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Approfondimenti Medicina

Diffusion Whole Body, la risonanza di ultima generazione per la diagnosi precoce

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Redazione 24 Febbraio 2023
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Tra gli esami strumentali di ultimissima generazione in grado di apportare enormi vantaggi nell’ambito della diagnostica c’è di sicuro la Diffusion Whole Body, una risonanza magnetica in grado di completare e affinare l’analisi di certe malattie, soprattutto di quelle tumorali e infiammatorie precoci.

Ne parliamo con la dottoressa Roberta Meroni radiologa dell’Unità Operativa di Radiologia e Diagnostica per Immagini di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Dottoressa Meroni quale applicazione ha l’esame della Diffusion Whole Body?

«La particolarità di questo esame è che è in grado di analizzare tutti gli organi del corpo, anche quelli che non hanno un esame specifico di diagnosi precoce loro “dedicato” o quelli che sarebbero comunque difficilmente esplorabili con un’ecografia, magari anche solo perché, per fare un esempio, il paziente ha un addome globoso, cioè con eccesso di adipe. Si tratta di una particolare risonanza magnetica che può essere di completamento all’interno di un check-up, affiancato agli esami tradizionali come la gastroscopia, la colonscopia, la mammografia, il pap-test e altri».

Quanto può essere accurata una diagnosi eseguita con la Diffusion Whole Body?

«Può esserlo molto, soprattutto dal punto di vista della diagnosi precoce dei tumori o delle infiammazioni, perché è uno strumento che è capace di individuare piccolissime alterazioni o lesioni, anche della misura di pochi millimetri. Per questo è considerato ottimo per individuare le malattie fin dal loro esordio, consentendo di intervenire in tempi anticipati sullo sviluppo della stessa malattia».

Quali altri vantaggi per il paziente sono conseguenti all’esecuzione di questo esame?

«Gli altri vantaggi sono dovuti al fatto che la Diffusion Whole Body è un esame semplice da eseguire, che non comporta alcun disagio o dolore per il paziente. Il fatto poi che, per essere eseguita, non richiede né l’utilizzo di radiazioni ionizzanti né quello di liquidi di contrasto, la rende ideale per essere un esame cui ci si può sottoporre più volte senza avere alcuna ripercussione. Per questo è considerata ideale per tenere sotto controllo la malattia – soprattutto quella che riguarda i malati “molto patologici”, per i quali può essere eseguita ogni due-tre mesi – al fine di monitorarne gli sviluppi».

Fonte: www.gavazzeni.it

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