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Approfondimenti Medicina

Noduli alla tiroide: i sintomi e quando preoccuparsi

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Francesca 15 Marzo 2024
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noduli alla tiroide sono piccole formazioni benigne che si sviluppano all’interno della tiroide, una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, deputata alla produzione di ormoni essenziali per il metabolismo. 

I noduli tiroidei sono più comuni nella popolazione femminile e in genere la loro scoperta avviene per caso. Possono essere di natura liquida, solida o mista. 

I noduli alla tiroide presentano sintomi caratteristici? Quando preoccuparsi della loro presenza? Ne parliamo con il professor Andrea Lania, Responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e docente di Humanitas University.

Noduli alla tiroide: quali sono i sintomi e quando preoccuparsi?

In genere i noduli alla tiroide sono asintomatici e il loro riscontro è casuale, magari durante l’esecuzione di esami quali un ecocolordoppler dei vasi sovraortici o una risonanza magnetica della colonna vertebrale a livello cervicale. Tuttavia alcuni segnali possono far sospettare la presenza di un nodulo, come per esempio:

  • difficoltà al respiro
  • difficoltà alla deglutizione
  • sensazione di costrizione al collo.

Più raramente, i noduli possono associarsi a sintomi di ipertiroidismo come:

  • tachicardia
  • aritmia cardiaca
  • perdita di peso
  • aumento della sudorazione 
  • aumento dell’appetito. 

Fortunatamente, solo una piccola percentuale dei noduli alla tiroide è di origine tumorale. Il sospetto di malignità di un nodulo può sorgere a causa di particolari condizioni, come una storia familiare di malattie tiroidee o la presenza di linfonodi ingranditi. Tuttavia, più frequentemente, il sospetto deriva dalle caratteristiche del nodulo stesso, che possono essere valutate tramite esami specifici.

Per confermare la diagnosi di nodulo tiroideo, si utilizza un’ecografia tiroidea con color doppler. Questo esame consente di determinare con precisione la presenza, le dimensioni, il grado di vascolarizzazione e la struttura dei noduli (sia solidi, liquidi che misti).

Gli approfondimenti diagnostici che possono essere consigliati includono:

  • Esami del sangue, valutano la funzionalità della tiroide e possono rilevare la presenza di malattie autoimmuni della tiroide.
  • Scintigrafia tiroidea, particolarmente utile nei pazienti con ipertiroidismo, per verificare se una delle formazioni nodulari sia iperfunzionante.
  • Agoaspirato del nodulo tiroideo, procedura che prevede il prelievo di cellule dal nodulo, che verranno poi analizzate attraverso un esame citologico per determinarne la natura.

Noduli alla tiroide: cosa fare?

Se i noduli tiroidei sono benigni, asintomatici, di piccola dimensione e non influenzano negativamente la funzionalità della tiroide, è in genere sufficiente un monitoraggio periodico. È importante effettuare controlli regolari, come analisi del sangue (TSH, FT3 e FT4) e un’ecografia annuale

Nel caso di noduli iperfunzionanti, che producono un eccesso di ormoni tiroidei, lo specialista può prescrivere una terapia farmacologica per ridurre la produzione di ormoni tiroidei. In alcuni casi, può essere indicata una terapia radiometabolica medico-nucleare (trattamento con radioiodio) per ridurre la funzionalità dei noduli, oppure un intervento chirurgico.

L’intervento chirurgico è consigliato anche per noduli benigni di grandi dimensioni che causano disturbi compressivi, come difficoltà nella respirazione o nella deglutizione, o per noduli che risultano maligni all’esame citologico con agoaspirato.

Fonte: www.humanitas.it

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