Un riconoscimento precoce e un trattamento medico che si affianchi alla gestione psichiatrica di questi pazienti si rendono quindi indispensabili in termini di mortalità e morbilità.

Il Codice Lilla del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS

Molte persone affette da Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione non ricevono una diagnosi e un trattamento appropriato, data l’estrema eterogeneità delle espressioni sintomatiche. I pazienti con Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione possono accedere al Pronto Soccorso con sintomi vari, sia psicopatologici che organici.
Rivolgersi al Pronto Soccorso può quindi costituire una forma, per quanto impropria o forzata, di richiesta di aiuto; soprattutto l’accesso in emergenza può rappresentare una preziosa occasione di ingaggio del paziente per l’avvio di un percorso terapeutico.
Da qui la necessità di definire all’interno della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS un Percorso Clinico Assistenziale dedicato alle persone affette da DNA.
Il Gemelli è stato tra le prime strutture in Italia ad adottare un Percorso Clinico Assistenziale in recepimento delle linee guida assistenziali emanate dagli esperti del Ministero della Salute nel 2018. L’identificazione del paziente per l’accesso al percorso avviene già durante il primo momento di accoglienza. Al triage in Pronto Soccorso, infatti, è prevista l’attribuzione del “Codice Lilla”, che rappresenta il primo filtro ed intervento per rispondere sia all’estrema disomogeneità di cura e trattamento sull’intero territorio nazionale, sia alla complessità di tali disturbi.

L’obiettivo del percorso è assicurare ai pazienti affetti da un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione uno specifico approccio fondato sull’esperienza clinica e la ricerca, trasformando la dimensione critica ed emergenziale in momento fondamentale di un processo trasformativo mediante il quale dalla malattia si giunga a forme del vivere sempre più adattative, lontane dai gravi rischi legati alla gestione nel corpo di un disagio psichico.

Il “Codice Lilla” diventa pertanto uno strumento di avvio per una presa in carico multispecialistica complessa e integrata del paziente e garanzia di continuità assistenziale dentro e fuori il Policlinico Gemelli.
Sappiamo infatti che un intervento adeguato e precoce, entro il primo anno dall’esordio della malattia, è in grado di migliorare la prognosi di guarigione che può raggiungere l’80% dei casi. Inoltre, la possibilità di ridurre temporalmente la malnutrizione e i danni che ne derivano si associa a minori conseguenze endocrino-metaboliche e a una maggiore possibilità di assenza di esiti.
La presa in carico della persona (nel 95% dei casi ragazza o donna), ma anche della sua famiglia deve avvenire secondo una “continuità di filiera”, che parte dal medico curante, viene gestita da strutture di secondo livello come il Gemelli e, nel caso di interventi protratti nel tempo, continua nelle strutture territoriali di prossimità e residenzialità.

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: dati epidemiologici

In Italia, secondo alcuni studi, la prevalenza nel corso della vita di un qualsiasi DNA (intendendo per questi AN, BN, DAI e DCA sottosoglia) è pari a 3,3% in donne e uomini di età≥18 anni (e ciò significa che circa il 3,3% di uomini e donne nel corso della loro vita possono ammalarsi di un DNA, in Italia quindi su 60 milioni di abitanti circa 2 milioni).
In Italia, studi pubblicati rilevano una prevalenza dello 0.2-0.8 per cento per l’anoressia, dell’1-5 per cento per la bulimia, del 2,3% per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata e tra il 5% e il 10% per i disturbi del comportamento alimentare sottosoglia o subclinici.

Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e pandemia Covid-19

Dagli studi effettuati si evidenzia come con la pandemia siano aumentati i fattori di rischio e depotenziati i fattori protettivi nei DNA, elementi che hanno portato all’incremento dell’insorgenza di nuovi casi, al peggioramento delle condizioni cliniche di chi era affetto da un DNA o al presentarsi di ricadute. In alcuni studi si è evidenziato un aumento del 60% delle ospedalizzazioni di bambini e adolescenti per DNA e un’aumentata richiesta ai Servizi dedicati, il tutto associato a una notevole sofferenza delle famiglie.
Aumento dell’attività fisica, maggiore frequenza di idee di magrezza e insoddisfazione per il corpo, sarebbero aumentati in relazione al senso di incertezza, ai vissuti depressivi ed all’ansietà.

Circa il 50% dei pazienti con Bulimia Nervosa ha presentato un significativo peggioramento della sintomatologia con incremento delle abbuffate e del vomito.
Nell’ambito dell’attività dell’Area dei Disturbi Alimentare del Servizio di Consultazione Psichiatrica del Gemelli abbiamo riscontrato un aumento di circa il 45% delle richieste di prime visite negli ultimi due anni con la presenza di circa il 40% di nuovi casi di insorgenza di un DNA (Anoressia, Bulimia, ecc) durante i lockdown o nei mesi immediatamente successivi.

La pandemia e i lockdown hanno evidenziato quegli elementi di fragilità e il vissuto di impossibilità ad andare avanti che appartiene all’esordio dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e la paradossale ricerca di alleggerimento dell’angoscia e di costruzione di una nuova identità che sottendono questi disturbi. (Sul cibo, sul corpo e sul divenire della forma. Anoressia, bulimia e molto altro, Lucio Rinaldi, 2021)

Fonte: www.policlinicogemelli.it

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