Malattie infiammatorie croniche intestinali: quali sono e come si trattano
Spesso nei referti e nelle prescrizioni mediche troviamo indicati sigle e acronimi che non sono sempre di immediata comprensione oppure non hanno un uso così diffuso nel nostro linguaggio comune: parliamo di malattie infiammatorie croniche intestinali e di come si trattano.
Le Malattie infiammatorie croniche intestinali
Con il termine MICI si indicano le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali mentre IBD si rifa all’inglese Inflammatory Bowel Disease: questi acronimi vanno a individuare quelle patologie che provocano l’infiammazione e la lesione delle pareti degli organi dell’apparato digerente.
Si tratta di patologie croniche: si manifestano nel paziente in maniera continuativa con fasi di riacutizzazione e il paziente non va verso un processo di guarigione progressivo. Questo significa che devono essere monitorate e trattate con continuità, nel tempo.
Le MICI più comuni sono: Morbo di Crohn (MC) e Colite Ulcerosa (CU). Entrambe queste patologie hanno un impatto notevole sulla qualità della vita di chi ne soffre, provocando tra gli altri sintomi anche dolore addominale prolungato, vomito, diarrea e sanguinamento. Si tratta di una condizione che a sua volta può indurre anche l’anemia. I pazienti devono sottoporsi a terapie continue nel corso della vita e a particolari accortezze alimentari e di comportamento. Ciò può avere ricadute notevoli sulla salute psicologica, innescando periodi di ansia e depressione.
La diagnosi
Per diagnosticare una malattia infiammatoria cronica dell’intestino possono essere effettuati esami ematici e di laboratorio mirati con la valutazione di valori come la VES, la proteina C reattiva, la ferritina e la calprotectina fecale.
Dal punto di vista strumentale, si utilizzano le metodiche endoscopiche di gastroscopia o di colonscopia per arrivare alla diagnosi. In alcuni casi si rivelano utili complementari gli esami di Diagnostica per immagini come l’ecografia o la Risonanza Magnetica.
Il trattamento
Esistono diversi tipi di trattamenti possibili per le MICI. L’obiettivo è quello di tenere sotto controllo e mantenere il più a lungo possibile l’infiammazione in stato di quiescenza.
A seconda della specifica malattia infiammatoria diagnosticata, variano le terapie mediche. Tra i farmaci più utilizzati vi sono la mesalazina (5-ASA), i corticosteroidi, gli immunosoppressori e si stanno facendo sempre più spazio i farmaci biologici.
A volte tuttavia, soprattutto nelle forme più severe, la terapia farmacologica non è sufficiente ed è necessario ricorrere all’intervento chirurgico, che viene svolto in genere in endoscopia e consiste nella rimozione dei tessuti lesionati.
Anche dopo l’intervento è necessario che il paziente venga assistito e che continui le terapie per tenere sotto controllo la patologia e prevenire le recidive. Nel post-operatorio delle MICI inoltre è fondamentale il follow-up chirurgico che dovrebbe essere svolto al massimo ogni 2 o 3 anni con endoscopie e esami di laboratorio.
Fonte: www.gvmnet.it