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Giornata mondiale contro il cancro: sfide e sviluppi della ricerca in oncologia

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Redazione 6 Febbraio 2023
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Il 4 febbraio si è celebrata la Giornata mondiale contro il cancro, World Cancer Day, promossa dalla UICC – Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): quali sono i prossimi passi della ricerca?

Lo slogan della Giornata per il triennio 2022-2024 è “Close the care gap – Colmare il divario di cura”, un percorso che invita all’azione e all’impegno personale, associazionistico e istituzionale perché l’accesso ad attività di prevenzione, screening e cure oncologiche sia garantito in tutto il mondo, senza disuguaglianze.

Qualcosa di più, quindi, di un giorno segnato sul calendario: il World Cancer Day rappresenta un richiamo a riflettere su cosa ognuno può fare quotidianamente per combattere il cancro. A partire dalle buone pratiche di prevenzione.

Giornata mondiale contro il cancro: i numeri in Italia

In Italia, nel 2022, sono stimate in aumento le diagnosi di cancro (390.700 contro le 376.600 del 2020). Secondo il report Aiom/Airtum “I numeri del cancro in Italia 2022”, i cinque tumori più frequenti sono quelli della mammella (55.700), colon-retto (48.100), polmone (43.900), prostata (40.500) e vescica (29.200).

Questi dati aggiornati, affermano gli esperti che hanno stilato il rapporto, invitano sempre di più a rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico causato dalla pandemia da Covid-19 e per favorire prevenzione secondaria (screening) e soprattutto primaria (comportamenti di tutti i giorni). Ciò vuol dire agire sul controllo dei fattori di rischio comportamentali che sono alla base dell’insorgere di un tumore: dal fumo di tabacco all’obesità, dalla sedentarietà all’abuso di alcol e alla necessità di favorire le vaccinazioni contro le infezioni note per causare il cancro, come quella contro l’HPV.

La ricerca in campo oncologico

Un altro alleato fondamentale è rappresentato dalla ricerca, che negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante: le moderne procedure diagnostiche permettono di individuare un cancro allo stadio iniziale e trattamenti mirati in base alle caratteristiche del tumore garantiscono probabilità di sopravvivenza maggiori rispetto al passato.

“La parola ‘cancro’ fa ancora molta paura – afferma il Dott. Diego Cortinovis, direttore della S.C. Oncologia del San Gerardo di Monza, in un’intervista a La7 – ma la ricerca ha permesso di scoprire nuovi farmaci e formule per poter combattere il tumore. Oggi possiamo dire che, per una parte di popolazione che si ammala, c’è un farmaco idoneo e una reale cronicizzazione di questa malattia”.

Quali sono i prossimi obiettivi della ricerca oncologica? “Anzitutto bypassare la resistenza dei farmaci che induce la progressione della malattia – risponde il Dott. Cortinovis – e poi cercare di capire quali sono le mutazioni genetiche che sono alla base dello sviluppo della patologia tumorale. Quindi, accanto alla prevenzione e allo screening, c’è la predisposizione individuale perché a volte si nasce con un pool di geni che ci predispone a questa malattia”.

La terapie innovative

In questo senso vi sono numerose innovazioni che hanno permesso di raggiungere gli attuali traguardi e che sono in sviluppo ulteriore per contrastare i fenomeni di resistenza della proliferazione cellulare non controllata.

Per l’immunoterapia sono attualmente in sviluppo nuovi anticorpi che agiscono su più bersagli contemporaneamente (anticorpi bispecifici); sul versante delle terapie a bersaglio molecolare si stanno sviluppando anticorpi mirati coniugati con chemioterapici di ultima generazione che riescono a ridurre la resistenza farmacologica ed infine ulteriori innovazioni recenti derivano dalla terapia con radioligandi (RLT) o terapia radiometabolica (RMT), una terapia mirata, efficace e sicura che rilascia radiazioni a scopo terapeutico direttamente nelle cellule tumorali, senza danneggiare quelle sane.

La RLT-RMT offre una strategia di attacco al tumore frutto di un approccio combinato di diagnosi e terapia: all’interno di specifici radiofarmaci, una molecola chiamata “ligando” o “carrier” si attiva con i recettori espressi dalle cellule tumorali e può distruggere immediatamente queste ultime. L’approvazione ricevuta per i tumori neuroendocrini (intestino, stomaco, pancreas, polmoni) e la potenzialità dimostrata contro numerose neoplasie potrebbe estendere la platea dei pazienti che possono beneficiarne.

La ricerca clinica è il minimo comune denominatore per guidare e gestire i cambiamenti portati da queste innovazioni terapeutiche.

Per interrogarsi sulle necessità delle strutture ospedaliere e del Servizio Sanitario Nazionale, al fine di ottimizzare i processi di ricerca in ospedale, è nato il progetto “RevoLuTion_Innovation in Cancer Care“, a cui il Dott. Cortinovis ha partecipato.

Il lavoro, pubblicato su rivista indicizzata, è risultato essere un prezioso vademecum in cui esperti di diverse discipline appartenenti a Società Scientifiche coinvolte da questa innovazione, ma anche rappresentanti delle Associazioni di Pazienti ed economisti, tracciano le linee del percorso che potrà favorire l’implementazione della ricerca clinica ospedaliera.

Fonte: www.asst-monza.it

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