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Approfondimenti Medicina

L’ansia nelle donne: i consigli utili per affrontarla

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Francesca 10 Maggio 2023
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Le donne sono particolarmente colpite dall’ansia con una prevalenza del 33,7% rispetto al 22,7% degli uomini (McLean et al., 2011). Con gli esperti del Servizio di Psicologia Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato indaghiamo le possibili motivazioni, quali sono i sintomi principali, quali le manifestazioni fisiologiche più diffuse nella popolazione femminile e quali metodi possono essere messi in atto per gestirla correttamente.

Che cos’è l’ansia e quando diventa patologica

L’ansia è l’emozione di base del nostro organismo che si origina di fronte a situazioni percepite come pericolose o minacciose. Tuttavia, quando diventa eccessiva e persistente, può costituire un problema serio che influenza sensibilmente la qualità della vita. 

L’ansia normale, o fisiologica, è uno stato di tensione psicologica e fisica, una sorta di ‘allarme’, che comporta l’attivazione di iniziative e comportamenti utili all’adattamento. In molti momenti della vita può, dunque, rappresentare una condizione efficace per proteggere l’individuo dai rischi, mantenerne lo stato di allerta e migliorarne le prestazioni (ad esempio, sotto esame).

Essa diventa, invece, patologica quando disturba in maniera più o meno notevole il funzionamento psichico, determinando una limitazione delle capacità di adattamento dell’individuo. È caratterizzata da uno stato di incertezza rispetto al futuro, con la prevalenza di sentimenti spiacevoli.

I sintomi più comuni

I sintomi possono essere di 3 tipologie. Distinguiamo, infatti, i sintomi cognitivi da quelli comportamentali e fisici. 

A livello cognitivo i sintomi più frequenti sono:

  • senso di vuoto mentale;
  • senso crescente di allarme e di pericolo;
  • induzione di immagini, ricordi e pensieri negativi;
  • messa in atto di comportamenti protettivi cognitivi, ossia evitare situazioni temute dalla persona (ad esempio, evitare di prendere l’aereo o l’ascensore);
  • sensazione marcata di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione altrui.

A livello comportamentale l’ansia si traduce nella tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga. La strategia principale, istintiva, di gestione dell’ansia è, inoltre, l’evitamento della situazione temuta. Sono frequenti, infine, comportamenti protettivi (quali, ad esempio, farsi accompagnare, assumere ansiolitici al bisogno), assertivi e di sottomissione.

L’ansia, inoltre, è spesso accompagnata da manifestazioni fisiche e fisiologiche quali:

  • tensione;
  • tremore;
  • sudore;
  • palpitazione;
  • aumento della frequenza cardiaca;
  • vertigini;
  • nausea;
  • formicolii alle estremità e intorno alla bocca;
  • derealizzazione e depersonalizzazione.

Donne, l’ansia al femminile

Come detto, le donne sono più soggette all’ansia  rispetto agli uomini (22,7% degli uomini, McLean et al., 2011). Questi ultimi, nei quali il disturbo è ancora sotto diagnosticato, manifestano gli stati d’ansia in modo diverso dalle donne, generalmente attraverso rabbia, impulsività e irritabilità.

La prevalenza di donne che soffrono di ansia può dipendere da fattori biologici, come le fluttuazioni ormonali che caratterizzano alcune fasi della loro vita (ad esempio, la fase premestruale o la gravidanza). Questo significa che la capacità di gestire l’ansia può variare sulla base dei diversi periodi ormonali in cui si trova la donna.

C’è poi una maggiore suscettibilità da parte delle donne allo stress e un approccio diverso alle situazioni stressanti. I pensieri ruminanti sulla situazione ansiogena sono tipicamente femminili; le donne, inoltre, sono più spesso vittime di abusi fisici e mentali, situazioni collegate allo sviluppo di disturbi d’ansia. In genere, in situazioni in cui la persona è in ansia è necessario che le venga dedicato il tempo e l’ascolto per condividere i propri timori. 

Il sistema nervoso autonomo svolge un ruolo primario nella regolazione dell’ansia: esso controlla le risposte automatiche dell’organismo di fronte a situazioni di stress o pericolo (come, ad esempio, il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la sudorazione). In particolare, il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico sono coinvolti nella risposta all’ansia. È il cervello la sede principale della regolazione di quest’ultima. Le aree cerebrali coinvolte includono: 

  • l’amigdala, l’area cerebrale coinvolta nella memoria emotiva e nella risposta alla paura;
  • l’ippocampo, coinvolto nella memoria spaziale e nell’apprendimento;
  • la corteccia prefrontale, responsabile del controllo cognitivo e dell’elaborazione delle informazioni emotive;
  • il sistema limbico, coinvolto nella regolazione delle emozioni.

Uno studio condotto da McRae et al. (2008) ha rilevato che le donne hanno una maggiore attivazione dell’amigdala rispetto agli uomini durante la visualizzazione di immagini emotive: ciò suggerisce che le donne potrebbero essere più sensibili alle emozioni negative, compresa l’ansia.

Quando ricorrere allo specialista

In presenza di un disturbo d’ansia, quando i sintomi diventano persistenti e compromettono la qualità della vita, è bene rivolgersi ad uno psicologo che, grazie alle sue specifiche competenze, è in grado di favorire un accurato inquadramento diagnostico, essenziale per stabilire la presenza o meno del disturbo, sulla base del quale viene strutturato e indicato un percorso terapeutico di presa in carico e follow-up. La psicoterapia per i disturbi d’ansia è indubbiamente il trattamento principale: l’intervento richiede solitamente alcuni mesi con sedute a cadenza settimanale che aiutano a controllare l’ansia e ristabilire l’equilibrio psicofisiologico necessario a mantenere uno stato di benessere. 

Consigli per gestire l’ansia femminile

Quando, invece, l’ansia non raggiunge livelli estremi, tipici di un vero e proprio disturbo, può essere gestita con alcune strategie e metodi quali:

  • praticare la respirazione diaframmatica: questa tecnica di respirazione può aiutare a ridurre la tensione e l’ansia. Si consiglia di inspirare lentamente dal naso, facendo espandere il diaframma e poi espirare lentamente dalla bocca;
  • fare attività fisica regolare: l’esercizio fisico può aiutare a ridurre l’ansia e lo stress, aumentando i livelli di endorfine e serotonina;
  • praticare la meditazione o lo yoga: queste tecniche di rilassamento possono aiutare a ridurre l’ansia e lo stress, aumentando la consapevolezza del corpo e della mente;
  • fare attività piacevoli, come leggere un libro, guardare un film o fare una passeggiata tra la natura. Questo può aiutare a distrarsi dall’ansia e migliorare il tono dell’umore;
  • mantenere uno stile di vita sano, mangiando cibi sani e bilanciati, evitando l’alcol e la caffeina e dormendo almeno 7-8 ore ogni notte. Uno stile di vita sano può aiutare a ridurre lo stress e migliorare il benessere generale.

Il trattamento dei sintomi può svolgere un effetto preventivo rispetto alla futura possibile comparsa di psicopatologie, mentre nei disturbi già conclamati può svolgere un effetto di prevenzione di possibili ricadute.

Fonte: www.grupposandonato.it

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