Ipertensione, quando prendere i farmaci?
L’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari (ictus, infarto, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, insufficienza renale…) e curare l’ipertensione serve a ridurre i valori pressori e, quindi, il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari: una delle domande più comuni tra i pazienti riguarda proprio l’orario migliore nel quale prendere i farmaci.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, complessivamente il 31% della popolazione italiana è iperteso e il 17% è border-line. I valori, come è noto, crescono con l’avanzare dell’età.
Ridurre la pressione arteriosa: quando prendere i farmaci?
La pressione si può ridurre intervenendo su due piani: quello dei cambiamenti nello “stile di vita” (aumento dell’attività fisica, riduzione del peso corporeo, riduzione del consumo di sale e di alcol, dismissione del fumo, riduzione dello stress ecc.) e quello delle terapie farmacologiche.
“A che ora prendere i farmaci per abbassare la pressione?” è un quesito che chi soffre di ipertensione si pone inevitabilmente e, opportunamente, pone al medico che glieli prescrive.
L’ora giusta? Quella più adatta per ciascun paziente
Una prova conclusiva arriva da una ricerca innovativa presentata a fine agosto al Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) 2024, coordinata dal professor Ricky Turgeon della University of British Columbia di Vancouver, Canada.
La meta-analisi, che ha incluso cinque studi progettati per testare la somministrazione serale rispetto a quella mattutina (studi randomizzati controllati a gruppi paralleli (RCT) che confrontavano la somministrazione notturna e quella mattutina di tutti i farmaci che abbassano la pressione), ha raccolto tutti i dati degli studi considerati, relativi complessivamente a oltre 46mila pazienti.
La ricerca non ha riscontrato alcuna differenza nell’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori, decessi o altri eventi relativi alla salute: i farmaci che abbassano la pressione una volta al giorno possono essere somministrati all’ora più adatta al paziente.
“La tempistica della somministrazione non influisce sugli esiti”, ha concluso il professor Turgeon. “I risultati della meta-analisi forniscono una prova conclusiva che non vi è alcuna differenza tra la somministrazione serale e quella mattutina. I pazienti dovrebbero assumere i loro farmaci una volta al giorno per abbassare la pressione sanguigna all’ora che meglio si adatta alle loro preferenze e circostanze”.
I farmaci per la pressione? Quando è meno probabile dimenticarsene!
Un’altra ricerca presentata a fine agosto al Congresso ESC 2024, coordinata dal professor Scott Garrison dell’Università di Alberta, Edmonton, Canada, ha fornito ulteriori risultati in relazione al fatto che il momento in cui vengono somministrati i farmaci per abbassare la pressione arteriosa non influisce sugli esiti cardiovascolari.
Gli studi – in questo caso condotti in una popolazione generale di cure primarie e in residenti in case di cura – non hanno riscontrato alcuna differenza negli eventi cardiovascolari maggiori o nella salute in generale tra la somministrazione serale e quella mattutina.
E il professor Garrison ha riassunto così i risultati: “Abbiamo riscontrato che la somministrazione serale rispetto a quella mattutina non comporta alcuna differenza in termini di MACE, né di potenziali eventi ipotensivi, visivi, cognitivi o di altri eventi relativi alla salute in una popolazione generale e, cosa importante, in pazienti anziani fragili […]. Possiamo ora escludere l’importanza della tempistica del trattamento e consigliare ai pazienti di assumere i farmaci per la BP quando è meno probabile che se ne dimentichino”.
Fonte: www.degasperis.it