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Approfondimenti Medicina

Tosse cronica nei bambini: cosa fare?

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Francesca 5 Gennaio 2024
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Nella maggior parte dei casi la tosse nei bambini è un fastidio passeggero, che si accompagna a una delle numerose infezioni delle prime vie aeree che possono colpire soprattutto durante la stagione autunnale e invernale; in alcuni casi, però, può durare a lungo e diventare cronica, destando non poche preoccupazioni nei genitori. 

Ne parliamo con il dottor Ahmad Kantar, pediatra presso Smart Clinic, struttura sanitaria del Gruppo San Donato, presso il Centro Commerciale “Le Due torri” di Stezzano e responsabile del “Centro per la diagnosi e cura dell’asma e della tosse cronica” del Policlinico di Ponte San Pietro, oltre che dell’Unità Operativa di Pediatria.

La tosse, un atto di protezione e difesa

La tosse è un sintomo familiare a tutti, un atto di protezione e di difesa che assicura la rimozione di: 

  • catarro; 
  • sostanze nocive;
  • agenti infettivi dalle vie aeree e dai bronchi. 

“Nella valutazione della tosse nei bambini è importante ricordare che un soggetto normale può avere da 1 a 30 colpi di tosse in una giornata. Questi possono aumentare dopo esposizione a irritanti come fumo di sigaretta, di camino oppure gas di scarico” spiega il dottor Kantar. 

La tosse virale

La tosse è un riflesso protettivo per impedire l’aspirazione di sostanze ostruttive o semplicemente irritanti e può venire innescata da una grande quantità di stimoli differenti. 

Nei bambini, la forma più comune di tosse è causata dall’infezione delle vie aeree. Il virus, come per esempio il raffreddore, utilizza a suo vantaggio il naturale meccanismo difensivo della tosse per propagarsi fra le persone” spiega il pediatra. 

Durante un colpo di tosse è stimato che vengano emesse droplets (goccioline) di grandezza da 0,6 a 16 μm, il loro contenuto di virus è variabile da un soggetto all’altro, considerato che i virus hanno una grandezza di 0,02 μm fino a 0,3 μm. 

La distanza percorribile di queste particelle dipende dalla forza del colpo di tosse (la maggior parte circa 2 metri), le particelle piccole possono ‘viaggiare’ di più e rimanere sospese a lungo nell’ambiente.

Quando la tosse non passa: in quali casi e perché 

“Nonostante la maggior parte dei sintomi da raffreddamento si risolvano per lo più entro 2 settimane, la tosse può persistere oltre le 2 settimane – continua l’esperto -. Ci sono molte teorie sul meccanismo che causa la tosse nell’infezione da virus. Fra queste le più accreditate sono quelle relative alla distruzione dell’epitelio (tessuto di rivestimento) delle vie aeree, alla produzione di muco in eccesso e alla risposta infiammatoria eccessiva in risposta all’infezione dal virus. 

La più convincente delle ipotesi però è la modulazione neuronale del riflesso, che si ritiene possa potenziare la tosse anche molto tempo dopo che l’agente dello stimolo tussigeno è stato rimosso – suggerisce il dottor Kantar -. 

La tosse post-infettiva è quindi spesso prolungata e si risolve nel tempo, come per esempio nel caso della pertosse. Alcuni bambini hanno inoltre la tendenza a sviluppare ipersensibilità del riflesso della tosse in seguito a ogni infezione virale e questa condizione può perdurare per settimane”.

Quando diventa cronica: attenzione a non sottovalutare

Nel bambino un ritardo diagnostico e terapeutico può determinare conseguenze importanti come nel caso della bronchite batterica protratta o della presenza di un corpo estraneo inalato. 

“Un recente studio dimostra che solo il 20% dei bambini con tosse cronica (superiore a 4 settimane) guarisce spontaneamente e che nel restante 80% è documentabile una causa precisa e curabile – sottolinea il dottor Kantar -. 

Le cause di tosse cronica nell’infanzia sono significativamente diverse da quelle in età adulta: oltre alle cause universalmente comuni come l’asma, alla base della tosse cronica nei bambini possono esserci la tosse post-infettiva, la bronchite batterica protratta, la malacia delle vie aeree e le bronchiectasie

“I bambini che presentano tosse cronica per più di 4 settimane devono essere valutati attentamente, usando le linee guida dei protocolli della tosse. L’indagine clinica è basata sull’anamnesi che indaga sul tipo di tosse, (secca, catarrale), modalità di insorgenza, sintomi associati, ecc… 

Inoltre devono essere eseguiti radiografia del torace e spirometria. Questi accertamenti aiutano a delineare il cosiddetto fenotipo della tosse” continua lo specialista.

La tosse psicogena 

Esiste anche una forma di tosse cronica cosiddetta psicogena (Somatic Cough Syndrome), che se non riconosciuta può interferire con e limitare fortemente la capacità di frequentare la scuola, socializzare e partecipare ad attività con un forte impatto negativo sulla qualità di vita. 

“Si tratta di una tosse cronica, tipicamente secca. Si caratterizza per il timbro metallico e per gli accessi, che si presentano solo quando il bambino è sveglio e che per lo più si evocano in presenza dei genitori, degli insegnanti o di operatori sanitari – spiega ancora l’esperto -. 

Si accentua nei momenti di tensione e si riduce quando il bambino è distratto e, tipicamente, scompare con l’addormentamento. Si manifesta spesso dopo un banale episodio infettivo delle alte vie respiratorie. Un’anamnesi accurata è in genere sufficiente a riconoscerla e quindi affrontarla nel modo corretto” conclude il dottor Kantar.

Fonte: www.grupposandonato.it

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