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IEO, scoperto nuovo fattore prognostico per il tumore del colon retto

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Redazione 18 Gennaio 2023
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Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), coordinato da Luigi Nezi, Direttore dell’Unità di Microbiome and Antitumor Immunity IEO, e Teresa Manzo, Direttrice dell’Unità di Immunometabolism and Cancer Immunotherapy IEO, ha scoperto un nuovo fattore prognostico per il tumore del colon retto, il terzo più diagnosticato al mondo. Gli scienziati hanno individuato una popolazione di cellule immunitarie, la cui presenza più o meno importante nel tessuto tumorale contribuisce a segnalare se i pazienti, dopo l’operazione, sono ad alto rischio di recidiva e necessitano quindi di cure mirate.

IEO, ricercatori scoprono nuovo fattore prognostico per il tumore del colon retto

Secondo Nezi “definire nuovi e più precisi criteri per prevedere il rischio di ripresa della malattia è una delle priorità per la cura di questo tumore. Per questo, insieme a un gruppo di chirurghi, oncologi medici ed infermieri, abbiamo intrapreso lo studio sistematico delle cellule immunitarie che infiltrano il tessuto tumorale. Il nostro sistema immunitario è infatti in prima linea nell’evitare l’insorgere di neoplasie e, dal fallimento di tali meccanismi di controllo, derivano le recidive.”

“Oggi le terapie con inibitori dei checkpoint immunitari, risvegliando componenti del sistema antitumorale, ci stanno mostrando come sia possibile non solo eliminare le cellule cancerose ma anche tenerne memoria, impedendo il ripresentarsi della malattia.” – afferma Teresa Manzo. Per questo ora la sfida è riuscire ad utilizzare queste scoperte per sviluppare nuovi approcci terapeutici.

Il successo di questo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications e sostenuto da Fondazione AIRC, WordlWide Cancer Research e Fondazione IEO-Monzino, ha alla base la stretta collaborazione esistente in IEO tra la Ricerca e le Divisioni Cliniche di Chirurgia dell’Apparato Digerente e di Oncologia Medica Gastrointestinale e Tumori Neuroendocrini, oltreché la Biobanca e tutti i pazienti ed i familiari che hanno aderito allo studio.

Fonte: www.ieo.it

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