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Prevenzione urologica maschile: quali esami dopo i 50 anni?

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Redazione 19 Settembre 2022
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Secondo quanto riportato dal resoconto AIOM-AITRUM “I numeri del cancro in Italia” del 2021, nel nostro Paese il tumore della prostata è attualmente la neoplasia più frequente tra gli uomini dopo i 50 anni di età, rappresentando oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati: quali sono gli esami da fare dopo i 50 anni per una corretta prevenzione urologica?

Pur trovandosi al primo posto per incidenza, il tumore della prostata occupa il terzo posto nella scala della mortalità, dopo le neoplasie a polmone e colon. Un tasso di mortalità in costante e moderata diminuzione, proprio per merito della diagnosi precoce e dalla progressiva diffusione dello screening mediante il dosaggio del PSA.

Non c’è, però, solo la prevenzione del carcinoma della prostata tra i buoni motivi per effettuare visite di controllo urologiche costanti in età adulta. Delle principali patologie che possono interessare l’apparato urinario maschile dopo i 50 anni abbiamo parlato con il dott. Andrea Callea, specialista dell’U.O. di Urologia di Villa Lucia Hospital, a Conversano.

Le patologie dell’apparato urinario in età adulta

Oltre il carcinoma alla prostata, le patologie urologiche più frequenti nel maschio adulto, superati i 50 anni, sono ipertrofia prostatica e disfunzione erettile.

L’ipertrofia prostatica interessa quasi il 90% degli uomini sopra gli 80 anni affetti da questa patologia almeno a livello istologico, se non sintomatico. Il trattamento con terapia farmacologica e, ove necessario, con la chirurgia, è fondamentale per prevenire o limitare danni permanenti all’apparato urinario.

La disfunzione erettile, sebbene sia presente anche in un 10% dei ragazzi dai 18 anni, che però raramente ne parla per disagio e imbarazzo, riguarda il 50% degli uomini con più di 70 anni. Questa patologia è trattabile, con ottimi risultati, con la terapia farmacologica. In caso di sintomi, è importante rivolgersi allo specialista non solo per evitare che la disfunzione erettile crei un gap psicologico difficilmente superabile, ma anche per la prevenzione degli ictus e degli infarti cerebrovascolari. Questa problematica, infatti, deriva spesso da una alterazione del microcircolo arterioso che può essere presente anche in altri distretti, come quello cardiaco e quello cerebrale. Diversi studi hanno dimostrato che la diagnosi di disfunzione erettile, in alcuni casi, ha anticipato di qualche anno (mediamente 3 o 4) quella di eventi acuti come infarto o ictus. 

Tumore della prostata: la prevenzione urologica

Gli strumenti di screening per il carcinoma della prostata sono:

  • la visita periodica con esplorazione digito-rettale;
  • il dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA).

L’esplorazione rettale è il primo approccio diagnostico, in quanto il carcinoma prostatico insorge in oltre il 70% dei casi nella porzione periferica della ghiandola, e può essere rilevato già con la palpazione.
Il PSA è una glicoproteina prodotta principalmente dal tessuto ghiandolare prostatico e rilasciata nel sangue solo in quantità minime in condizioni fisiologiche. Un incremento dei livelli ematici di PSA può essere determinato da una patologia benigna o maligna della prostata. Prima dell’utilizzo del dosaggio del PSA nella prevenzione, molti dei tumori prostatici venivano diagnosticati a seguito di accertamenti per dolori ossei o articolari, quindi in stadio avanzatissimo, anche perché difficilmente gli uomini si sottoponevano fino a pochi anni fa alla visita digito-rettale. Il tumore di prostata, infatti, non comporta disturbi nella sfera urinaria. Grazie al dosaggio del PSA la diagnosi avviene ora in una fase iniziale, quando i tumori non sono ancora metastatici.
Dopo una visita specialistica, in caso di dubbio o di PSA elevato, si procede con tecniche di immagini (in particolare con la risonanza magnetica) e con biopsie mirate, per una diagnosi istologica.

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