fbpx



Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Approfondimenti Medicina

Calorimetria indiretta per il dimagrimento: a cosa serve e come funziona

blank
Redazione 19 Gennaio 2023
blank

L’esame della calorimetria indiretta andrebbe fatto all’inizio di una dieta per renderla il più ‘personalizzata’ possibile oppure durante un percorso di dimagrimento in caso di ‘stallo’ e per ottimizzare i risultati. Questo esame, infatti, può rivelarsi utile quando si intraprende un percorso per perdere peso e in molte e diverse situazioni, fornendo informazioni altrimenti impossibili da ottenere. Ma di che tipo di esame si tratta? Come si svolge? 

Ne parliamo con il dottor Roberto Leonardi, dietologo responsabile del Servizio di Nutrizione Clinica del Policlinico San Pietro, dove è possibile essere seguiti in percorsi finalizzati alla perdita di peso da un’équipe multidisciplinare, con piani alimentari personalizzati ed esami specifici come la calorimetria indiretta e l’impedenziometria.

Che cosa è la calorimetria indiretta

La calorimetria indiretta è un esame assolutamente non invasivo che, attraverso l’utilizzo di un apposito strumento, permette di stimare, in termini di calorie e con elevata precisione, il metabolismo basale effettivo. 

“Con metabolismo basale si intende il consumo energetico a riposo di un individuo, ovvero il quantitativo di calorie necessario allo svolgimento delle funzioni basilari dell’organismo”, sottolinea il dottor Leonardi. 

Il metabolismo basale è influenzato da diversi fattori:

  • genetici: come, ad esempio, il genere (maschio o femmina);
  • età: con l’avanzare dell’età il metabolismo basale tende a diminuire;
  • superficie corporea (quindi peso e altezza), ma anche composizione corporea, ovvero la quantità di massa grassa e di massa magra o muscolare (la massa magra brucia di più di quella grassa);
  • diete eccessivamente restrittive che apportano una quantità di calorie giornaliere inferiori alle necessità metaboliche, causando il rallentamento del metabolismo basale.

In quali casi può essere utile

“Conoscere il fabbisogno energetico basale effettivo di una persona è molto utile per impostare una terapia dietetica ‘sartoriale’ cucita ad hoc sulle richieste energetiche del singolo paziente in modo da favorire una corretta perdita di peso”, continua lo specialista. È noto infatti che l’eccesso ponderale dipende da un eccessivo introito calorico rispetto al dispendio energetico. 

Inoltre, l’esame si rivela utile, ad esempio, nei casi in cui, in corso di dieta ipocalorica, dopo un iniziale calo ponderale, la perdita di peso si arresta

“Nella maggior parte dei casi seguire una dieta bilanciata e ipocalorica associata ad adeguati livelli di attività fisica determina una conseguente perdita di peso. Ma, talvolta, a una fase iniziale di calo ponderale potrebbe seguire una stabilizzazione del peso, nonostante il paziente resti aderente al trattamento dietetico. 

Questo può accadere per molteplici motivi, uno dei quali è certamente l’adattamento metabolico dell’organismo al nuovo ‘regime dietetico’. In poche parole, l’organismo potrebbe rispondere alla dieta (restrizione calorica) e alla perdita di peso fino ad allora ottenuta abbassando le proprie richieste metaboliche giornaliere (cioè consumando meno calorie)”. 

Come si effettua l’esame

L’esame viene eseguito al mattino presto ed è necessario essere a digiuno dalla sera prima e in condizioni di riposo. 

“È un test di facile esecuzione: il paziente, sdraiato in un lettino, per 15 minuti dovrà esclusivamente respirare in un casco trasparente di cui è dotato lo strumento – spiega il dottor Leonardi -. Il calorimetro analizzerà la quantità di ossigeno inspirato e di anidride carbonica prodotta, consentendo una stima delle calorie (energia) necessarie a soddisfare il fabbisogno energetico basale dell’individuo.

Il quantitativo di ossigeno consumato è direttamente proporzionale alle calorie consumate ed è quindi utilizzato per misurare le calorie dissipate giornalmente, mentre la quantità di anidride carbonica prodotta permette di calcolare il cosiddetto quoziente respiratorio, parametro che permette di misurare cosa consuma l’organismo come carburante, se carboidrati o grassi”, conclude lo specialista.

Fonte: www.grupposandonato.it

Tags: