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Long Covid e Vitamina D, studio svela la correlazione

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Francesca 27 Aprile 2023
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La carenza di Vitamina D, nota per avere marcati effetti negativi sul sistema immunitario di chi ne è affetto, è stata ampiamente dimostrata come fattore di rischio per l’infezione da COVID-19 e per lo sviluppo di una forma più severa della malattia (Long Covid). 

Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (1) ha ora mostrato che anche i pazienti affetti da Long-COVID hanno ridotti livelli di Vitamina D. 

Il lavoro, condotto presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele, è stato coordinato dal Professor Andrea Giustina, primario dell’Unità di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele.

Vitamina D e Long Covid, lo studio 

I ricercatori del San Raffaele hanno valutato, tramite esami ematochimici, lo status Vitaminico D in 2 gruppi di pazienti, affetti e non da Long-COVID, a 6 mesi dalla dimissione ospedaliera, per comprendere la correlazione tra la malattia e un eventuale deficit della vitamina stessa. 

Per farlo, sono stati selezionati pazienti affetti da malattia acuta da COVID-19 della stessa severità, con le stesse principali caratteristiche demografiche e malattie croniche preesistenti, per ridurre al minimo l’influenza di altri possibili fattori clinici interferenti. 

I risultati

Il lavoro ha evidenziato come i pazienti Long-COVID abbiano livelli di Vitamina D inferiori rispetto a coloro che non ne soffrono. In particolar modo, questa differenza appare impattare soprattutto sulla sfera neuro-cognitiva. 

I ricercatori hanno descritto come, nella coorte dei pazienti analizzati, bassi livelli di Vitamina D si associano alla presenza della sindrome Long-COVID e ad un maggior rischio di svilupparla, confermando, ancora una volta, come questo ormone possa avere importanti riflessi sulla modulazione del sistema immunitario e multi-sistemico del nostro corpo. 

Sulla base di questi dati, dunque, appare appropriato tenere monitorati i valori di Vitamina D circolante nei pazienti post-COVID e offrire una supplementazione, in caso di carenza, per ridurre il rischio di Long-COVID. 

La sindrome Long-COVID 

Si tratta di una condizione che segue la malattia e si manifesta una volta che il paziente è guarito e può essere presente a circa 3 mesi dalla fase acuta fino al 50-70% dei pazienti. Questa è caratterizzata dalla persistenza, o neo-insorgenza di una serie di sintomi multi-sistemici che coinvolgono la sfera: 

  • dei sensi gustativi e olfattivi;
  • muscolo-scheletrica (astenia, malessere generalizzato, mialgie, perdita di mineralizzazione ossea); 
  • respiratoria (dispnea, affaticamento); 
  • metabolica (perdita di tessuto muscolare e aumento di tessuto adiposo); 
  • neuro-cognitiva (cefalea persistente, confusione e disturbi della memoria). 

All’IRCCS Ospedale San Raffaele, già da settembre 2020, è attivo un ambulatorio multidisciplinare per la cura del Long-COVID che si prende cura del paziente seguendolo nel tempo. 

La Vitamina D e il contributo del San Raffaele

Lo studio appena pubblicato riguarda un tema, quello della vitamina D nel COVID-19,  sul quale vi è grande interesse nel mondo scientifico e a cui l’Unità di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele ha dato un contributo di assoluto rilievo fin dall’inizio della pandemia (2) con studi  pionieristici, che hanno evidenziato come la carenza di vitamina D sia un fattore di rischio sinergico con obesità e diabete mellito per COVID-19 severo (3) e che può predire il rischio di peggioramento clinico anche in soggetti con COVID-19 che sono ricoverati in Ospedale in condizioni cliniche non severe (4). 

Infine, i ricercatori del San Raffaele hanno descritto per primi come l’ipocalcemia sia un riscontro altamente frequente nei pazienti ospedalizzati per COVID-19 e che la carenza di vitamina D è alla base di questo elevato rischio di ipocalcemia (5).

Bibliografia:

  1. di Filippo L, Frara S, Nannipieri F, Cotellessa A, Locatelli M, Rovere Querini P, Giustina A. Low vitamin D levels are associated with Long COVID syndrome in COVID-19 survivors. J Clin Endocrinol Metab. 2023 Apr 13:dgad207. doi: 10.1210/clinem/dgad207. Epub ahead of print. PMID: 37051747.
  2. Giustina A, Formenti AM. Hypovitaminosis D play a role in the high impact of COVID infection in Italy? BMJ 2020;368:m810. Doi: https://doi.org/10.1136/bmj.m810. 
  3. di Filippo L, Allora A, Doga M, Formenti AM, Locatelli M, Rovere Querini P, Frara S, Giustina A. Vitamin D Levels Are Associated With Blood Glucose and BMI in COVID-19 Patients, Predicting Disease Severity. J Clin Endocrinol Metab. 2022 Jan 1;107(1):e348-e360. doi: 10.1210/clinem/dgab599. PMID: 34383926; PMCID: PMC8385994.
  4. di Filippo L, Uygur M, Locatelli M, Nannipieri F, Frara S, Giustina A. Low vitamin D levels predict outcomes of COVID-19 in patients with both severe and non-severe disease at hospitalization. Endocrine. 2023 Mar 1:1–15. doi: 10.1007/s12020-023-03331-9. Epub ahead of print. PMID: 36854858; PMCID: PMC9974397.
  5. di Filippo L, Allora A, Locatelli M, Rovere Querini P, Frara S, Banfi G, Giustina A. Hypocalcemia in COVID-19 is associated with low vitamin D levels and impaired compensatory PTH response. Endocrine. 2021 Nov;74(2):219-225. doi: 10.1007/s12020-021-02882-z. Epub 2021 Sep 29. PMID: 34586582; PMCID: PMC8480127.

Fonte: www.hsr.it

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